Un intervento del premier

Spadolini e l'idea di una nuova Italia

Il seguente articolo, che ci ha inviato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per ricordare i dieci anni dalla scomparsa di Giovanni Spadolini, non è stato inserito nel numero di giovedì 4 agosto per ragioni tecniche.

di Silvio Berlusconi

Giovanni Spadolini fu un italiano raro perché capace di posizioni ferme e allo stesso tempo di mediazioni intelligenti, caute, pazienti. Ciò che di lui resta memorabile è proprio la sua capacità di operare sintesi politiche che non costituivano mai delle banali somme di frammenti diversi, ma delle vere e intelligenti invenzioni che nascevano da molte e diverse radici. Da democratico liberale aveva dedicato una parte importante della sua vita allo studio del dissenso cattolico, all'idea del "Tevere più largo", della definitiva conciliazione fra l'anima cattolica liberale e quella laica liberale di un'Italia perennemente lacerata. Della democrazia aveva un'idea severa. Amava il rispetto ed amava l'ordine, non tollerava le sopraffazioni faziose e non sopportava alcuna forma di villania. Mentre si sforzava di "allargare il Tevere", riconosceva come casa sua quella dei laici repubblicani e se fu un deciso anticomunista, non fu mai anti socialista, anche se detestava lo spirito azionista che ancora permeava sia il Partito repubblicano che quello socialista. E riuscì in un certo senso a smussare persino alcuni angoli del pensiero di Ugo La Malfa, che dell'azionismo era una voce autorevole. Ma con La Malfa condivideva l'idea del "debito con Benedetto Croce" che la sua generazione sentiva molto forte e che simboleggiava il miglior antifascismo e il miglior anticomunismo, il progetto di un'Italia evoluta nella sua stessa cultura. Così come con Rosario Romeo, l'autore della monumentale biografia di Cavour, condivideva la cultura risorgimentale che ispirò sempre il suo sentimento di italiano e la sua azione politica.

Uno dei suoi più stretti amici e sodali in questo, nell'apprezzamento della cultura liberale di Croce, fu il filosofo Lucio Colletti, il più importante intellettuale che abbia aderito a Forza Italia e che purtroppo una morte prematura ha strappato all'impegno politico.

Spadolini era refrattario all'ipocrisia politica: amava la retorica ma sempre di alto tenore, austera e autorevole senza mai essere aulica. Tuttavia, come ho ricordato all'inizio, la sua qualità migliore, la più attuale, quella che ancora ci serve da modello e da oggetto di studio era l'attitudine naturale alla mediazione, alla ricucitura degli strappi, alla produzione di sintesi, al superamento dei contrasti. In questa vocazione, sempre fortificata dalla sua cultura straordinaria, Spadolini si muoveva secondo moduli che avevano come predecessori quelli di Giovanni Giolitti ed Alcide De Gasperi, i due italiani che più di tutti hanno lavorato per unire anziché per dividere, due italiani che per questa loro volontà costruttiva subirono violenti ed ingiusti attacchi intessuti di rancore e di odio. Spadolini non odiava mai.

Disprezzava spesso, ma privatamente. Ed aveva un coraggio severo che faceva a pugni con l'immagine popolare di uno Spadolini duttile. Nei confronti dell'integralismo islamico fu il primo a capire che la risposta dell'Occidente doveva essere netta e senza esitazioni. Segretamente arrivò perfino a non disapprovare l'invasione sovietica dell'Afganistan pensando che si trattasse di una operazione chirurgica di contenimento dell'aggressività fondamentalista contro l'Occidente. Ministro della Difesa nel governo Craxi manifestò apertamente il suo malcontento per come erano andate le cose durante l'affare Achille Lauro e il fronteggiamento fra italiani e americani a Sigonella.

Il suo schieramento per la difesa dell'Occidente era intransigente. Ma il suo obiettivo principale restò sempre quello di creare una nuova Italia.

Come si vede, gli elementi di vicinanza fra noi e lui sono molti, e sono certamente più importanti delle differenze. L'Italia ha sempre lamentato un eccesso di padri della Patria che a varie riprese e in diverse maniere si sono impossessati del suo passato. Spadolini ambiva ad essere un padre della patria del futuro, e questa ambizione è certamente la stessa che ci sentiamo di condividere pienamente.