Cooperazione italo-cinese per la protezione ambientale: un'attività che è cresciuta in termini di progetti e risorse/L'obiettivo che ci si prefigge è quello della realizzazione di una partnership in sintonia con le indicazioni giunte dal summit mondiale di Johannesburg

La "lunga marcia" di nuovo in movimento per una Terra meno inquinata

Intervento alla "China International Conference on Clean Development Mechanism" (CDM), Pechino, 20 ottobre 2005.

di Francesco Nucara

E' con estrema soddisfazione che registro gli sviluppi del Programma di Cooperazione Italo-Cinese per la Protezione Ambientale. La cooperazione tra i nostri due Paesi è cresciuta di peso e intensità, in termini di progetti, risorse finanziarie, entità coinvolte. L'obiettivo raggiunto è la realizzazione di un modello di partnership in sintonia con le indicazioni del Summit Mondiale di Johannesburg sullo Sviluppo Sostenibile.

Partner strategico

Il Dipartimento della Commissione responsabile dei Cambiamenti Climatici, guidato da Gao Guansheng è un partner strategico per le attività del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Sino Italian Cooperation Program, (Programma di Cooperazione Ambientale Italia-Cina) specie per quanto riguarda la preparazione e la futura approvazione dei progetti CDM (Clean Development Mechanism). Inoltre la Commissione Nazionale delle Riforme e dello Sviluppo è già uno dei partners del Programma sino-italiano, essendo parte di un accordo sull'efficienza energetica tramite il Dipartimento per la Conservazione dell'Energia guidato da Mr. Zhao Jiarong.

L'entrata in vigore, in febbraio, del Protocollo di Kyoto ha dato una ulteriore spinta alle iniziative già in corso tra Italia e Cina per la promozione dell'efficienza energetica, delle energie rinnovabili e la riduzione delle emissioni di gas serra.

Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio è l'agenzia capofila, in Italia, nelle politiche per i cambiamenti climatici. L'Obiettivo di riduzione per l'Italia nel 2008-2012 -secondo il protocollo di Kyoto- è del 6,5% rispetto alle emissioni del 1990. La legge di ratifica del Protocollo di Kyoto, approvata dal Parlamento italiano il 1° giugno 2002, ammette il pieno uso dei meccanismi di Kyoto –Clean Development Mechanism e Joint Implementation– per raggiungere l'obiettivo di riduzione delle emissioni ad un costo competitivo e per promuovere lo sviluppo sostenibile. Il fabbisogno italiano di Progetti Joint Implementation e Clean Development Mechanism sarà di circa 80 milioni di tonnellate per anno di anidride carbonica.

Punto di svolta

Kyoto rappresenta un punto di svolta per le politiche ambientali internazionali: molto si è già detto, ma mi fa piacere sottolineare, ancora una volta, come -con Kyoto- si introducano strumenti di mercato nel settore ambientale. Per anni le politiche ambientali internazionali sono state dettate dalla tradizionale logica di Command and Control che, purtroppo, ha manifestato nel settore ambientale tutte le sue inefficienze. Con Kyoto si crea, invece, uno strumento economico che consente di perseguire obiettivi generali di sviluppo sostenibile ed, al contempo, per le imprese virtuose, di considerare la protezione ambientale come un'opportunità economica e non più come un costo aggiuntivo.

La cooperazione fra privato e pubblico rappresenta un altro elemento innovativo del Protocollo di Kyoto: elemento che ha come obiettivo l'incremento di sinergie tra questi comparti i quali, garantendo, così, uno sviluppo sostenibile nel tempo, daranno risultati positivi per le future generazioni.

Su richiesta del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e' stato istituito l'Italian Carbon Fund. Il Fondo è progettato per acquistare certificati di riduzioni di emissioni da progetti Clean Development Mechanism e Joint Implementation al fine di rispettare l'impegno italiano stabilito dal Protocollo di Kyoto.

Rinnovabili ed efficienza

Il Programma di Cooperazione Italo-Cinese per la Protezione Ambientale sta sviluppando numerosi progetti CDM nei settori delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica e siamo fiduciosi che il numero di progetti in Cina possa costituire una percentuale significativa dei nostri progetti CDM e Joint Implementation a livello globale.

Il settore dei CDM è comunque legato ad un mercato che si sta sviluppando in modo significativo con sollecitazioni che agiscono in duplice direzione: da un lato, vi è la crescente domanda di CER (Crediti da Riduzione di Emissioni) dei Paesi con vincoli di riduzione che spinge i prezzi verso l'alto. Dall'altro, vi è un'offerta che si sta animando per la concorrenza internazionale fra i Paesi in via di sviluppo che desiderano attirare capitali e tecnologie e che quindi spinge i prezzi al ribasso.

L'Italia sta operando in Cina tenendo in considerazione le dinamiche globali del mercato e tentando di strutturare un portafoglio di progetti diversificato ed efficiente.

Rinnovando l'interesse dell'Italia nel farsi promotrice di un ambiente globale sostenibile, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio intende ribadire il suo impegno di cooperazione con il Governo cinese, non solo a livello tecnologico ma anche dal punto di vista economico e politico.

Al riguardo, sono fiero di sottolineare come l'Italia stia, in questi mesi, negoziando voluminosi accordi per gli impianti di idrofluorocarburi e monossido di azoto, accettando di pagare un sovrapprezzo per lo sviluppo di misure di sostenibilità. Tali misure verranno incrementate al fine di garantire una crescita ambientale, sociale ed economica sostenibile per alcune aree a rischio.

L'Italia ha partecipato attivamente, attraverso il proprio Trust Fund in Banca Mondiale, alla definizione di tali misure di sostenibilità e, sempre attraverso il Trust Fund, partecipa ai lavori per il perfezionamento e l'implementazione della Strategia cinese per il Cambiamento Climatico.

Inoltre, l'Italia ha cofinanziato insieme all'Agenzia per lo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), alla Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme (NDRC) ed al Governo Cinese, il Progetto di Capacity Building per i CDM che ha dato ottimi risultati come testimoniano le proposte di progetto che la delegazione cinese ha presentato a Colonia durante l'ultimo Carbon Expo.

Modello di cooperazione

I progetti CDM rappresentano un modello di cooperazione nell'ambito dello sviluppo sostenibile e nel quadro della protezione ambientale. Tale modello ha l'intento di sviluppare un "ponte tecnologico e scientifico" importante ed effettivo tra le economie dei due Paesi, ponte teso a favorire lo scambio di esperienze e di know-how, nello spirito delle migliori cooperazioni bilaterali.

I numerosi risultati ottenuti sino ad oggi, in seno ai progetti e alle diverse attività di cooperazione sino-italiane, mi permettono di poter sinceramente dire che l'esperienza italiana nel settore della protezione dell'ambiente ha assunto un ruolo chiave in Cina, come valido esempio di gestione ambientale sostenibile.

Ciò è testimoniato anche dalle parole del Primo Ministro Wen Jia Bao che, durante la visita in Italia nel maggio 2004, ha evidenziato come tale programma di cooperazione ambientale sia un modello da seguire anche per altri settori.

L'auspicio è che il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio continui a sviluppare con il Governo Cinese progetti di fruttuosa collaborazione in campo ambientale e tecnologico, coniugando i programmi e le esigenze locali in campo ambientale con l'utilizzo delle moderne tecnologie italiane.

Voi cinesi siete abituati alle lunghe marce. E allora aiutate anche con il vostro esempio la comunità internazionale alla "lunga marcia" per la tutela del nostro ambiente e del territorio, in modo da consegnare a chi verrà dopo di noi una terra meno inquinata di come è ora.