Ma La Malfa rimane pessimista

"A questa legge non c'è alternativa"

Trovare alternative alla legge Finanziaria è un'operazione difficile. E poi vanno mantenuti spazi di democrazia anche nella formazione delle leggi di bilancio.

Parola di Giorgio La Malfa, presidente della commissione Finanze della Camera, controcorrente anche nelle critiche che i suoi colleghi deputati hanno riservato a Palazzo Madama per la lentezza nell'esame della manovra: "Non ho condiviso le polemiche, questa divisione tra Camera e Senato".

Sta parlando dei richiami del presidente Casini?

"Non solo, anche dei capigruppo che hanno contestato i tempi lunghi di Palazzo Madama. Se le critiche del Parlamento al governo sono una normale espressione della democrazia, le barricate tra istituzioni sono sbagliate. Bastano quelle che già ci sono tra Regioni e Stato"

Però la manovra che è tornata a Montecitorio è profondamente diversa da quella che avete votato voi deputati. E il tempo è poco…

"Per arrivare al voto definitivo entro martedì dovremmo cercare di esaminare gli articoli in fretta. Noi in commissione oggi (ieri, ndr) lo abbiamo fatto e il dibattito non è stato strangolato".

I deputati non potranno intervenire sui condoni

"Spazi di modifica ormai non ci sono, a meno che non si voglia rischiare l'esercizio provvisorio. Però sui condoni le opposizioni qualche ragione ce l'hanno; sono una materia importante sia da un punto di vista quantitativo che politico. Io delle perplessità su questo strumento le ho sempre avute e non solo di ordine morale. Sono misure di cortissimo respiro e poi, visto che i condoni sono legati alla riforma fiscale, sarebbe giusto che li avesse fatti il governo".

In generale che impressione ha avuto di questi ultimi giorni di iter della manovra?

"Che Tremonti sia stato lasciato troppo solo".

In che senso?

"Politico. Ho avuto l'impressione, anche leggendo i giornali, che solo negli ultimissimi giorni il presidente del Consiglio si sia mosso per limitare gli emendamenti. Berlusconi deve essere stato preso da altri problemi e ha lasciato troppo spazio ai tecnici. L'anno scorso, mi ricordo, ci fu un lavoro più intenso per creare un clima positivo sulla Finanziaria che è un provvedimento molto difficile. Ci fu, insomma, una maggiore preparazione politica".

Anche lei si iscrive al partito di chi vuole abolire la Finanziaria?

"Uno strumento che moduli nel tempo la spesa rimane necessario. Magari potrebbero stabilire confini più rigidi per gli emendamenti oppure non rimarrebbe che trasformare la Finanziaria in un documento che il Parlamento non può modificare come succede in Inghilterra. Ma secondo me una legge di bilancio "prendere o lasciare" non è pensabile. Al Parlamento vanno lasciati margini di intervento sulla produzione di leggi. I rappresentanti del popolo non si possono limitare a dare o ritirare la fiducia. Cancellare del tutto l'autonomia e la sovranità delle Camere sul bilancio indebolirebbe troppo l'esercizio della democrazia".

Antonio Signorini "Il Giornale" 23 dicembre 2002