Intervista al segretario dell'Edera sulla situazione ambientale in Lombardia/Nucara al "Giorno": le domeniche a piedi hanno un sapore ecologico ma non risolvono i problemi

La ricetta contro lo smog si chiama modernizzazione

Intervista a Francesco Nucara a cura di Albina Olivati, pubblicata su "Il Giorno" del 30 marzo 2005.

Francesco Nucara, segretario nazionale del Pri e viceministro all'Ambiente, è in Lombardia per sostenere il Polo Laico (Pri, Liberaldemocratici e Pli). Uno dei problemi della nostra regione è proprio l'inquinamento atmosferico. Traffico, riscaldamento, industrie, posizione geografica disgraziata concorrono a rendere l'aria irrespirabile.

Onorevole, come ne usciamo?

"Il professor Veronesi dice che lo smog non fa male alla salute, però questo problema non è collegato solamente alle auto, accanto ci dobbiamo mettere il riscaldamento. L'esempio più semplice arriva dalle città del Mezzogiorno, dove le vecchie case non hanno le caldaie e lo smog non si avverte - tranne che a Napoli - pur avendo un parco macchine obsoleto".

Le domeniche a piedi non servono?

"Servono come cultura ambientalista, ma al fine della soluzione del problema, così come le targhe alterne, non servono a nulla".

Soluzione?

"Bisogna vedere come far diminuire il traffico, come modernizzare tecnologicamente le caldaie delle abitazioni, il parco - automobili. Poi dobbiamo pensare all'industria Italiana: I giapponesi, ad esempio, vanno sull'ibrido: benzina o gasolio ed elettrico sulla stessa macchina e noi siamo ancora con la marmitta catalitica, se ci va bene. Il ministero dell'Ambiente ha attivato un tavolo tecnico al quale partecipano rappresentanti di quello della Salute, delle Regioni, dell'Upi, Anci, Apat, Cnr ed Enea. L'obbiettivo è agevolare il confronto tra i soggetti istituzionali coinvolti nelle attività di gestione e valutazione della qualità dell'aria, nella fase di transizione fra la precedente disciplina nazionale e quella prevista dalle nuove direttive europee. Abbiamo anche finanziato progetti mirati a ridurre l'inquinamento. Dal ‘99 al 2002 sono stati impegnati circa 220 milioni di euro a favore di enti locali e Regioni. Ma il problema vero va risolto alla radice o non riusciremo a concludere granché".

Che tipo di progetti avete finanziato?

"Quelli riguardanti la mobilità, ma vorrei segnalare che sono stati portati avanti programmi nazionali per la diffusione e sperimentazione delle fonti rinnovabili, come strumento alternativo alle tradizionali fonti di produzione di energia. L'energia alternativa è importante ma non risolutiva. Stiamo finanziando i programmi nazionali "tetti fotovoltaici", il "solare termico", "l'efficienza energetica". Nel settore dell'edilizia poi, i Comuni, le Province, le Aler devono pensare che le case vanno costruite anche sul risparmio energetico. Non è un caso se noi abbiamo il black-out d'estate e succede quando ancora una parte del Paese non consuma energia come al Nord".

E il nucleare?

"Il Governo ne ha fatto un accenno. I repubblicani ed io personalmente siamo nuclearisti convinti. E' un modo di risolvere il problema dell'inquinamento. Bisogna tenere presente che il referendum fatto nell'87 non ha detto "nucleare sì, nucleare no". La domanda era se si dovevano dare i contributi ai Comuni in cui venivano insediate le centrali nucleari. Si è detto no. Però il maggiore produttore privato italiano di energia è l'Edison, la cui maggioranza è dell'Edf francese. Allora non conviene innovare tecnologicamente le nostre centrali, perché l'energia che noi importiamo da Lione e Marsiglia costa meno. Risultato: l'autonomia energetica del nostro Paese diventa sempre più labile. Quindi ci potremmo trovare in un momento qualsiasi col black-out, perché nel giorno in cui Francia, Svizzera o Slovenia dovessero decidere di aver bisogno di energia, se la terrebbero per loro. Per fortuna il presidente dell'Enel sta cercando di fare un programma nucleare con la Slovacchia".

E sul versante della depurazione?

"L'Italia è stata condannata - e c'era la sinistra al Governo - dalla Corte di giustizia per l'inquinamento dell'Adriatico. Dopo la condanna è stato dichiarato lo stato d'emergenza, quindi sono stati finanziati e realizzati i depuratori. L'ultimo è quello di Peschiera Borromeo, non ancora collaudato, ma che funziona dal 15 marzo. Mentre sono già stati collaudati quelli di San Rocco e Nosedo. Quando ci sarà l'ambito territoriale ottimale sarà importante vedere con quale accorgimento tecnologico l'acqua che esce dal depuratore di Milano potrà essere riutilizzata per usi agricoli e industriali. Quindi ci sarà risparmio energetico e l'area di Milano potrà tutelarsi dall'inquinamento delle falde acquifere, che vanno salvate pure dal rifacimento, evitando di cementificare i fiumi".