Consiglio nazionale del 20 settembre/La relazione del segretario Nucara

L'impegno del Pri per le riforme e lo sviluppo

Ritengo che una relazione al Consiglio Nazionale debba contenere principalmente i temi in discussione e le indicazioni di marcia e debba avere un carattere aperto e di indirizzo del dibattito, ma soprattutto non deve essere lunga, ripetitiva di tutto ciò abbiamo detto e fatto. Oggi quelle che sono le posizioni del partito e della segreteria sono scritte quotidianamente nella "Voce repubblicana" che rappresenta il filo conduttore reale delle nostre posizioni che non occorre ripetere in questa sede, anche per lasciare spazio a chi non ha occasione di intervenire come noi quotidianamente.

La situazione politica, dopo la pausa estiva, si è rimessa in movimento su molti fronti, sia nel campo della politica estera, sia su quello interno, sia nei progetti per le riforme costituzionali che nella discussione della modifica dei meccanismi elettorali. Ed inoltre sullo sfondo della nostra di-scussione, come ho avuto modo di dire sulla Voce, c'è il tema del partito, del suo rafforzamento delle sue scelte e tra queste quella dei rapporti interni. Mi auguro che oggi l'attuale dialettica interna possa trovare in questo Consiglio Nazionale un ulteriore momento di rafforzamento, concreto con l'ingresso della minoranza in direzione.

Una situazione politica in movimento quella del Paese - dicevo all'inizio - con la presenza preminente dalla grande questione della lotta al terrorismo internazionale che ha fatto di volta in volta sentire il suo messaggio di morte e che vede gli Usa sempre più nel mirino, impegnati come sono a circoscrivere le conseguenze striscianti delle guerra in Irak, dove il processo di pace si scontra con una serie di fattori religiosi che ne ritardano gli sbocchi.

In questo quadro il PRI deve ribadire la sua solidarietà nei confronti degli Usa, capofila di una battaglia combattuta nell'interesse di tutti. Un particolare apprezzamento va espresso al Governo italiano per la sua difesa di Israele e per la scelta di isolare le organizzazioni internazionali del terrorismo che trovano nell'aria medio-orientale un habitat favorevolissimo.

Sul piano interno la situazione politica italiana non è delle più rosee. Non lo è nel centrodestra e non lo è nemmeno nel centrosinistra.

Le ali estreme, come dice Giorgio La Malfa, nell'uno e nell'altro schieramento ingessano la politica italiana.

Questa posizione del presidente del PRI viene contestata da Augusto Barbera.

Barbera nell'immediato potrebbe avere ragione ma le tesi di La Malfa e la loro applicazione su un terreno politico – parlamentare - istituzionale hanno bisogno di qualche decennio per maturare pienamente e realizzarsi, come la storia recente e meno recente ci insegna.

I Repubblicani, che spesso con le loro intuizioni hanno anticipato i processi politici, con l'attuale sistema elettorale vivono momenti di marginalità.

Siamo in un periodo in cui alla forza della ragione si contrappone la ragione della forza.

E questa condizione l'abbiamo ampiamente sperimentata nel centrosinistra, quando questa coalizione pensava di poter governare per l'eternità.

In questa nuova collocazione per il PRI non sono tutte rose e fiori pur tuttavia, c'è considerazione per il nostro pensiero e per la nostra storia e per le nostre proposte.

Abbiamo partecipato ai vertici per le riforme Istituzionali. Certo avremmo voluto che un nostro rappresentante fosse stato presente a Lorenzago per dare contributi durante la elaborazione del progetto di riforma.

Dobbiamo però sottolineare come non siamo stati invitati per prendere atto di un progetto.

Infatti i suggerimenti e le proposte di Antonio Del Pennino sono stati recepiti e inseriti nella proposta poi approvata dal Consiglio dei Ministri, come sono state recepite alcune osservazioni tecniche suggerite dall'amico Frosini.

Come abbiamo scritto sulla Voce salutiamo con soddisfazione questa ripresa riformatrice della maggioranza e ci auguriamo che nel corso dell'iter parlamentare le forze di opposizione non facciano mancare, per scelte aventiniane, il loro contributo a un disegno che vuole innovare l'architettura istituzionale della repubblica, così come è stato molte volte richiesto dalle forze di sinistra.

L'amico Riccardo Bruno segue le riforme elettorali mentre Italico Santoro segue le riforme sulla giustizia e Pino Vita i problemi degli enti locali. Nel contempo il segretario del PRI ha seguito di persona la legge finanziaria sia in incontri diretti con il ministro Tremonti sia in incontri collegiali presieduti da Berlusconi.

Non mi illudo e non voglio illudere nessuno sulla nostra capacità di incidenza ma posso assicurare il Consiglio Nazionale che visti i conti che presenta Tremonti lo spazio per interventi è limitatissimo anche per forze politiche che hanno una consistenza maggiore di quella del PRI.

Possiamo fare una prima analisi della Finanziaria.

Al di là delle tabelle dei vari Ministeri che pure ci sono state consegnate tentiamo di fare un'analisi sull'impostazione della finanziaria.

Come dice qualcuno è una finanziaria che ci permette di galleggiare invece che affondare.

La manovra sarà di 16 miliardi di euro e finalmente si accenna a finanziamenti per la ricerca, mentre delle risorse saranno convogliate per avviare un processo di risoluzione del problema siccità.

So benissimo che qualche consigliere nazionale ci parlerà di deficit, di PIL, di indebitamento, di promesse non mantenute e via discorrendo.

Se si vuole parlare di tutto ciò va benissimo purtroppo però la finanziaria approvata nel 2001 e le successive non avevano previsto l'11 settembre e oggi dobbiamo rispettare i vincoli macroeconomici e affrontare le riforme strutturali che ci vengono sollecitate dagli organismi internazionali.

Parleremo pure del condono edilizio. La posizione mia è stata espressa in interviste e dichiarazioni di questi giorni.

Se l'abusivismo assume queste proporzioni le responsabilità devono essere larghe e diffuse e lontane nel tempo.

E' chiaro che io come voi sono contro tutti i condoni ma in politica bisogna guardare in faccia la realtà e adoperarsi per cambiarla se questa realtà non ci piace non bastano le dichiarazioni di principio. Non contano nulla quando non sono sostenuti da ragionamenti e da soluzioni congruenti.

E sforziamoci di ragionare: il governo del territorio è di competenza degli enti locali (Regioni, Province, Comuni); la vigilanza sull'applicazione delle norme di attuazione dei Piani Regolatori è affidata ai Comuni. E' del Governo la colpa dell'abusivismo?

Supponiamo che i condoni non vengano regolati normativamente l'abusivismo scompare o sarà perpetuato, considerato che non si vede abbattere in giro per l'Italia nemmeno una verandina?

Le Regioni che protestano contro il condono hanno torto perché non hanno approvato le leggi urbanistiche e non hanno vigilato come non vigilano sulle pensioni di invalidità.

Cogliamo l'occasione di sfatare una leggenda. Nell'immaginario comune le pensioni di invalidità per motivi clientelari e assistenziali sono patrimonio del Mezzogiorno d'Italia.

Nella realtà sono le regioni centrali che concedono il maggior numero di pensioni di invalidità con il piccolo piccolissimo problema che loro le concedono e lo Stato le paga. La Regione che porta il primato di queste concessioni è l'Umbria rossa.

Vorrei ricordare al Consiglio Nazionale che come ho detto già nel Consiglio del 5 luglio e poi in Direzione che la riunione di oggi sarebbe stata dedicata all'organizzazione della campagna elettorale repubblicana della prossima primavera.

Non sfugge a nessuno la complessità di questa tornata elettorale per l'intrecciarsi della consultazione per il rinnovo del Parlamento europeo con le consultazioni per il rinnovo di 63 consigli provinciali e di moltissimi consigli comunali di cui circa 40 comuni di capoluogo.

Cercheremo di svolgere un ragionamento a leggi elettorali invariate.

Sappiamo che molto probabilmente così non sarà ma non abbiamo idea di quel che sarà.

A mio avviso il PRI è nelle condizioni di porsi l'obiettivo del raggiungimento dell'1% sul territorio nazionale.

Porsi un obiettivo non significa raggiungerlo.

Per tentare di raggiungerlo il PRI si deve mobilitare tutto e in tutte le sue articolazioni. Sarà una battaglia di sopravvivenza e di continuità della nostra storia.

La mobilitazione dovrà partire dalla classe dirigente e in primis dal Consiglio nazionale. I Consiglieri nazionali sono tutti candidabili e lo devono dichiarare oggi approvando o respingendo il documento finale che attiene a questo problema.

Detto questo che riguarda i nostri problemi devo aggiungere che all'interno della maggioranza del Polo c'è una forte pressione di Forza Italia e Alleanza Nazionale perché si pervenga alla Lista unica.

Decisamente contrari PRI, NUOVO PSI e LEGA. Contraria ma con un atteggiamento "morbido" e possibilista è anche l'UDC.

Il problema della Lista unica a mio avviso è intrecciato anche con quanto sta avvenendo nella coalizione di centro-sinistra.

Leggendo ieri l'intervista del ministro La Loggia avvertiamo ulteriori complicazioni: il sistema delle compatibilità elettive, l'annullamento (in ogni caso) delle preferenze, la ridefinizione dei collegi, giusta ma a mio parere propedeutica all'applicazione del metodo d'Hont.

Come potete osservare, tutte tesi che certamente non ci aiutano nel nostro progetto.

Tuttavia i tempi sono stretti e se non ci sarà un accordo con l'opposizione ho motivo di ritenere che difficilmente una riforma di questa portata sarà approvata da questo Parlamento.

Meno influente rispetto ai nostri problemi è il discorso della riforma elettorale per gli Enti Locali.

Ovviamente saremo vigili ed attenti ad ogni possibile cambiamento e porteremo all'attenzione degli organismi di partito ogni valutazione e decisione sull'argomento.

Gli scenari prevedibili possono essere diversi e bisognerà decidere con attenzione le scelte da compiere, mettendo in primo piano gli interessi elettorali del PRI.

Dalla prossima settimana inizierò le preannunciate riunioni con gli organismi regionali e provinciali per constatare sul territorio la possibilità di presentare liste e ricercare candidati anche al di fuori degli iscritti al PRI.

Il primo incontro si svolgerà a Bari con Puglia e Basilicata il 25 settembre.

La prossima settimana definirò il calendario per tutte le altre regioni.

Cari amici mi avvio alla conclusione.

L'amico Savoldi a nome di Riscossa per l'Autonomia Repubblicana ha fatto pervenire il documento che è stato messo nel Sito e trovate sulla Voce di oggi.

Entrerò nel merito del documento se questo sarà confermato e comunque in sede di replica, dopo aver ascoltato il dibattito. Comunque voglio ringraziare anticipatamente Savoldi per il tono usato.

Tuttavia non posso esimermi dal rilevare l'osservazione "Dopo le asprezze nei confronti di Riscossa del Consiglio Nazionale di aprile:………."

Forse non sarebbe il caso di parlarne. Se però non si sa anche in modo superficiale quel che avvenne in quel Consiglio Nazionale si rischia di mettere sul campo un argomento fuorviante.

In quell'occasione il segretario nazionale rispose con forza ad un documento di Riscossa in cui tra l'altro si affermava: …"Anche la gestione interna è profondamente insoddisfacente"….

"La segreteria appare totalmente incapace di elaborare una linea politica autonoma ed originale all'esterno. All'interno si tenta di affermare un centralismo miope che non riesce a cogliere le difficoltà drammatiche in cui vive il partito specialmente al Nord".

Caro Savoldi scegli tu, con la tua onestà intellettuale da quale parte collocare le asprezze.

Questo non muta l'auspicio fatto all'inizio, e cioè che la minoranza scelga di entrare in direzione.

Mi auguro che il dibattito sia all'altezza delle scelte da compiere.

Roma, 20 settembre 2003