Devolution: perché il sen. Del Pennino non ha partecipato al voto finale al Senato

Come preannunciato dal comunicato della Segreteria Nazionale del P.R.I. di martedì scorso, i repubblicani non hanno partecipato al voto finale sulla "devolution" al Senato.

Nella sua dichiarazione di voto, il senatore Antonio Del Pennino ha rilevato che "il tema del cosiddetto federalismo è stato affrontato in questi anni in modo contraddittorio e improvvisato e la principale responsabilità ricade sul centro sinistra che ha introdotto nella passata legislatura una riforma del Titolo V che ha eliminato ogni gerarchia fra i diversi soggetti dello Stato-ordinamento, stabilendo una equiparazione fra Stato, Regioni, Provincie, Città metropolitane e Comuni che non trova riscontro in nessun altro ordinamento costituzionale. Le stesse incongruenze e imprecisioni che vi sono nel testo discusso oggi dal Senato sono figlie della non meditata riforma approvata nella scorsa legislatura".

"Ai repubblicani - ha proseguito Del Pennino - non appare fondata l'evocazione di un pericolo per l'unità nazionale che deriverebbe dall'approvazione della riforma costituzionale che introduce la devolution. Questo è un argomento propagandistico. Il problema vero è rappresentato dalla genericità delle formulazioni contenute nel testo del disegno di legge, che si prestano a contrapposte interpretazioni e saranno quindi motivo di ulteriori conflitti di attribuzione fra Stato e Regioni".

"Per questo - ha concluso Del Pennino - i repubblicani, mentre non intendono associarsi all'atteggiamento strumentale dell'opposizione e confermano la loro fiducia al Governo, nell'attesa che la maggioranza introduca, nei successivi passaggi parlamentari, le necessarie correzioni rispetto sia alla attuale formulazione del Titolo V, sia al disegno di legge sulla devolution, correzioni cui il P.R.I. non farà mancare il suo contributo propositivo, non partecipano oggi al voto".

Roma, 5 dicembre 2002