Intervista a Giannantonio Mingozzi/Bilancio positivo per Ravenna e per l'Edera

Porto e Università, le carte vincenti del vicesindaco

di Chiara Capotondi

Abbiamo intervistato il vicesindaco di Ravenna, Giannantonio Mingozzi, al suo secondo mandato nelle liste del Pri che, in Emilia Romagna, corre con l'Unione. Mingozzi ha la delega per il Porto ed è incaricato per l'Università e la Cultura.

Vicesindaco, qual è il bilancio della sua attività di questi anni?

"Molto positivo, lo dico non per me ma per quello che abbiamo fatto e che stiamo portando a termine, e soprattutto per il mio partito, che è la cosa a cui più tengo in assoluto".

Come gestisce la delega al Porto? E quella per l'Università?

"Porto e Università sono due deleghe affascinanti e impegnative: per la prima conto sulla collaborazione di oltre 100 imprese e operatori portuali tra i più qualificati d'Italia. Per la seconda, in cinque anni le sei facoltà ravennati hanno raggiunto i 4000 iscritti, oggi spero di poter aiutare i nuovi laureati a trovare le migliori occasioni nel territorio di Ravenna".

Trend positivo relativo alla crescita del turismo nell'Emilia Romagna. Si parla di un 5% in più di affluenza di stranieri rispetto allo scorso anno. Come intendete mantenere un risultato del genere?

"Diversificare l'offerta e mantenere prezzi accessibili".

Contrariamente a quanto accade in Sardegna con l'amministrazione Soru.

"Esatto, bisogna lavorare sui prezzi. Questa è la chiave. Non si può pensare di aumentare a dismisura prezzi di lettini e ombrelloni da una stagione all'altra, offendo sempre lo stesso prodotto, né si può credere che basti il mare. La gente chiede sempre di più. Qui in Romagna abbiamo molte discoteche, molti intrattenimenti, non solo per ragazzi, ma anche per famiglie, e stiamo puntando anche sulle risorse culturali".

A proposito di discoteche, cosa pensa della prova del "palloncino", voluta dal governo Berlusconi per testare il tasso alcolico di chi è alla guida? Come cercate di arginare la situazione di ragazzi che alzano troppo il gomito?

"Quello che davvero funziona è l'intervento delle forze di polizia con tanto di etilometro sulle strade principali".

Il Pri in Emilia sta con L'Unione. In cosa si differenzia, se si differenzia, il vostro programma da quello del centrosinistra?

"Una maggiore attenzione alle infrastrutture. In particolare, per quanto ci riguarda, una decisa opzione verso la nuova autostrada e55 ‘Orte - Venezia', che dovrà recuperare il rischio dell'isolamento di Ravenna da un punto di vista stradale e ferroviario; una decisa sterzata per il rilancio del porto, per costruire maggiori servizi nel forese, per un rapporto con l'imprenditoria franco e meno burocratico".

Politicamente quali crede siano i maggiori pregi del Sindaco Matteucci, rispetto all'ex sindaco Mercatali?

"Matteucci ha un forte senso della coalizione, il carissimo amico Mercatali era più impulsivo e a volte decideva e poi informava: sono due personalità diverse ma entrambe consapevoli che a Ravenna il rapporto con i Repubblicani è fondamentale. Con il Pri, pertanto, è sempre bene anticipare i problemi, prima di affrontarli pubblicamente".

Venite considerati "l'altra sinistra"?

"Sicuramente".

Per quali motivi venite visti come "l'altra sinistra"? Quali sono i punti salienti che vi distanziano dal centrosinistra?

"La sinistra storica, a Ravenna e in gran parte d'Italia, quella laica composta di operai, braccianti ed una popolazione espressione di una società laica, anticomunista e per certi aspetti anticlericale, quella che ha fatto la Resistenza e ha lottato contro il fascismo, è stata ed è repubblicana: noi siamo quell'altra idea della sinistra. Per esempio, in politica estera, qualche frizione a Ravenna con Rifondazione c'è, così come con la Margherita e con parte dei Ds sul tema della scuola pubblica e privata, e anche sul Museo del Risorgimento".

E' stato semplice ottenere il simbolo del Pri per le elezioni?

"Quando di fronte ci sono persone e responsabili di partito - a Roma come a Ravenna - che mantengono gli impegni e si comportano con reciproco rispetto, il simbolo non deve essere un problema, semmai un reciproco interesse ed una comune opportunità: così è stato per Ravenna ed abbiamo avuto modo di renderne merito pubblicamente al segretario Nucara, come egli ha fatto con noi, complimentandosi per l'ottimo risultato elettorale".

Che conseguenze pensa possa avere la situazione di Forlì?

"Ho già detto in un'intervista al ‘Resto del Carlino' che chi sta nelle giunte rappresenta il Pri e non altri; il problema va posto anche agli alleati del centrosinistra, in particolare ai Ds, e va posto come partito romagnolo. Mi auguro una ricomposizione e, soprattutto, che l'espressione dei repubblicani romagnoli ritrovi un proprio minimo comune denominatore in vista del Congresso Nazionale. Quanti vogliono rientrare nel Pri debbono trovare la porta aperta, quanti ritengono che, uscendo dal partito, abbiano gratifiche e ponti d'oro, si sbagliano, perché si troveranno tra qualche anno abbandonati in balia di se stessi, come già successo più volte in Romagna".

Crede sia reale l'idea del Pri economicamente più in linea con la destra e politicamente più con la sinistra?

"Assolutamente d'accordo con questo assunto".

A questo punto, come vive l'idea del governo Prodi di tassare con aliquota massima al 43% coloro che raggiungono i settantamila euro annui, contrariamente al tetto di centomila previsto dal governo Berlusconi?

"Mi sembra incredibile che in un Paese dove ci sono centinaia e migliaia di evasori, che magari hanno il panfilo attraccato in Costa Azzurra o in Sardegna, siamo ancora a parlare di fasce di ricchezza: il vero problema non è 70 o 100 mila euro ma un sistema fiscale che coinvolga i cittadini ricchi o meno, e li renda disponibili a farsi parte in causa delle sorti del Paese, ovviamente con equilibrio e con la consapevolezza che, senza l'impegno dei singoli, ogni sistema di tassazione è destinato a fallire".

Cosa pensa del Decreto Bersani rispetto alle autonomie locali?

"Bersani è un ottimo ministro, uno dei migliori di questo governo. Spero che, oltre ai decreti, pensi soprattutto a come rendere effettiva una maggiore autonomia di tributi e di opportunità fiscali dal centro agli enti locali. Questa è la vera riforma che ci si aspetta dal governo Prodi, affinché ogni ente risponda delle tasse che percepisce dai cittadini".

Licenze dei taxi e farmaci "da banco" nei supermercati?

"Sono personalmente favorevole. Non mi dispiace l'idea di poter trovare dei medicinali nei supermercati, così come credo ci sia bisogno di un maggior numero di licenze".

Parentesi privacy, parliamo delle proposta veltroniana di combattere la prostituzione capitolina con l'ausilio di telecamere. Che ne pensa?

"Può essere uno strumento in più ma non risolve il problema. Bisogna coinvolgere le forze dell'ordine che devono fisicamente fermare il cliente. Solo così sarà possibile porre un freno al fenomeno".

Passiamo ai "grandi temi" di questi giorni. Cosa pensa del caso Telecom?

"Non sono affatto d'accordo che si stenda una pietosa pietra sopra uno scandalo di cui ancora non si sa né il mandante né le finalità: a Ravenna, per istituire la video sorveglianza con telecamere, siamo impazziti, alla ricerca di tutti i permessi per la tutela della privacy. E poi ci ritroviamo con migliaia di cittadini spiati non si sa bene da che e per che cosa: sono due facce della medaglia che un paese ed una civiltà avanzata non possono tollerare".

Eutanasia. Per il Pri e il segretario Nucara rappresenta un diritto inviolabile.

"Io sono personalmente contrario, ma è una mia posizione. Credo la vita appartenga all'imponderabile. Ammetto una visione meno laica del solito".

E il testamento biologico?

"Ci si può pensare. Mi sembra più ragionevole".

Certo è che bisognerebbe portare in Parlamento quanto prima il problema dell'accanimento terapeutico.

"Questo è sicuro. Ho vissuto esperienze personali che mi spingono a parlare di urgenza per quanto riguarda questo aspetto".