Riforme, necessario lo scorporo/Intervista di Giorgio La Malfa rilasciata a "La Stampa" Rimandare il dibattito dopo le prossime politiche Il presidente del Pri Giorgio La Malfa, in un'intervista alla "Stampa" di ieri 21 marzo 2005, qui di seguito pubblicata, è ritornato a ribadire il punto di vista repubblicano sulle riforme costituzionali, rilanciando la proposta di scorporare la devolution dal resto del capitolato, approvarla subito e rinviare premierato e Senato federale ad una riflessione più curata, nella prossima legislatura. La novità rispetto all'intervista al "Corriere della Sera", che abbiamo riprodotto sabato scorso, è stato un articolo di Michele Salvati che faceva propria la proposta La Malfa. Per quanto ancora non si veda un fronte interno alla maggioranza, e siano solo pochi i consensi a questa ipotesi all'interno del centrosinistra, non disperiamo che le difficoltà dei prossimi giorni possano portare a considerare positivamente la soluzione avanzata dal Pri attraverso il suo presidente. "Scorporiamo la devolution dal resto delle riforme costituzionali. Mettiamo ordine nel Titolo V varato a maggioranza dal centrosinistra e che tanta confusione ha creato in materia di legislazione concorrente tra Stato e Regioni, e accantoniamo tutto il resto". Giorgio La Malfa rilancia un appello, "finché siamo in tempo, anche se ormai di tempo ne è rimasto poco" a Silvio Berlusconi. Perché sennò, rileva, "corriamo anche il rischio di affrontare le elezioni politiche del 2006 con un referendum che, si tenga prima o dopo, sarà a ridosso, servirà a dare all'opposizione un formidabile argomento per la campagna elettorale". Anche perché, come La Malfa sa benissimo, tanto che conferma il voto contrario suo e di Del Pennino alla riforma, "ci sono 200 costituzionalisti che accusano il centrodestra di sfasciare l'Italia". La Malfa, dopo il suo primo appello, sulla stessa linea ma dallo schieramento politicamente opposto, è arrivata la proposta di Michele Salvati. E il ministro per le Riforme Calderoli l'ha mandato senza tanti complimenti a quel paese… Ho letto la proposta di Salvati: ma invece di far riferimento alla mia, se ne è andato per suo conto. Mi è spiaciuto, siamo amici dal 1958. Se anche Salvati spezza una lancia, forse si può annodare su questa proposta un filo con il centrosinistra: andrebbe afferrato. Quanto a Calderoli, vede, il problema non è la Lega. Col ministro delle Riforme già a luglio ebbi modo di parlare a lungo, a loro andrebbe benissimo se tutta la Cdl decidesse di varare solo la devolution… Sicuro che la Lega accetterebbe di accantonare il Senato federale? La Lega sa benissimo che quello non ha niente a che fare né con un Senato federale all'americana, né col sistema tedesco, entrambi con rappresentanza locale. Il Senato immaginato dalla riforma della Costituzione italiana è solo un'altra camera elettiva con poteri diversi dalla Camera, che non serve ad attuare la devolution. Piuttosto, è Fini a sollevare problemi, perché di fronte alla devolution ritiene che i poteri di un regionalismo così accentuato vadano bilanciati con un rafforzamento del premier. E' giusto, per carità. Ma il premier disegnato da questa riforma non è affatto forte. E lo sa benissimo anche il centrodestra, quando replica a Prodi che bolla la riforma come "dittatura della maggioranza". Altro che dittatore: il premier, semmai, è debolissimo. Insomma, capisco la preoccupazione di Fini, ma nella riforma non c'è la risposta al problema che egli giustamente solleva. Quindi, meglio fare un passo indietro. Anche perché poi, come si sa, i senatori della Cdl, Lega a parte, a votare la riforma ci vanno di malavoglia… Altro regalo all'opposizione. E immaginiamoci cosa sarà la campagna elettorale per il referendum, comunque a ridosso delle politiche, con i Sartori e gli altri costituzionalisti che spareranno ad alzo zero. No, sarebbe molto più saggio fermarsi prima. Lo ripeto: variamo la devolution. E sul resto, rimandiamo a dopo le polemiche. |