Dichiarazione del senatore sull'ordine del giorno presentato al Senato per la fissazione della data del referendum Signor Presidente, prendo atto con stupore e con rammarico della dichiarazione del rappresentante del Governo sull'ordine del giorno che ho presentato insieme ad altri colleghi. Con l'ordine del giorno G1 (testo 2) vogliamo impegnare il Governo a fissare lo svolgimento del referendum in una data precedente il 29 maggio. Il fatto che il Governo rifiuti oggi l'accettazione di questo ordine del giorno lascia trasparire che le posizioni che si intende assumere nella scelta della data sono quelle che cedono alle pressioni che provengono da oltre Tevere, e quindi si cerca di andare ad una data del mese di giugno per favorire l'astensione dal referendum stesso. È un modo per cercare di togliere ai cittadini il diritto di esprimersi liberamente, cercando di utilizzare la propensione naturale all'astensionismo per giungere al risultato di vanificare la richiesta presentata da centinaia di migliaia di cittadini. Mi auguro che il Governo voglia rivedere la sua posizione. Insisto comunque perché si voti l'ordine del giorno e credo che questo non potrà non avere riflessi anche sul successivo sviluppo del dibattito per quanto riguarda le riforme costituzionali. |