La risposta di La Malfa all'invito della Consociazione di Cesena Caro Lelli, ti ringrazio per l'invito a prendere parte alla riunione con la quale la Consociazione intende festeggiare l'amico Oddo Biasini in occasione del suo ottantacinquesimo compleanno ed apprezzo il desiderio di riaprire, come tu mi hai cortesemente detto, il dialogo fra il partito della Romagna e me. Mi sono recato oggi pomeriggio presso l'abitazione dell'amico Oddo a Cesena per abbracciarlo ed esprimergli il grande affetto mio personale e quello di tutti i repubblicani per la linearità delle sue idee e dei suoi comportamenti, per l'esempio di sobrietà di vita e di costumi di cui ha dato sempre prova, per la testimonianza morale di repubblicanesimo che egli ha dato e tuttora dà, insomma per aver saputo incarnare i costumi repubblicani dei nostri grandi predecessori. Quanto alla mia presenza alla vostra riunione, debbo dirti che non vi sono le condizioni per una mia partecipazione in alcuna forma alle attività del partito in Romagna. Tornerò, infatti, nelle sedi repubblicane della Romagna solo quando la maggioranza del partito, correggendo giudizi e valutazioni politicamente miopi, avrà riconosciuto la validità delle motivazioni che mi hanno indotto a proporre la svolta di Chianciano e Bari e soprattutto quando essa si sarà persuasa e riconoscerà che la possibilità di salvare il nostro partito come forza politica autonoma passava e tuttora passa per la strada scelta. Non ho fretta che questo avvenga. Sono sicuro che il processo di maturazione ha già luogo in molti amici ed amiche repubblicane. Mi preoccupa invece il fatto che neppure davanti ad avvenimenti come la firma del patto sociale fra UIL, CISL e governo, il Pri romagnolo, che pure ha ancora una forte presenza in seno al sindacato, abbia sentito la necessità di avviare una riflessione sulle proprie posizioni. Se fossimo restati nel centro-sinistra, che faremmo? Criticheremmo i nostri sindacalisti per essersi allontanati da Cofferati? Oppure, sul terreno della politica estera, sceglieremmo di schierarci contro Israele, come fa in sostanza il centro-sinistra? Quando gli amici della Romagna riconosceranno che la possibilità di salvare il partito passa per le scelte, difficili, che abbiamo fatto e per le responsabilità che ci siamo assunti, allora vi sarà la base per una ripresa del dialogo fra noi. La Romagna deve sapere che essendo io stato sostenuto nello sforzo enorme di tenere in vita il partito in questi anni difficili dal 1994 in avanti proprio dal vecchio partito di Cesena, di Forlì e di Ravenna, quando questo sostegno è venuto meno, ho preferito ritirarmi dalla segreteria. Ma questa lacerazione ha incrinato un rapporto che ritenevo fondamentale per il nostro partito ed è stata aggravata dal fatto che, al momento delle votazioni per l'elezione del Presidente del Partito, la minoranza, che comprende larga parte della Romagna, ha proposto un proprio candidato, cosa che, a mia memoria, non era mai successa nel nostro partito. In queste condizioni non è certo una lettera cortese a potere risarcire queste lacerazioni. Dovrà esservi una vera ed approfondita svolta politica negli orientamenti del partito romagnolo. Ti sarò grato se vorrai leggere questa mia agli amici. Fraterni saluti Giorgio La Malfa Roma 18 luglio 2002 |