Intervento del sen. Del Pennino sulla crisi irachena Signor Presidente, colleghi senatori, Ho pochi minuti. Desidero quindi scolpire con chiarezza le convinzioni dei repubblicani sulla crisi irachena. Se vi sarà intervento militare americano in Iraq, esso sarà stato determinato dalla irresponsabile politica del Presidente francese Jaques Chirac, eletto oggi a simbolo e faro del pacifismo nostrano. Può apparire la mia un'affermazione provocatoria. Non lo è, e lo conferma quanto ha scritto l'uomo che viene indicato come il simbolo dell'altra America, Bill Clinton: "la minaccia di veto non ha aiutato la diplomazia. È stato un gran male, perché, se la maggioranza del Consiglio di sicurezza avesse adottato il comportamento di Blair, Saddam non avrebbe più avuto spazio per ulteriori evasioni e avrebbe potuto ancora disarmare senza invasione e spargimento di sangue. Se la Russia e la Francia avessero sostenuto la soluzione di Blair, allora Hans Blix e i suoi ispettori avrebbero avuto più tempo e sostegno nel loro lavoro. Ma purtroppo non è così. Blair si trova in una posizione non creata da lui, perché l'Iraq e le altre nazioni non hanno voluto seguire la logica della 1441". Anche noi, onorevole Presidente del Consiglio, ci troviamo in una posizione che non abbiamo creato ma che ci impone assunzioni di responsabilità senza se e senza ma. Condividiamo la decisione del Governo di concedere agli Alleati anglo-americani il diritto di sorvolo, l'uso delle basi e il trasporto di mezzi e truppe sul nostro territorio. E abbiamo apprezzato la dichiarazione del Ministro Frattini secondo il quale " l'Italia si è impegnata a partecipare con uomini e mezzi all'opera di "institution building" nel dopoguerra, nell'ambito di quell'intervento multilaterale che il vertice delle Azzorre ha proposto. Ma, onorevole Presidente del Consiglio, la sollecitiamo a fare un ulteriore passo avanti: a dichiarare cioè esplicitamente sin d'ora la disponibilità dell'Italia a sostituire con nostre truppe e mezzi, quelle funzioni militari in ambito NATO che le forze alleate impegnate in Iraq dovranno lasciare scoperte. Non è il suggerimento di un guerrafondaio repubblicano. È un suggerimento che è venuto anche da una voce "responsabile" della sinistra: "Il Riformista". Una voce responsabile che il clamore dell'opposizione ha subito ridotto al silenzio. Onorevole Presidente, dopo questi eventi nulla sarà più come prima. Gli equilibri geopolitici mondiali andranno ridefiniti, e non ne è chiaro l'orizzonte. Ma di una cosa i repubblicani sono convinti: se l'Europa non avrà un ruolo marginale lo si dovrà alle scelte coerenti di Blair e di Aznar, non certo all'atteggiamento di Chirac e di Schroeder. Roma, 19 marzo 2003 |