L'Edera e i Liberali/Il progetto di una nuova aggregazione Lavorare per unire le due famiglie Congresso del Pri, Roma, 30 marzo 2007. di Stefano De Luca* Cari amici, non avrei avuto nessun titolo per rubare ancora minuti alla vostra attenzione ormai protesa verso la relazione del Segretario. Ma l'onorevole Nucara ha voluto riservarmi un riguardo che io particolarmente apprezzo, che è quello di annunciarvi una cosa di cui lui più diffusamente parlerà nella sua relazione, e cioè che finalmente, dopo decenni, si è raggiunta l'intesa di creare una Federazione tra il Partito Repubblicano Italiano e il Partito Liberale Italiano, nonché tutta quella miriade di associazioni, iniziative, di personalità del mondo della cultura liberale, laica, democratica, repubblicana, che sono disperse e che in questa fase del "nuovismo" politico sono state vaganti ora tra questo, ora quello schieramento: ospiti qualche volta poco graditi di soggetti politici nati ieri, senza la storia, la tradizione, la cultura dei nostri partiti. Abbiamo anche costituito una componente all'interno del Gruppo Misto della Camera che si chiama Repubblicana, Liberale e Riformatrice. Questo è un segno di presenza parlamentare molto importante. Io pensavo, mentre sentivo parlare dei circoli Spadolini, a quanto sarebbe oggi felice un uomo come Giovanni Spadolini (che, se mi consentite, noi consideriamo tanto della tradizione repubblicana quanto di quella liberale) di questo avvio di un percorso significativo. Afflitti da un certo senso di precarietà, noi pensiamo a immaginare una fase di superamento dell'attuale transizione politica, che è durata troppo a lungo, mentre assistiamo ad un riaccorpamento delle forze politiche per grandi filoni. Il dibattito sul cosiddetto partito democratico, significa che i filoni della tradizione post - comunista e della tradizione post - democristiana, vogliono fare un partito cattolico – comunista: che ben venga, perché è giusto che queste forze che dialogano dai tempi di Dossetti e di Togliatti oggi trovino la loro sede. E' altrettanto giusto che a destra si formi un partito neo - conservatore che aderisce al Partito Popolare Europeo, costituito da Forza Italia e Alleanza Nazionale, uno sforzo che sarà ancora più apprezzato e apprezzabile se riusciranno a portare nell'area dei partiti di questo soggetto politico anche la Lega, dunque al centro. Ci sono grandi movimenti per la ricostituzione di una forza neo - democristiana moderna e sono interessanti i passaggi di questi giorni, apprezzabile anche l'atto di coraggio dell'UDC, spero che un atto di coraggio analogo avvenga all'interno del Congresso della Margherita, Però non si può immaginare di ricomporre la geografica politica italiana senza dare uno spazio e un ruolo - per l'importanza della tradizione dei valori e delle idee di cui sono portatori - alla componente laica, democratica, liberale e repubblicana. Noi abbiamo condiviso insieme pezzi importanti del cammino, qualche volta ci siamo divisi, ma sono convinto che anche coloro i quali, forse più, di tutti hanno accentuato questa divisione, Ugo La Malfa e Giovanni Malagodi - le cui personalità erano tali che forse hanno aggiunto qualche difficoltà in più a questo dialogo – oggi, di fronte a una emergenza nuova, diversa, importante come quella attuale, sarebbero felici di partecipare a questo sforzo che noi stiamo facendo, per creare un soggetto politico o comunque un complesso, un federazione di soggetti politici, che guarda all'Italia del futuro. La nostra storia oggi, pure importante, è mortificata. Pochi giorni fa c'è stato il ricordo del cinquantenario della firma dei Trattati di Roma. Beh, a me, liberale, ha fatto male sentire i nomi illustri, importanti, di tre grandi democristiani come Schuman, come De Gasperi, come Adenauer, e non sentire i nomi di Carlo Sforza e di Gaetano Martino. E' colpa nostra, Francesco, di tutto questo è colpa nostra, perché abbiamo tenuto divisi questi modi. E' merito vostro che avete tenuta accesa sempre, anche nei momenti più bui, più difficili, questa fiamma della tradizione del Partito Repubblicano. Noi, il nostro partito, lo abbiamo ricostituito tardivamente e ci siamo trovati in una difficoltà maggiore. Troppi oggi si dicono liberali senza esserlo, troppi si dicono eredi di una tradizione risorgimentale che ci appartiene, che essi non sanno cosa significhi in termini di principi e di valori. Siamo oggi compiendo questo sforzo, partendo dal comune denominatore di far parte della stessa formazione politica in Europa, il Partito Liberale Democratico Europeo, e immaginando come punto terminale l'obiettivo di partecipare con un'unica lista a quelle elezioni che si svolgeranno nel 2009. Ma, sin dalle elezioni amministrative di questa primavera, dobbiamo fare alcuni esperimenti per cominciare a capire se, finalmente, con uno sforzo di fantasia diverso, con uno sforzo per modernizzare quel grande patrimonio di cui siamo portatori, saremo in grado - anziché fare una unione che sottragga - una unione capace di moltiplicare i risultati, perché l'Italia oggi ha bisogno di una presenza laica, liberale, democratica e repubblicana. Buon lavoro. *Segretario del Partito Liberale Italiano |