Il saluto del Presidente del Consiglio Berlusconi a La Malfa e Nucara per il 43° Congresso

Caro Giorgio e caro Francesco,

purtroppo sono impossibilitato a prendere parte, come avrei vivamente desiderato, al 43° Congresso del Partito Repubblicano Italiano, a causa di concomitanti impegni di carattere internazionale.

Ne sono sinceramente dispiaciuto, anche perché lo considero un appuntamento importante per la nostra democrazia, per i rapporti tra le forze politiche che aderiscono alla Casa delle Libertà e per l'azione complessiva del Governo.

Il Governo che ho l'onore e l'onere di rappresentare è impegnato a realizzare il patto sottoscritto con gli elettori, cioè l'insieme delle riforme da cui dipende la modernizzazione dello Stato e lo sviluppo dell'economia del nostro Paese, nelle nuove condizioni internazionali succedute all'evento dell'11 settembre del 2001 che ha cambiato il corso della storia.

Il successo di questo progetto di cambiamento dipende non solo dalla capacità dei singoli ministri e del Governo nel suo insieme, ma anche dal grado di coesione delle forze politiche che lo sostengono.

La diversità di tradizioni politiche e di opinioni che coesistono all'interno della nostra maggioranza non devono essere scambiate per un problema perché rappresentano viceversa una vera e propria ricchezza che deve poter consentire di individuare le soluzioni migliori ad ogni problema, in uno spirito unitario di confronto, di collaborazione e di rispetto reciproco.

In questo ambito, anche la tradizione laica e democratica dei repubblicani costituisce una risorsa per l'intera coalizione, un patrimonio di valori e di proposte che devono poter essere valorizzate a beneficio della migliore attività del Governo.

Sia per quanto riguarda l'economia, in particolare la ricerca e l'individuazione delle soluzioni più efficaci alle attuali difficoltà della congiuntura internazionale, sia per quanto riguarda le nuove responsabilità che il nostro Paese ha assunto nella politica estera, dagli amici repubblicani mi attendo un rilevante, libero e autonomo contributo di idee e proposte.

Riguardo in particolare alla politica estera, sono certo che, in questo difficile frangente, la tradizione repubblicana e atlantica di cui il Pri è stato, in questi ultimi cinquant'anni, testimone coerente e intransigente, saprà ancora una volta contribuire a indicare all'Italia un ruolo consono alle proprie responsabilità.

Vi auguro buon lavoro e vi saluto con affetto

Silvio Berlusconi