"L'opinione" mercoledì 12 marzo 2003

Vox populi/Una Calabria su misura

Pubblichiamo la lettera inviata dall'avvocato Fiorenzo Grollino, in qualità di consulente comunitario, al segretario nazionale del Pri, Francesco Nucara

Caro Segretario, come Ti è noto, nella direzione regionale del 1° marzo 2003, riunita in Lamezia Terme, il segretario regionale mi ha invitato a collaborare con la segreteria affidandomi l'incarico di responsabile delle politiche comunitarie, nelle quali rientrano, tra gli altri, i fondi strutturali dell'Ue, che le regioni dell'obiettivo 1, come la Calabria, gestiscono attraverso i programmi operativi regionali per il periodo 2000-2006, estensibile al 31.12.2008 per quanto attiene alla spesa.

Ho accettato l'invito a mettere a disposizione del Partito il mio now how professionale in questa materia, disponibilità che, come ricorderai, ti avevo già dato prima del Congresso nazionale di Fiuggi.

Come ben sai, la Regione Calabria, ultima delle regioni dell'Ue in termini occupazionali e di Pil pro capite, è in grave ritardo sul suo programma, avendo ad oggi speso solo il 3% circa ed impegnato il 20% circa dei fondi assegnatile, che ammontano a complessivi 5.302.864.000,00 euro, pari a 10.267.776.477.280 di vecchie lire.

Questo ritardo appare ancora più grave, se si tiene conto che esso sarà causa di conseguenze negative di cui appresso dirò, e che i prossimi fondi strutturali, a motivo dell'adesione di dieci nuovi paesi, quasi tutti in ritardo di sviluppo, saranno ridotti in misura significativa, mentre la condizione della Calabria continua ad essere quella di regione povera.

Diciamo pure che questa, per la quantità di fondi assegnati, è l'ultima grande occasione che una regione, come la Calabria, può avere, per cui ritengo ci si debba impegnare al massimo perché essa non vada ancora una volta sprecata.

Il nostro partito, che proprio nel Sud, ed in Calabria in particolare, ha avuto di recente alcune significative affermazioni elettorali, ed altra tornata elettorale dovrà prossimamente affrontare, in considerazione del ruolo di partito attento allo sviluppo socio - economico del Paese, deve fare un grande sforzo, perché le regioni meridionali, quasi tutte in ritardo di sviluppo, si avviino una volta per tutte sulla strada della crescita economica e sociale.

Come accennavo prima, il ritardo nell'utilizzazione dei fondi avrà il sigillo di due risultati negativi:

la Calabria non potrà usufruire del "fondo di premialità", costituito dal 10% del totale dei fondi destinati all'Italia, che viene attribuito pro quota alle regioni più virtuose in termini di spesa;

2- la Calabria, in sede di riprogrammazione, che avverrà nel 2004 sulla base dei dati di spesa al 31.12.2003, perderà una quota di fondi in previsione della percentuale degli stessi che non riuscirà a spendere entro il 31.12.2008.

Come vedi, si tratta di due risultati che incideranno in negativo sul POR Calabria, in quanto il dato sicuro è che, a causa della sua bassa capacità di spesa, la Calabria dovrà restituire una certa quantità di fondi.

A causa di ciò il POR Calabria nel 2004 dovrà essere riprogrammato e/o rimodulato, con riferimento ai suoi 7 assi; alle 60 misure ed alle 120 azioni in cui si articola.

Riprogrammare subito può significare un contenimento delle perdite ed una diversa più fruttuosa allocazione dei fondi che residuano, il tutto riproponendo una nuova cabina i regia a livello regionale che, con l'ausilio di esperti consulenti, possa seguire la progettualità regionale, perché l'impiego dei residui fondi sia il più puntuale e sollecito possibile.

Questo nuovo modo di procedere dovrà essere accompagnato da due precise azlom:

il miglioramento delle performance di gestione della dotazione finanziaria attribuita alla Regione (procedure di gara, selezione dei progetti, etc.), identificando i punti di debolezza del processo di impegno e spesa delle risorse - sia dal lato dell'Autorità di gestione (capacità di liquidazione) sia da quello dei beneficiari finali (capacità di assorbimento) - e nella eliminazione degli stessi grazie al confronto con le migliori pratiche diffuse a livello europeo nella amministrazione dei fondi strutturali comunitari;

- l'avvio di una riflessione strategica per giungere preparati alla riprogrammazione dei fondi previsti per il 2004 (studio economico finanziario per la revisione del POR e l'individuazione delle soluzioni più idonee a riorientare le risorse verso le misure a più rapida implementazione; concentrazione delle risorse su opere d'infrastruttura, ect.).

Questo discorso va fatto, e subito, perché la situazione della Calabria è considerata molto grave negli ambienti comunitari, ove ho di recente incontrato i funzionari addetti al "desk Calabria" della direzione generale delle politiche regionali e dell'Ambiente, i quali lamentano scarsa progettualità e scarso impegno da parte delle Autorità regionali; per non dire dei fondi che sono stati bloccati, come nel caso dei trasporti, in quanto non è ancora stato predisposto "il piano regionale dei trasporti". Lo stesso discorso vale per le acque: non sono state ancora costituite le Autorità di ambito e mancano i relativi piani; per la protezione civile non è stato predisposto il piano di protezione, pur essendo la Calabria la regione più a rischio,

e così per il PIT e il fondo sociale.

Una ulteriore riflessione va fatta sul futuro dei fondi strutturali in Calabria, e cioè una ipotesi post 2006, dal momento che a questo fine un tavolo di lavoro è stato già aperto presso il Ministero del Tesoro.

A questo punto è doveroso introdurre, a mio avviso, un discorso nuovo, in considerazione delle difficoltà storicamente incontrate dalla Calabria nell'impiego dei fondi assegnatile, in quanto il problema di una revisione degli strumenti di sostegno comunitario è essenzialmente politico.

Pertanto, alcune proposte sono d'obbligo, come l'apertura di un tavolo di riflessione, prima a livello locale, quindi nazionale e comunitario per la preparazione di una nuova generazione di misure di sostegno FESR alla Calabria, tagliate su misura delle sue effettive esigenze e capacità di assorbimento.

Partendo dal presupposto costituito dalle basse performance finanziarie dei passati FESR, si deve riflettere a tutto campo per verificare quali strumenti siano più adatti a stimolare lo sviluppo locale, senza escludere alcuna formula.

La nuova generazione di misure di sostegno può privilegiare formule ispirate al Fondo di coesione (concentrazione delle risorse su grandi progetti di infrastrutture nei settori dei trasporti, ambiente e comunicazioni), oppure Azioni innovative mirate, costruite su iter procedurali più snelli e di rapida implementazione, o ancora Progetti d'area condivisi tra Regione, Amministrazioni locali e Ce.

In ipotesi, si potrebbe persino lavorare su di un Patto territoriale unico per tutta la Regione, i cui firmatari siano l'Amministrazione regionale stessa, le Province, il Ministero dell'Economia e la Commissione europea. Un Patto fondato su un numero ristretto di azioni facenti parte di un piano di sviluppo unico, potrebbe limitare i capitoli di spesa, senza penalizzare i beneficiari finali, che approfitterebbero anzi di più semplici procedure di spesa.

E così si organizza il tavolo di concertazione Regione - Comuni - Ministeri Commissione europea per predisporre il quadro d'insieme del Patto territoriale regionale.

Si tratta di ipotesi di lavoro che hanno bisogno di una verifica per individuare quella e/o quelle che possono di più e meglio contribuire al processo di sviluppo e di crescita di questa regione.

Su queste basi ritengo si possa aprire un utile confronto con le forze politiche e sociali calabresi, e con la giunta regionale, che, a mio avviso, deve ambire ad un rapporto nuovo e diverso rispetto al passato con le stesse forze politiche e sociali, affinché possa avere ogni necessario sostegno nella sua azione di governo.

A me sembra, infine, che le proposte suggerite per la Calabria, si possano riproporre per ogni altra regione Obiettivo 1, tenendo conto della specificità di ogni regione e dei risultati ad oggi conseguiti.

Ti ringrazio per l'attenzione che dedicherai alla presente, che può costituire una buona occasione per aprire una discussione franca e leale in seno al nostro Partito al fine di arricchire questa iniziativa, organizzando un convegno su questo tema che potrebbe essere, insieme a quello della riforma degli enti previdenziali, il nostro cavallo vincente. Resto a Tua disposizione.

Con viva cordialità.

Fiorenzo Grollino