Regionali, quale scelta per la Calabria/Fini indica Nucara, Berlusconi entusiasta Il segretario del Pri proposto come governatore Appuntamento con le elezioni regionali che deve essere ben calibrato da entrambi i Poli. Il "caso" Calabria coinvolge direttamente il Partito repubblicano e il suo segretario nazionale, nonché sottosegretario all'Ambiente, Francesco Nucara. Per la "Gazzetta del Sud" di venerdì scorso, il risultato dei ragionamenti che accompagnano "queste ore di febbrile concertazione", sta diventando via via più comprensibile. Naturalmente il punto di snodo viene indicato nell'ultimo vertice della Casa delle Libertà. Berlusconi ha ufficializzato la rinuncia del presidente uscente della Regione Calabria a una nuova candidatura. Una indisponibilità che, come si fa notare, ha almeno il merito di introdurre un elemento di chiarezza. Non è concesso d'ora in poi trincerare le proprie aspettative intorno a un "Chiaravallotti sì, Chiaravallotti no". Cercasi candidato, dunque, in grado i coagulare forza , fiducia e consensi fra le diverse anime della coalizione di centrodestra: Udc, Nuovo Psi, Forza Italia, Pri, An, fino all'Upr di Cossiga. Con un compito che è ancora più delicato, semmai, ma non di minor rilievo: riconquistare, in pratica, con il candidato "giusto", le sigle politiche che, come scrive Teresa Munari sulla "Gazzetta", nel frattempo hanno preso le distanze dalla maggioranza di governo o quei soggetti che si manifestano come movimenti o liste neonate che attendono "nel limbo" per decidere cosa scegliere. Cattura di consenso, insomma, e non semplice quadratura del cerchio, per quanto sia possibile. Berlusconi ha parlato di Sergio Abramo: il sindaco di Catanzaro, il sindaco del "fatemi lavorare", l'imprenditore che ha scelto di entrare in campo quasi per legittima difesa, perché voleva salvare una città che, a suo avviso, stava per sprofondare. Una candidatura che, secondo i sondaggi, avrebbe ottimi piazzamenti. L'altro nome che è circolato è quello di Pietro Fuda, attuale presidente della Provincia di Reggio Calabria, l'ingegnere di Forza Italia che viene eletto nel 2002, appoggiato da dodici gruppi politici di centrodestra. Una candidatura che però è soggetta al non gradimento di qualcuno, che pensa di sbarrargli il passo. E ancora, nel vertice della CdL, dove si è registrata l'assenza di Follini, da parte Udc si è parlato di Tassone, viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il quale si è rivolto ad un'agenzia di stampa per segnalare la sua disponibilità. Sono emerse, a questo punto, le intenzioni di Gianfranco Fini. Il vicepremier ha proposto il nome di Francesco Nucara. Candidato accolto con entusiasmo da Berlusconi. Ma Nucara ha opposto un rifiuto. "E' una risposta difficile - ha allora detto Berlusconi nel vertice - per questo non te la chiedo subito. Ne riparliamo la prossima settimana". Cosa hanno riportato i giornalisti in attesa di qualche esito? Ciò che in effetti era stato: "Avanzata da Fini una candidatura laico - socialista". O, più precisamente, una candidatura laica tout - court, vista la segnalazione del vicepremier incentrata sul segretario nazionale di un partito come il Pri, che della "laicità" in senso pieno ha fatto il suo vessillo da sempre. E in questi ultimi tempi non ha esitato a rilevare che di "laicità" nella Casa delle Libertà sembravano essersi perdute le tracce. Quell'aggiunta, "socialista", la si spiega in questo senso. Al vicepremier Fini i veti contrapposti impedirebbero di scegliere in casa propria, mentre la CdL non può affatto permettersi altre "tracimazioni" - anche dal lato De Michelis (cui si aggiunge la difficoltà di arginare i "danni" creati dall'Alternativa sociale della Mussolini o il disturbo che, da un'altra sponda, è costituito dai radicali). In sostanza, "blindatura" dei laici. O meglio, valorizzazione, preferiamo scrivere da questo giornale. Fermo restando che solo fra qualche giorno i nodi verranno sciolti. |