Il ministro La Malfa a "La Stampa" e "Avvenire"/Le contraddizioni di Prodi La maggioranza insufficiente sulle liberalizzazioni Silvio Berlusconi e Luca di Montezemolo in rotta di collisione? "Dopo la relazione di Epifani al congresso della Cgil e dopo il placet di Romano Prodi, semmai era lecito aspettarsi uno scontro tra industriali e centrosinistra''. E' il commento del ministro per le Politiche Comunitarie, Giorgio La Malfa, intervistato da "La Stampa'' e "Avvenire''. Per il quale non c'è stata una sufficiente attenzione ai contenuti della relazione del segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani espressa durante il congresso del sindacato a Rimini. E le posizioni prese in merito da Confindustria suonano un po' stonate. La Malfa infatti sottolinea come "La Cgil, da Rimini, detta la linea delle politiche sul lavoro", ed è "una linea rigidissima, che non lascia il minimo spazio alla flessibilità. Una linea così dura che Cisl e Uil mettono le mani avanti ed evitano di esporsi". Viceversa, Romano Prodi, cosa fa? "Si adegua", dice La Malfa: "il vostro programma è il nostro, e mostra il suo lato più debole". Può allora il presidente di Confindustria tacere? Accontentarsi che l'onorevole Fassino scriva sul giornale della Confindustria stessa di essere d'accordo con le proposte degli industriali, dopo che Prodi ha detto di esserlo con quelle della Cgil? Eppure "a parte Bombassei il vicepresidente di Confindustria, ndr - che è in prima linea sui temi della flessibilità e del costo del lavoro, ed è comunque stato molto morbido, da Viale dell'Astronomia è mancata una risposta forte a quella che, a mio modo di vedere - sostiene La Malfa - è una provocazione forte del sindacato". Allora il ministro riconosce a "Berlusconi di aver scelto la linea opposta alla Cgil. E sta ricompattando il fronte degli imprenditori più vicini al centrodestra", anche perché "la politica del lavoro della Cgil significa la morte dell'economia italiana". D'altra parte la linea di Epifani non è accettabile per gli imprenditori italiani e "se il programma della Cgil è il programma di Prodi, altro che ripresa!", sottolinea La Malfa. Il ministro aveva già detto che la proposta del cuneo fiscale "è solo uno stratagemma", che "non servirà a nulla", perché "ridurre il cuneo fiscale significa prendere il denaro dalle casse dello Stato e usarlo per dare ossigeno all'economia. E' una finta svalutazione" La questione, piuttosto: "O uno Stato ‘grosso' che controlla tutto ed esige tributi pesanti, la proposta del'Unione, oppure uno Stato piccolo, che lascia spazio a concorrenza e flessibilità e abbassa le tasse. Noi abbiamo scelto la seconda". Ma il ministro riconosce anche la legittimità delle critiche di Confindustria al governo, soprattutto per quanto riguarda il capitolo delle liberalizzazioni: "Abbiamo fatto meno di quello che ci proponevamo, e questa è una critica che mi sento di accettare. Però la linea non è cambiata''. Ciò non significa comunque che si possa omettere di considerare il programma economico dell'Unione, perché "se da noi c'è stato poco, a sinistra c'è e ci sarà il nulla". Un esempio? La direttiva Bolkestein della Ue sulla liberalizzazione dei servizi. Il centrodestra l'ha appoggiata e il centrosinistra contrastata. Del resto basta leggere il programma dell'Unione: "abolizione della legge Biagi, patrimoniale, scala mobile e così via". Di fronte a queste proposte, la Confindustria, secondo La Malfa, "non può mantenere un atteggiamento passivo ed ambiguo" o "limitarsi a dire che nella campagna elettorale non si parla abbastanza dei temi economici. Se ne parla, eccome, e l'Ulivo ne parla in termini sempre più radicali". "Aspettiamo le assise di Confindustria - conclude La Malfa - Prodi e Berlusconi sono entrambi ospiti. Sono convinto che la presunta polemica tra governo e industriali rientrerà''. Oggi "Montezemolo guarda la nostra pagliuzza e non guarda la trave di Prodi", ma il presidente della Confindustria non potrà omettere a lungo un giudizio sul programma del centrosinistra e se questo coincide con quello della Cgil, difficilmente potrà anche coincidere con il suo. |