Senza fiato: storia incredibile alla Uil di Reggio Calabria Siamo rimasti esterrefatti - e lo siamo ancora - dopo aver visto un servizio televisivo delle "Iene" sulla Uil di Reggio Calabria, nel quale si dimostra - telecamera alla mano - che i giovani del volontariato impiegati presso gli uffici del sindacato vengono scremati del loro misero stipendio. Su 432,80 euro che vengono loro dati, il funzionario della Uil ti chiede 180 euro di assicurazione, nonostante che l’assicurazione sia già coperta da contratto. Una volta che il volontario scopre l’inghippo, il funzionario balbetta che si tratta di una tassa di associazione, poi di un errore; alla fine, potenza della televisione, assicura che restituirà i soldi. Questo ce lo auguriamo per davvero. Ma chi sarà in grado di restituire la dignità ad un sindacato fondato da uomini come Amedeo Sommovigo, non riusciamo davvero ad immaginarcelo. Perché siamo talmente caduti in basso, ridotti a fare la cresta sui magri stipendi dei volontari, che non riusciamo a capire come da una tale posizione si possano mai difendere gli interessi dei lavoratori. Non solo, ma ci chiediamo se vi è qualcuno che ha ancora un qualche titolo per sostenere che, a fronte di episodi come quello denunciato, la Uil abbia a cuore gli interessi del mondo del lavoro. E poi vorremmo sapere se si tratta di un caso isolato o se questa è una regola che riguarda tutta la struttura nazionale. In ogni caso noi non crediamo che si possa avere titolo alcuno, dopo casi di questo genere, per spiegare cosa si debba o non si debba fare per rilanciare il sistema Italia. Perché c’è una sola cosa da fare a questo fine: pulizia in casa propria. Quando la Uil avrà dato dimostrazione di aver cancellato tanto fango dalle proprie scarpe, e con nettezza, potremo tornare a pensare di aver a che fare con un interlocutore attendibile. Ora non lo è. |