Intervento di Giorgio La Malfa sulle dichiarazioni di Berlusconi alla Camera Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'accusa più ripetuta nei confronti del Governo in queste settimane, e ancora nel dibattito di questa mattina, è stata di aver tenuto con riferimento a questa grave crisi internazionale una posizione oscillante ed ambigua. A mio giudizio questa è una valutazione errata, che non coglie uno dei punti più importanti della posizione che il Governo italiano ha saputo tenere nel corso di questi mesi. Il Governo italiano ha riaffermato con forza, fin dall'inizio della crisi, i due fondamenti che ha sempre avuto la politica estera italiana fin dall'immediato dopoguerra (e sia consentito di dirlo e di testimoniarlo al rappresentante di uno dei partiti che a quell'impostazione ha dato un contributo determinante fin dall'indomani della seconda guerra mondiale). Questi due fondamenti, di pari importanza e di pari valore, sono costituiti dall'unione dei paesi dell'Europa e dalla solidarietà e dall'unità fra l'Europa e gli Stati Uniti. L'Unione europea e l'Alleanza atlantica sono state, per il nostro paese e per le forze politiche che hanno avuto la responsabilità continuativa della guida dei Governi nel dopoguerra italiano, i due fondamenti di uguale peso e di eguale importanza, nessuno dei quali poteva essere sacrificato all'altro e che il Governo italiano ha saputo riaffermare nel corso di questa dolorosissima e difficilissima crisi. Questi valori, volti a mettere sullo stesso piano e sullo stesso terreno l'unità dell'Europa e l'unità della Comunità atlantica, univano ed hanno unito storicamente l'Italia in particolare alla Germania. E se vi è stato un paese che, nel corso di questi mesi, si è distaccato da un punto tradizionale della sua politica, questo non è stata l'Italia ma la Germania, che ha scelto di rompere quel legame di solidarietà atlantica dal quale è difesa la sicurezza dei nostri paesi ed anche la riunificazione della Germania stessa. Onorevoli colleghi, quando il Presidente del Consiglio questa mattina - dopo aver affermato con forza la legalità di un intervento militare nella situazione irachena e non solo la legalità, ma la liceità e la necessità dal punto di vista dell'ordine internazionale - ha evidenziato la non belligeranza dell'Italia in questa guerra che temiamo possa scatenarsi, ha scelto l'estremo tentativo di fissare una posizione che, come futuro paese che avrà la responsabilità della guida dell'Unione europea nel corso di questo anno, possa servire a ricostruire l'unità dell'Europa e la solidarietà atlantica. Dunque, il Presidente del Consiglio ha scelto una posizione di grande lungimiranza politica. La valutazione del partito che ho l'onore di rappresentare è che vi siano le condizioni giuridiche e politiche che giustificano per l'Italia la partecipazione attiva allo sforzo militare e, se il Governo avesse proposto questa posizione, noi l'avremmo sostenuta. Ma comprendiamo le ragioni per le quali, proprio al fine di preservare una prospettiva per il domani - perché ci sarà un domani e noi speriamo che presto ci sia un domani al di là della crisi irachena -, proprio per preservare le basi di un'Alleanza atlantica e di un'Unione europea, l'Italia ha deciso di compiere questo estremo sforzo. Non capisco perché almeno una parte dell'opposizione - quella che proviene dalla nostra stessa tradizione - si sottragga a questa responsabilità. Per tali motivi, il Nuovo PSI e il Partito Repubblicano sosterranno pienamente la posizione espressa nella risoluzione di maggioranza. Roma, 19 marzo 2003 |