Lettera di La Malfa a "La Stampa" 4 ottobre 2002 Spoil system dalemiano Perché non funziona il modello americano Caro direttore, come spesso avviene, i semi dei cattivi comportamenti sono piantati con molto anticipo e fruttificano non a favore, ma contro chi pensava di avvalersene. Così sta avvenendo con lo spoil system all'italiana, cioè con la rimozione che il governo sta operando di una serie di alti dirigenti della Pubblica Amministrazione, giustamente criticata da Chiara Saraceno nel suo articolo su La Stampa di qualche giorno fa. Alla base di queste decisioni vi è una legge del centro-sinistra ed in particolare un decreto delegato del governo D'Alema del 1998, predisposto dall'allora ministro della Funzione Pubblica, on. Bassanini, con il quale venne introdotto il principio della amovibilità degli alti dirigenti dello Stato e venne attribuita al governo la facoltà di rimuovere dirigenti e nominarne degli altri. Io chiesi di sospendere il provvedimento e argomentai che avrebbe avuto conseguenze disastrose. Le stesse tesi furono sostenute da Sabino Cassese. L'esperienza dello spoil system americano non mi ha mai convinto. Ritengo infatti che l'imparzialità della pubblica amministrazione costituisca uno dei fondamenti dello stato di diritto. Invece di autorizzare l'asservimento politico dei pubblici funzionari, essi vanno incoraggiati e tutelati nella loro autonomia. Risultò impossibile convincere il centro-sinistra. Dovrebbe, almeno in linea di principio, essere più facile convincere un governo che si rifà alla tradizione liberale del nostro paese, della necessità di correggere quella impostazione e di tornare ad un sistema che consenta ai cittadini di guardare con fiducia ai funzionari pubblici non vincolati da un mandato di fedeltà politica al governo che li ha scelti. Mi auguro che l'attuale maggioranza riconsideri tutta l'impostazione ricevuta in eredità dal ministro Bassanini e comprenda che, aldilà del vantaggio di nominare dirigenti "fedeli", il danno al funzionamento del nostro paese supera di gran lunga i vantaggi apparenti ed immediati. Non conosco il caso della professoressa Bertiglia, di cui parla Chiara Saraceno, ma conosco altri casi di rimozione sbagliati e ingiustificati di questi giorni, fra cui la rimozione del direttore dell'Archivio Centrale di Stato, la professoressa Paola Carucci. Aggiungo che c'è un altro aspetto di cui di cui sono venuto a conoscenza in questi giorni e che mi lascia quanto meno sconcertato: in conseguenza di quel provvedimento o di altro provvedimento dello stesso periodo i contratti di lavoro degli alti dirigenti sono diventati contratti di diritto privato e la loro remunerazione scaturisce da una trattativa diretta del ministro con il dirigente. Mi dicono – ma la informazione va controllata - che in base a tali contratti alcuni o molti compensi elargiti siano dell'ordine di centinaia di milioni delle vecchie lire l'anno. Ho intenzione di chiedere al Ministro della Funzione Pubblica, on. Frattini, di rendere disponibili in Parlamento le informazioni di cui dispone su tutti gli aspetti di queste vicende. |