Mozione n° 1 (maggioranza) Il Presidente del 43° Congresso nazionale ha comunicato il testo delle due mozioni approvate (mozione n. 1 voti 15.722 pari al 66,11%, seggi 99) (mozione n. 2 voti 8.014 pari al 33,89%, seggi 51) e la composizione dei Consiglio Nazionale eletto, che pubblichiamo: Il 43° Congresso Nazionale del PRI, ascoltata la relazione e la replica del Segretario Nazionale Francesco Nucara, le approva. Riconferma la scelta, già compiuta al Congresso di Bari, dell'alleanza con la coalizione di maggioranza e del pieno sostegno al governo Berlusconi, pur nella riaffermazione della propria identità e nella difesa intransigente di quelli che sono i punti irrinunciabili del proprio programma politico. ****** Il 43° Congresso Nazionale del PRI in coerenza con la tradizione del Partito nel riconfermare l'impegno europeista riafferma la necessità che la costruzione unitaria dell'Europa avvenga nel quadro di una riaffermata alleanza con gli Stati Uniti d'America nella difesa e nella promozione dei comuni valori di libertà e di democrazia. In questo contesto riafferma la necessità che il governo italiano affianchi lo sforzo degli Stati Uniti nella lotta al terrorismo, che rappresenta la nuova e insidiosa minaccia nei confronti delle democrazie occidentali e che va combattuto non solo attraverso un'attenta sorveglianza ma anche nei suoi santuari e negli stati che offrono coperture e finanziamenti alle organizzazioni terroristiche. Riconferma pertanto il pieno sostegno alla decisione assunta dal governo Berlusconi di inviare truppe italiane in zona operativa in Afghanistan ed esprime piena solidarietà a tutti i militari impegnati all'estero. Il 43° Congresso Nazionale del PRI auspica stabilità e pace nell'area mediorientale, nell'ambito di un processo che comporti il pieno riconoscimento dello Stato di Israele e del suo diritto a vivere entro confini riconosciuti e sicuri da parte di tutti i paesi dell'area e la formazione di uno stato palestinese che rompa decisamente e definitivamente con tutte le organizzazioni terroristiche. Tale processo può essere favorito dall'Unione Europea solo in stretto raccordo con l'iniziativa politica e diplomatica degli Stati Uniti. ****** Il 43° Congresso Nazionale del PRI fa proprio il documento approvato dalla Direzione Nazionale sulla legge finanziaria nella sua seduta del 17 ottobre. Pur riconoscendo le difficoltà dell'economia internazionale in cui il governo è costretto ad operare, ritiene che debbano essere ricercate soluzioni idonee a stimolare maggiormente lo sviluppo produttivo, indispensabile per riassorbire la disoccupazione soprattutto nelle aree meridionali. In questo contesto valuta criticamente lo scarso sostegno che viene accordato alla ricerca scientifica e all'innovazione tecnologica, veicolo principale per far crescere l'economia italiana nei settori ad alto contenuto tecnologico e per favorire le innovazioni di prodotto, gli uni e le altre indispensabili per mantenere il passo con gli altri paesi sviluppati. ****** Il 43° Congresso Nazionale del PRI ritiene che, subito dopo l'approvazione della finanziaria, debba essere elaborato dal governo e dalla sua maggioranza un vero e proprio programma economico che, partendo dalle condizioni dell'economia interna ed internazionale, definisca le via per una ripresa ed una accelerazione dello sviluppo. Tale programma deve perseguire due obiettivi: per un verso liberare risorse attraverso riforme indifferibili, in primo luogo quella previdenziale, e per altro verso orientando tali risorse in direzione delle tre priorità del paese: Mezzogiorno, impresa, ricerca scientifica. Tali priorità vanno colte come le grandi opportunità del paese, in grado di assicurare quella riconversione economica e produttiva che la stessa recente crisi della FIAT rende improcrastinabile. ****** Il 43° Congresso Nazionale del PRI, partendo da queste considerazioni, lancia la proposta di un vero e proprio progetto per l'Italia, che abbia per obiettivo quello di definire e qualificare il ruolo dell'Italia nel processo di globalizzazione. Tale progetto non può limitarsi ad una mera ripartizione delle risorse esistenti ma deve mirare allo sviluppo e alla trasformazione del paese, puntando sulle priorità che sono state prima ricordate. ****** Il 43° Congresso Nazionale del PRI fa proprie le impostazioni programmatiche contenute nella relazione e nella replica del Segretario Nazionale in materia di giustizia, di immigrazione, di riforma radiotelevisiva. Impegna gli organi espressi dal Congresso stesso a mettere a punto proposte di riforma costituzionale ed elettorale partendo da quanto già elaborato in questa materia nel corso dell'ultimo anno. ****** Il 43° Congresso Nazionale del PRI esprime un giudizio fortemente critico e grande preoccupazione sull'evoluzione della sinistra italiana, che oscilla tra proposte riformiste e atteggiamenti massimalisti, nell'ambito di una tendenza di fondo che vede questi ultimi prevalere nettamente sulle prime. Tale evoluzione rischia pertanto di trasformarsi in una involuzione, in un processo che vede prevalere il movimentismo estremista sulle posizioni moderate e che ha trovato nel recente voto sull'invio degli alpini in Afghanistan un allarmante segnale. ****** Il 43° Congresso Nazionale del PRI sottolinea positivamente il processo di rilancio politico, organizzativo ed elettorale del partito, che ha già trovato una conferma significativa nel turno amministrativo della scorsa primavera. Ritiene che la strada intrapresa debba essere ulteriormente rafforzata e perseguita, in uno stretto collegamento tra i vertici del partito e le sue strutture periferiche ed in coerenza con le alleanze nazionali del partito, per rafforzare l'immagine unitaria e l'iniziativa politica del partito stesso. Dà mandato agli organi eletti dal Congresso stesso di rendere operativa tale linea politica, nell'ambito del nuovo Statuto approvato all'unanimità dall'Assemblea Congressuale. Fiuggi, 27 ottobre 2002 Mozione n° 2 (minoranza) I Repubblicani italiani riuniti a Fiuggi per il 43° congresso nazionale del 25, 26, 27 ottobre 2002 Letta la relazione del segretario nazionale non l'approvano, ritenendola inadeguata alle gravi condizioni in cui versa il partito. A) Rilevano che le motivazioni che erano state addotte dalla maggioranza del PRI a Bari per aderire allo schieramento di centrodestra, si sono rivelate inconsistenti o sono state disattese. La visibilità che doveva costituire il primo passo per il rilancio del partito è addirittura ormai inesistente. Non veniamo nemmeno invitati ai vertici di maggioranza. Qualunque giudizio sul centro destra è anticipato da una valutazione di negatività sulla posizione personale di Berlusconi che per i suoi interessi privati non può di fatto essere obbiettivo come premier su troppe questioni importanti della vita pubblica. Questo peraltro era il giudizio dato dal PRI al congresso di Chianciano. La scelta di campo dei Repubblicani, prima degli schieramenti e degli stessi contenuti era sempre stata quella di privilegiare innanzitutto il rispetto dei valori morali, di etica nei comportamenti e di assoluto rispetto delle istituzioni. In politica estera assistiamo preoccupati ad un allentamento dell'impegno per l'integrazione politica europea a fronte di rapporti bilaterali spesso in disaccordo con gli altri partner della unione. La politica economica promessa da Berlusconi di sviluppo, di allentamento del dirigismo e di lotta all'assistenzialismo e al corporativismo si è rivelata impraticabile da parte di questo governo, che si è dimostrato gravemente inadeguato ad affrontare la complessità di una crisi globale, ma anche l'ordinarietà di problemi interni. La finanziaria, che peraltro gode della tregua concessa all'Italia dalla UE fino al 2006, in ordine al pareggio di bilancio, presenta sgravi fiscali per le fasce più deboli, ma sottace che questi saranno vanificati dallo stato di crisi in cui verseranno gli enti locali con il tagli dei trasferimenti, riduzioni che causeranno tagli ai servizi che peggioreranno o che dovranno essere pagati dai cittadini, il tutto aggravato dal blocco delle addizionali irpef. L'annunciata rivolta degli enti locali dimostra quanto demagogica sia questa manovra. Il blocco di fatto degli investimenti per le infrastrutture, la revoca di aiuti alle imprese, la difficoltà di mantenere con sindacati e imprenditori gli impegni del Patto per l'Italia hanno generato un diffuso malcontento anche delle organizzazioni di categoria, e sono un altro termometro degli errori e delle improvvisazioni del centro destra. Stanno emergendo contraddizioni nella casa delle libertà anche sul federalismo: la Lega vuole un federalismo spinto, mentre la politica del governo appare sempre più accentratrice annullando ogni forma di decentramento di funzioni e competenze. B) Constatano che l'opposizione in questo paese non riesce nè a darsi una linea di condotta comune né ad indicare un leader, divisa tra incerti riformisti come i DS di Fassino, con la Margherita in forte difficoltà ed una sinistra sempre più antagonista dei Verdi, dei comunisti italiani, del correntone DS, con Rifondazione che li vede sempre più vicini a sé. Clamorosa è la vicenda degli alpini in Afghanistan. Con queste premesse il centrodestra non verrà messo in difficoltà per molto tempo, pur tra le sue contraddizioni, ed il paese rischia di scivolare verso un autoritarismo paternalista e peronista. C) Prendono atto che centrodestra e centrosinistra appaiono disinteressati ad una difesa reale dello stato laico. Sulla scuola, sulla famiglia, sulla immigrazione, sulla ricerca scientifica, sulla bioetica, i due poli appaiono sempre più spesso condizionati dalle gerarchie ecclesiastiche. Addirittura, in politica estera, l'episodio dei palestinesi da ospitare dopo l'assedio di Betlemme dimostra la dipendenza dalla politica vaticana verso il mondo arabo. Sulla vicenda dei Savoia poi, il PRI ha cambiato completamente l'atteggiamento di contrarietà al loro rientro dopo l'alleanza con il centro destra, senza una spiegazione di qualche credibilità. D) Affermano che un'iniziativa Repubblicana per costituire in Italia un nucleo di una forza repubblicana liberaldemocratica di tipo Europeo è, non solo una indicazione strategica per il PRI, ma una necessità per il paese, bloccato da un bipolarismo che non funziona e che mortifica le istituzioni. La battaglia per il ritorno al proporzionale è una prima via obbligata verso le prospettive di terza forza. L'uscita dal centrodestra e l'assunzione di una posizione autonoma è la premessa politica indispensabile. E) Ritengono che l'elaborazione di un programma politico che aggiorni il patrimonio repubblicano da Mazzini a Ugo La Malfa, deve essere lo strumento essenziale per riaffermare la attualità del Repubblicanesimo come possibile alternativa politica e non solo nel nostro paese. F) Sono convinti che un partito aperto, che discute senza automatismi di posizioni politiche dal centro alla periferia, sia lo strumento indispensabile per far crescere quadri responsabili e motivati. Al congresso di Bari l'allora segretario nazionale aveva garantito la piena autonomia delle strutture locali: quello che è avvenuto successivamente anche con la nuova segreteria ha ampiamente disatteso quell'impegno. L'autonomia delle realtà locali, garantita da uno statuto aggiornato e condiviso, per iniziativa di riscossa repubblicana è la premessa di una reale democrazia interna e di efficacia del confronto politico fra le diverse anime del partito. Non possiamo sprecare l'ennesima occasione per il PRI di tentare un rilancio della scuola Repubblicana. Difendere con miopia posizioni utilitaristiche sarebbe la fine di una grande speranza che i nostri padri hanno saputo alimentare pur di fronte a mille avversità. Fiuggi, 27 ottobre 2002 CONSIGLIO NAZIONALE
|