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Intervento del presidente del PRI on. Giorgio La Malfa sulla legge costituzionale per la cessazione degli effetti dei commi primo e secondo della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione Signor Presidente, non vi è dubbio che il Parlamento possa decidere di abrogare o modificare una norma costituzionale; sta per farlo, dopo l'esame della proposta di legge costituzionale ai sensi dell'articolo 138 alla Costituzione, e ne prenderemo atto, come si deve prendere atto di una decisione del Parlamento. Le ragioni della nostra perplessità e del nostro voto contrario non hanno a che fare, dunque, con la decisione di modificare questa norma, ma con altri aspetti che ho sottolineato dal primo giorno, fin da quando il Governo Prodi presentò questa normativa. Secondo noi, quella norma, traendo origine dai drammi della guerra, del fascismo e della dittatura, è grave perché colpiva le persone, a seguito di una vicenda storica che i costituenti conoscevano bene e dalla quale l'Italia repubblicana e democratica è nata. A nostro avviso, per chiudere la questione, sarebbe stata necessaria una solenne presa d'atto anche da parte degli eredi della casa regnante circa il fatto che la scelta repubblicana, assunta dall'Italia nel 1946 era, è e rimarrà indiscutibile, al di là delle previsioni dell'articolo 139 della Costituzione. Avremmo voluto che il Parlamento affermasse che quella norma XIII sarebbe stata abrogata nel momento in cui gli eredi di casa Savoia avessero dichiarato, in maniera solenne e formale, che la scelta repubblicana non sarà mai da essi messa in discussione. Così non è stato, anche se ad attenuare questa nostra preoccupazione, vi è stata una loro dichiarazione rilasciata ai giornali nella quale si comprendeva questa preoccupazione - che io apprezzo - presente in una parte del nostro paese. Gli eredi hanno infatti dichiarato che si riconoscono nella Repubblica, che si rivolgono al Presidente della Repubblica nei termini del Presidente di tutti e quant'altro. Per questo motivo, sarebbe stato preferibile che questa dichiarazione solenne l'avesse chiesta ed ottenuta il Parlamento del nostro paese. Stando così le cose, esprimerò personalmente voto contrario su questo provvedimento, naturalmente prendendo atto che questa è la volontà del Parlamento e che è orientata nel senso di chiudere una questione aperta, rimarginando una ferita presente nella nostra storia. Camera dei Deputati Aula Seduta n. 174 di giovedì 11 luglio 2002 |