La lettera del portavoce della minoranza Sergio Savoldi Al segretario nazionale del PRI con preghiera di comunicazione La minoranza di Riscossa per l'Autonomia Repubblicana ritiene che la Direzione Nazionale del PRI riunita a Roma il 17/12/2002 non possa esimersi dal formulare una valutazione sulle ipotesi di condono articolato che vengono prospettate al paese dalla maggioranza di governo. Alle ipotesi ormai più che certe di condoni fiscali per imposte, bolli,tasse sui rifiuti, si aggiunge anche l'ipotesi di un altro condono edilizio. Il patto fra lo Stato ed i cittadini che gia' viene da tempo mortificato dal funzionamento della giustizia per i cittadini comuni ,dalla situazione della sanita' che penalizza regione per regione i cittadini più deboli , ed in generale dal cattivo funzionamento dei servizi pubblici, riceverà da questa serie di condoni un colpo di grazia. Quale credibilità potra' ancora avere uno stato che premia regolarmente chi non rispetta una delle regole elementari dei paesi civili quale quella di pagare nei tempi e modi stabiliti le imposte? A chi vuole continuare a rivolgersi il governo? Ai cittadini che mantengono fede ai propri impegni o ha ormai deciso che conviene accontentare coloro che si sottraggono ai propri doveri anche perché e' impossibile costringerli a comportarsi in altro modo? E' un resa un resa umiliante, che peraltro non risolverà ovviamente i problemi strutturali del bilancio dello stato. Crediamo che il Pri che già ha espresso dissensi su altre posizioni del governo, ultima l'immissione in ruolo degli insegnanti di religione, non possa che esprimere il proprio dissenso in sede parlamentare anche sulle ipotesi di condono. Dissenso peraltro che è già stato espresso a mezzo stampa dal Presidente del partito. Ci auguriamo che la Direzione Nazionale dia mandato ai propri rappresentanti parlamentari, a cominciare dalla imminente discussione al senato, di esprimere la contrarietà dei Repubblicani ad un tipo di politica fiscale che il PRI ha sempre considerato come appartenente ad uno dei peggiori modi di governare un società civile. Roma 16/12/2002 |