La Malfa: rilanciare il Paese con liberalizzazioni e hi-tech

Quando manca un mese dall'approvazione del piano nazionale per Lisbona da parte del Cdm del 14 ottobre, il ministro delle politiche comunitarie, Giorgio La Malfa, ha illustrato a "Italia Oggi" (14 settembre) i contenuti della strategia di politica economica che i governi europei proporranno a Lisbona per il 2006 - 2008. "L'obiettivo – ha detto La Malfa – è trasformare quello italiano in un sistema economico ad alta competitività".

Quali le cause di questa tendenza al declino?

L'affievolirsi della libera iniziativa, con la conseguente perdita di competitività e produttività. Dai tassi di sviluppo del 6% annuo degli anni '50, si è passati allo 0 degli ultimi tempi.

Come spiega il rallentamento dell'ultimo quinquennio?

Con l'ingresso nell'euro è diventato impossibile l'uso di sussidi alle imprese e di svalutazioni competitive. Ora è tutto più difficile, per la concorrenza dei paesi emergenti e per i rincari di energia e di materie prime.

Una sorta di tenaglia. Come se ne esce?

E' qui che l'Europa ci aiuta, perché ci chiede un programma triennale di rilancio.

E questo piano è pronto?

A metà ottobre lo approveremo e qualche giorno prima il testo sarà disponibile per il confronto con ministri e forze politiche. Il comitato tecnico presieduto da Paolo Savona, comunque, si è tenuto in stretto contatto con i ministri interessati, in particolare con quello dell'economia.

Su quali basi ha lavorato?

L'Ue ha chiesto di indicare gli obiettivi che ciascuno stato si assegna per il periodo 2006 - 2008 e di spiegare le ragioni delle scelte. Che parte da 24 linee guida proposte dalla Commissione. Noi ne abbiamo individuate 5.

Che cosa propone l'Italia?

Interventi orizzontali come le liberalizzazioni. Sono provvedimenti senza costi, ma politicamente impegnativi. Poi progetti per spostare il paese verso la frontiera delle nuove tecnologie.

Per questi progetti dove troverete i soldi?

Con incassi una tantum, con una trasformazione degli asset.

In parole chiare?

Per esempio, cedere immobili pubblici che non servono e utilizzare le risorse per rendere più efficiente la dotazione di asset.

Pensa che un tale sistema otterrà il via libera dall'Europa?

Trasmetteremo il nostro piano a Bruxelles con allegato l'accordo tra l'Italia e l'Ecofin che ha stabilito i tempi di rientro del deficit. Ciò per dire che Maastricht non si tocca.

Quanto prevedete di incassare con questa trasformazione degli asset?

In questi anni sono entrati miliardi di euro con operazioni simili. In ogni caso per finanziare i progetti pensiamo di mettere a punto iniziative che richiedono importi superiori a quelli disponibili e di farle partire man mano che arriveranno i soldi.

Tra le liberalizzazioni ci sarà anche quella delle professioni?

Sarà uno dei temi più delicati della direttiva servizi che il piano affronterà.

Come si collega il piano per Lisbona con la Finanziaria?

Il primo conterrà le misure straordinarie di sostegno all'economia, la seconda le ordinarie.

La manovra sarà più vicina a 17,5 miliardi o si avvicinerà a 25?

Se 11,5 miliardi serviranno a ridurre il deficit per aumentare la somma complessiva bisognerà trovare altri risparmi. Non sarà facile.