Ravenna, la linea della segreteria è limpida, l'ambiguità sta altrove A Ravenna, il dibattito sulla legge Finanziaria è stato un buon successo di partecipazione non solo per gli argomenti trattati, ma anche o soprattutto per aver soddisfatto il bisogno del ceto medio a interloquire sui problemi che riguardano direttamente le categorie produttive. Dopo il dibattito c'è stato un breve incontro con gli amici ravennati Bocchino, Gambi e Mingozzi, con la presenza del segretario regionale del Pri, Valbonesi. In questo incontro non si è parlato di Finanziaria, bensì di problemi del Pri emiliano-romagnolo, con particolare riferimento a Ravenna. Si è parlato dell'eventuale Congresso Nazionale e di aggiustamenti statutari. Il segretario nazionale ha ribadito il suo apprezzamento per la dignità con cui il Pri si è mosso a Forlì, a Cervia e a Ravenna. In una intervista telefonica rilasciata al "Resto del Carlino" che è veritiera nella sostanza, anche se non è così per alcune sfumature, si è ribadito che il percorso politico del Pri di Ravenna è stato corretto e concordato con il segretario nazionale. Nessun problema, come si evince dall'intervista pubblicata a pagina 4 del nostro giornale, è stato sollevato. Non per ragioni bottegaie, ma perché così è come confermato agli amici ravennati, ribadendo il principio che i repubblicani sono tali se hanno la capacità di apprezzare le virtù di una storia e di una tradizione che da più di un secolo li porta a non sentirsi contaminati da chiunque: a destra come a sinistra. La reazione di Mingozzi, sempre a pagina 4, a noi sembra fuori misura e fuori tema. Di tutto questo e di altro la segreteria vorrebbe parlare alla Direzione provinciale del Pri a fine mese, quando il segretario sarà a Forlì per un convegno sul liberalismo. Siamo certi che un incontro servirà a ribadire e chiarire posizioni che, per la verità, non avrebbero bisogno di chiarimento alcuno. La linea della segreteria è limpida, può essere contestata o approvata ma certamente non soffre di ambiguità. Tale limpidezza avrebbe bisogno di essere apprezzata pur quando non è condivisa. Nel Partito repubblicano non siamo adusi a chiedere contropartite per scelte politiche che hanno alla loro base l'interesse generale e quello repubblicano. Dovrebbe essere una regola da far valere sempre e comunque. A questa regola ci si è sempre attenuti, anche quando posizioni interne potevano indurre a ragionamenti miseri. |