45° Congresso Pri Mozione approvata al Congresso Il 45° Congresso Nazionale del PRI approva la relazione e la replica del segretario nazionale Francesco Nucara e lo ringrazia per l'opera intelligente e tenace svolta per il rafforzamento e lo sviluppo del partito. Il Congresso ribadisce la tradizionale vocazione europeista dei repubblicani ed il loro impegno per la costruzione dell'unità politica del Vecchio Continente, sottolineando come la costruzione europea debba collocarsi in una logica di solidarietà euroatlantica con gli Stati Uniti d'America. Ad avviso del Congresso questa solidarietà è tanto più necessaria per rispondere alla brutale sfida terroristica che viene portata nei confronti delle democrazie occidentali e conferma, in questo quadro, la necessità di rafforzare e potenziare le missioni internazionali del nostro Paese nei teatri di crisi in cui le Nazioni Unite e la NATO sono impegnate. A questo proposito il Congresso sottolinea le incertezze e le contraddizioni della politica estera del Governo emerse chiaramente nel corso delle ultime settimane, incertezze e contraddizioni che rischiano di riflettersi in modo negativo sull'impegno dei nostri soldati nelle aree in conflitto. Il Congresso constata come, malgrado alcuni segni di ripresa, la condizione economica del Paese continui ad essere difficile e come senza adeguati interventi non saremo in grado di trasformare quegli elementi in una crescita duratura. Il problema dello sviluppo, messo ai margini nell'agenda del governo, deve assumere un valore centrale, analogo a quello che fu negli anni novanta l'impegno per la nascita dell'euro. Solo in questo modo, grazie ad un'accresciuta competitività, sarà possibile affrontare le sfide che la globalizzazione comporta. Il PRI, forte della sua tradizione storica che gli ha consentito negli anni passati di tracciare una via lungimirante e coraggiosa che ha permesso all'Italia di divenire uno dei Paesi più industrializzati del mondo, continuerà a fare della sua battaglia per il rigore economico e per lo sviluppo complessivo uno dei temi centrali della sua iniziativa, spronando entrambe le coalizioni a superare pure logiche di potere e a rimettere al centro dell'azione politica i problemi reali della società italiana. Ad avviso dei repubblicani si impone una politica tesa a ridurre la pressione fiscale da finanziare attraverso la riduzione della spesa corrente, a realizzare le grandi infrastrutture di cui il Paese ha bisogno e i cui ritardi pesano sullo sviluppo dello stesso sistema produttivo. I repubblicani ribadiscono altresì l'esigenza di mantenere le riforme approvate dal precedente governo in materia previdenziale e di mercato del lavoro. Controriforme che reintroducessero elementi destinati ad aggravare lo squilibrio del sistema pensionistico ed elementi di rigidità nel mercato del lavoro, quali quelle che sembrano delinearsi come scelte dell'attuale governo, sarebbero destinate a rappresentare un forte elemento di blocco per le possibilità di ripresa del nostro sistema economico. I repubblicani auspicano, inoltre, una modifica dei modelli contrattuali al fine di correlare maggiormente il salario all'andamento della produttività e far sì che quei guadagni non si traducano in aumento esclusivamente dei margini di profitto ma realizzino una maggiore equità grazie ad un migliore andamento dei salari reali. I capisaldi di una politica economica in grado di garantire un effettivo sviluppo del Paese sono: una rigorosa riduzione della spesa pubblica parassitaria a partire da quella degli enti locali che ne rappresenta l'elemento di maggiore criticità, una politica di effettive liberalizzazioni e privatizzazioni, con particolare riguardo ai settori dei servizi degli enti locali, una semplificazione del nostro sistema delle autonomie attraverso l'abolizione delle province ed un processo di accorpamento dei comuni minori, interventi a sostegno della ricerca. A ciò va aggiunta la necessità di una politica energetica in grado di ridurre i costi dei relativi approviggionamenti sul sistema produttivo attraverso una diversificazione delle fonti a proposito delle quali i repubblicani ribadiscono la necessità di rivedere le scelte effettuate con l'abbandono del nucleare. Nello stesso tempo si dovrà procedere alla realizzazione di rigassificatori e di depositi di stoccaggio al fine di approfittare delle forti oscillazioni dei prezzi petroliferi, nonché di termovalorizzatori per eliminare le discariche ed ottenere energia da fonti alternative. Particolarmente innovativo dovrà essere l'intervento a favore del mezzogiorno. Non si tratta di ripetere le politiche del passato ma di utilizzare quei territori, grazie ad idonei investimenti, come piattaforma logistica del nuovo commercio tra il Nord ed il Sud del mondo. Il 45° Congresso del PRI ribadisce l'autonoma presenza del partito nello schieramento politico italiano, un'autonoma presenza che affonda le sue radici nella peculiare storia del movimento repubblicano che non può identificarsi in nessuno dei contraddittori schieramenti che caratterizzano l'improvvisato bipolarismo italiano. Il Congresso per altro afferma che non esistono le condizioni per abbandonare la collocazione politica di opposizione rispetto ad un governo inadeguato, pur ribadendo la tradizionale posizione del PRI che su singoli provvedimenti si riserva un'autonoma valutazione sulla base delle proprie impostazioni programmatiche e dell'interesse del Paese. Ma la prospettiva su cui il partito è impegnato è quella di superare l'attuale sistema che obbliga alla convivenza nella stessa coalizione di forze fra loro eterogenee, convivenza necessaria per vincere le elezioni, ma inadeguata per assicurare una guida politica capace di risolvere i problemi della società italiana. In questa logica il Congresso approva il patto federativo stretto con il PLI, che considera il primo passo per un serrato confronto con le frastagliate realtà del mondo laico, liberal-democratico e liberal-socialista, nella prospettiva di costruire un grande punto di riferimento italiano per lo schieramento europeo dell'ELDR in cui il PRI si riconosce. Lo scenario tripolare (o quadripolare, se si considera la sinistra antagonista) è l'obiettivo cui si deve tendere anche nella politica italiana. Il PRI pertanto è impegnato a contrastare l'ipotesi di soluzione proposta dalla recente iniziativa referendaria in materia elettorale e ad operare per giungere ad una normativa che deve evitare la contemporanea presenza di un premio di maggioranza e di una clausola di sbarramento. Il Congresso, infine, conferma l'impegno del partito a sostegno delle iniziative volte ad allargare l'area dei diritti civili e della libertà di ricerca, nel rispetto delle posizioni espresse dal mondo cattolico, ma nella consapevolezza che in un moderno Stato laico le scelte su questi temi del legislatore non possono imporre soluzioni che limitano la libertà di scelta dei singoli, e di questo devono tenere conto tutti i parlamentari indipendentemente dalle loro convinzioni di fede. Il Congresso ritiene che nell'ambito della riforma statutaria, per cui è data delega al Consiglio Nazionale, debba essere valorizzata l'autonomia delle organizzazioni locali nelle decisioni relative alle scelte amministrative, secondo i criteri che lo Statuto prevederà. Infine, il 45° Congresso ritiene necessaria la valorizzazione del contributo dei giovani e delle donne in un quadro strategico di rinnovamento generazionale della classe dirigente del partito. |