Il dibattito sulle Riforme/La questione inerente agli articoli 87 e 88 della Costituzione

La Malfa richiede all'Aula una pausa di riflessione

Continua alla Camera l'esame del testo di riforma costituzionale proposto dalla maggioranza. In merito all'articolo 87 (22) della Costituzione vigente, relativo alle funzioni del Capo dello Stato, il presidente del gruppo dei Ds, onorevole Luciano Violante, ha sollevato un'obiezione di merito, ripresa dall'onorevole La Malfa nell'intervento che riproduciamo, e poi raccolta dal presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera Donato Bruno. Di seguito riproduciamo anche l'intervento del presidente del Pri, nella discussione sull'articolo 88 (23), in cui si invitano i colleghi della maggioranza a compiere uno sforzo per rinviare la discussione sulla formazione delle leggi e la forma dello Stato e del governo (gli interventi riprodotti sono del 7 ottobre 2004).

Signor Presidente, avevo chiesto per tempo la parola su questo tema, prima degli interventi degli onorevoli Violante e Spini, perché volevo rivolgermi al relatore Bruno.

Naturalmente - e me ne dolgo - non ho predisposto un emendamento su questo punto ma, onorevole Bruno, non farei una questione politica su tale aspetto, ma ne farei una questione lessicale. Mi pare chiaro cosa voglia intendere il testo che vogliamo approvare: abbiamo definito una struttura della Repubblica di carattere federale e vi è un Presidente della Repubblica che rappresenta l'unità dello Stato federale italiano. Ma, nello scrivere tale formula, nel primo comma dell'articolo 87, stabiliamo che il Capo dello Stato rappresenta l'unità federale della nazione.

Se la parola "unità" è accompagnata da un aggettivo, è chiaro che tale aggettivo la qualifica dal punto di vista lessicale. Evidentemente, l'unità federale deve essere diversa dall'unità.

In questa espressione, però, la funzione del Capo dello Stato sarebbe differente rispetto a quella risultante dalla espressione "unità della Repubblica costituita in forma federale". Quindi, la questione sollevata dall'onorevole Violante - ripeto che l'avrei sollevata io stesso e non solo dopo il suo intervento, in quanto avevo chiesto la parola in anticipo - a mio avviso richiede una riflessione o un chiarimento.

Vorrei essere tranquillizzato sul fatto che scrivendo "l'unità federale" non finiamo per indicare qualcosa di diverso da quello che avremmo scritto usando l'espressione "unità della Repubblica federale italiana" o "unità della nazione italiana, organizzata in forma federale". Qualora non ricevessi una risposta adeguata, non mi sentirei di votare contro un emendamento soppressivo. Pertanto, mi asterrei o voterei favorevolmente, in base alle reazioni.

Per questo motivo sono intervenuto in questa fase del dibattito. Vorrei pregare il presidente Bruno di dedicare un po' di attenzione a questo aspetto e dare una risposta. Le sensibilità cui si richiama l'onorevole Violante esistono, ovviamente, in tutti i gruppi della Camera. Mi rivolgo, ad esempio, anche all'onorevole Anedda. Esistono gruppi politici per i quali questi temi sono certamente di grande importanza.

Segue l'intervento sull'articolo 23.

Signor Presidente, stiamo certamente dibattendo uno dei punti fondamentali del complesso progetto di riforma costituzionale in esame.

Come ho già avuto modo di affermare in questa sede, mentre ritengo che le norme sul Titolo V della Costituzione, sul cosiddetto federalismo, siano state il frutto di un'elaborazione sufficientemente adeguata, sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista tecnico, sul tema della forma di governo (e dunque del primo ministro e del Presidente della Repubblica) e del procedimento legislativo, che non a caso è stato accantonato, l'elaborazione politica e l'elaborazione tecnica non sono ancora, a mio avviso, pervenute ad una conclusione soddisfacente.

Mi limito pertanto ad annunziare, in linea generale, che non voterò a favore della formulazione proposta, pur con le modificazioni che verranno introdotte dalla maggioranza. Come ha sottolineato l'onorevole Tabacci, con un intervento che condivido, dobbiamo chiarire, sia nella maggioranza sia nell'opposizione, quale sistema politico intendiamo costruire.

Sono lieto che sia stato eliminato il "mostro" costituito dal capo dell'opposizione, che avevo concorso, insieme ad altri colleghi, a segnalare. Quel mostro era figlio di una volontà, presente nel nostro paese, di creare a tutti i costi un bipartitismo. Ho letto oggi una curiosa intervista dell'onorevole D'Alema, che, polemizzando con un altro esponente del suo schieramento, afferma: ha un residuo di proporzionalismo.

A me sembra che tale esponente politico abbia più buonsenso dell'onorevole D'Alema. Il desiderio di collassare la vita politica di un paese in due schieramenti, l'uno di estrema destra e l'altro di estrema sinistra (o comunque costretti sempre a combattere), costituisce un errore profondo.

Nell'articolo 94 della Costituzione sarà inserita una norma che stabilisce, addirittura, che se il Presidente del Consiglio perde parte della sua maggioranza e la fiducia gli viene votata da una parte dell'opposizione, questo sarà motivo sufficiente per lo scioglimento delle Camere. Ma se nella Costituzione fosse prevalsa un norma simile, l'onorevole D'Alema, in occasione dell'intervento militare in Kosovo, invece di avere una maggioranza parlamentare che autorizzava l'invio dei militari nell'area, avrebbe visto sciolte le Camere proprio nel momento in cui parte della sua maggioranza votava contro la decisione del Governo e parte dell'opposizione votava a favore! Ma questa non è materia sulla quale il Parlamento italiano ha sviluppato una posizione matura. Invito i colleghi della maggioranza a compiere uno sforzo nel tentativo di rinviare l'esame dei capitoli che riguardano la formazione delle leggi e la forma di Stato e di Governo. Non sono temi maturi nella coscienza di questo Parlamento e danno luogo ad una Costituzione difficilmente gestibile o difendibile. Se ciò non sarà possibile, evidentemente manifesterò la mia opinione sui singoli emendamenti ma certamente non potrò votare a favore di questo progetto.