Dichiarazione di voto alla Camera dell'onorevole Giorgio La Malfa sul rifinanziamento delle missioni italiane all'estero Signor Presidente, onorevoli colleghi, per la maggior parte - se non tutti - dei colleghi dell'opposizione, il punto fondamentale di questo dibattito è andare via, andare via! Prendere i soldati italiani e ritirarli immediatamente perché il Parlamento dà loro questo ordine o perché il Parlamento "taglia" loro i finanziamenti della missione. Scappare, precipitarsi a tornare a casa, senza tenere conto che c'è anche l'impegno e l'onore di un Paese che ha mandato all'estero i suoi soldati attraverso un voto del Parlamento, poiché dietro questi soldati, le Forze armate hanno il diritto di avere alle loro spalle il Parlamento. Per i colleghi dell'opposizione non c'è nulla che giustifichi la guerra in Iraq. Onorevoli colleghi, la fine di Saddam Hussein è nulla? La maggiore sicurezza del popolo curdo, oggetto per anni di persecuzioni drammatiche, è nulla? Una Costituzione democratica in un paese attorno al quale vi sono solo regimi autoritari è nulla? Una risoluzione dell'Onu che dà una copertura almeno a tale parte delle missioni è nulla? Dunque, "nulla" giustifica tale azione internazionale. Cos'è "tutto", invece, per i colleghi dell'opposizione? Il simulacro dell'unità, il tentativo di nascondere, attraverso le decisioni che verranno prese, le divisioni presenti. Così, entro un'ora, assisteremo allo spettacolo triste dei Ds, della Margherita, dello Sdi, di una parte del Parlamento, che su un grande tema di politica estera, sulla presenza militare del nostro Paese in un difficile teatro straniero, si ammutolisce ed esce dall'aula abbandonando il suo diritto-dovere di esprimere una posizione. Non ho capito quale sia la vostra posizione. Mi è chiara la posizione di Rifondazione comunista, dei Verdi, dei Comunisti italiani: la comprendo nella sua logica, anche se non la condivido. Ma qual è la posizione maggioritaria dei Ds? Qual è la posizione della Margherita? È il "no" al decreto-legge votato con la questione pregiudiziale che avrebbe fatto venir meno il finanziamento di tutte le missioni? È il voto su quell'emendamento che toglieva il finanziamento ai soldati italiani in Iraq? È la permanenza almeno fino a giugno presente nell'ordine del giorno Violante? Qual è la posizione di gran parte del centrosinistra? Non è favorevole all'azione militare, non è contraria, non è una posizione di astensione, ma è il "non voto". Voi, sottovoce, ci dite che il "non voto" è il punto di equilibrio del vostro raggruppamento. Onorevole Fassino, onorevole Castagnetti, onorevole Rutelli, non è il punto di equilibrio, è il punto di fuga di fronte alle responsabilità che grandi forze politiche devono sapersi assumere sui problemi della politica estera e della difesa di un Paese occidentale Lo sapete benissimo! In quell'uscita dall'aula vi sarà la mestizia di forze politiche che si candidano a governare rinunziando ad esprimere una posizione sul cuore della politica di un Paese: la sua politica internazionale e di difesa. Con chi siete, onorevoli colleghi, in Europa? Con chi siete oggi, onorevole Fassino, onorevole Rutelli? Quando, tra qualche mese, sarà caduto il Governo socialista tedesco, come è caduto il Governo socialista greco, quando non vi sarà un premier socialista in Spagna, vi sarà solo una socialista in Europa: Tony Blair. Anche con quest'ultimo avete rotto i rapporti perché non siete riusciti nemmeno a fare lo sforzo di comprendere quali sono le responsabilità che una forza di sinistra, con dignità di governo, sa prendersi di fronte ai problemi internazionali! Onorevoli colleghi, avreste dovuto apprendere che i titoli a governare nascono dalla politica estera. Il centrodestra si conquistò tale titolo sostenendo la maggioranza di governo sul Kosovo, nonostante le divisioni che poteva avere al suo interno e nonostante l'interesse che in quel momento avrebbe potuto indurlo a mandare casa il governo D'Alema, che non aveva la maggioranza. Con questo voto che vi apprestate a dare, con questa mesta uscita dall'aula, a testa china, a testa bassa, in mezzo alle divisioni, voi date all'Italia - a quell'Italia attenta, che guarda i problemi, che non dà giudizi pregiudiziali, ma che guarda le forze politiche - il messaggio che non siete pronti a governare, che non avete una politica estera degna di questo nome, di sinistra o di centrosinistra, riformista o rivoluzionaria! Non l'avete, e con la vostra uscita dall'aula voi rinunciate alla dignità di una posizione, che gli italiani possono giudicare! E gli italiani giudicheranno l'assenza di leadership, che il centrosinistra ha mostrato e mostra in questa, come in tante altre circostanze. Seduta del 10 marzo 2003 |