Rai/Pri: la strada giusta è la privatizzazione

Il Pri commenta le dimissioni di due consiglieri di amministrazione della Rai rilanciando la privatizzazione dell'azienda come unica strada da seguire.

"Il "forte malessere" dimostrato dalle dimissioni di Zanda e Donzelli, afferma un comunicato del partito, non si risolve "né con la sostituzione dei dimissionari, né invocando le dimissioni dell'intero consiglio d'amministrazione", ma "affrontando una volta per tutte il nodo della Rai".

"Non c'è "altra alternativa" ­ affermano i repubblicani ­ che accelerare il processo di reale privatizzazione della Rai, senza indugi e senza ricorrere a forme di "public company" che ­ conclude il comunicato ­ nascondono dietro la privatizzazione formale il controllo sostanziale del potere pubblico".

Roma, 20 novembre 2002 (ANSA)

Il commento della stampa alla proposta del Pri

Il comunicato-stampa della segreteria del PRI è stato ripreso dagli articoli che il Giornale e il Foglio dedicano all'argomento. Dalla lettura di quegli articoli, che riportiamo, si evince che la tesi dei repubblicani comincia a farsi strada.

Da "IL FOGLIO":
"A parlare di privatizzare la Rai, lo segnaliamo commossi perché è tesi al Foglio cara, erano ieri solo Arturo Parisi (di quella sinistra che non ha mai visto di buon occhio Donzelli e Zanda in CdA), il radicale Benedetto Della Vedova, il Pri e oggi sul Sole Franco Debenedetti".

Da "IL GIORNALE":
"Un futuro diverso è invece quello auspicato dal partito repubblicano e dai radicali: la vendita della Rai ai privati. I repubblicani sostengono che si debba privatizzare senza ricorrere a forme di "public company" che nascondono dietro la privatizzazione formale il controllo sostanziale del potere pubblico. Benedetto Della Vedova, eurodeputato radicale, aggiunge che solo così si salverebbe l'azienda e si potrebbe depotenziare "l'influenza dell'attuale presidente del Consiglio sulla TV italiana".

Roma, 21 novembre 2002