La Malfa: sul Mezzogiorno vincente la linea dell'Edera Intervista a Giorgio La Malfa pubblicata su "La Gazzetta del Sud", 16 maggio 2005. Dal Sud partirà la riscossa del governo Berlusconi. Il ministro per le Politiche comunitarie, Giorgio La Malfa, non è affatto convinto che la partita delle elezioni del 2006 sia già persa, qualunque possa esser oggi il risultato dei comuni siciliani, in particolare di Catania. "L'ultimo Consiglio dei ministri – dice – rappresenta una tappa fondamentale: è la piattaforma del rilancio. Sono state gettate le basi per dare soprattutto al Mezzogiorno la necessaria svolta". A Reggio Calabria per il 153.mo anniversario di Fondazione della Polizia, Giorgio La Malfa, accompagnato dal viceministro all'Ambiente, on. Francesco Nucara (che è anche segretario nazionale del Pri) e dal vicesindaco della città, Gianni Rizzica, è stato ospite della nostra redazione. La Malfa spiega il significato della sua presenza a Reggio: "Il governo ha voluto essere presente in questa particolare ricorrenza nella città dell'eroe Nicola Calipari, grande reggino e grande servitore dello Stato, cominciando proprio dalla Polizia". L'on. Giorgio La Malfa, "figlio d'arte" (l'indimenticabile papà Ugo, leader storico dell'Edera nella prima Repubblica), è nato a Milano ma ribadisce: "Sono meridionale nello spirito e nella cultura. La mia famiglia ha origini agrigentine. Mio nonno era appuntato di Polizia e per questo mi sento più che mai legato alle Forze dell'Ordine. Mia madre si è salvata per puro caso dal terribile terremoto di Messina del 1908...". Mamma messinese? No, mia mamma era palermitana. Era nata nel 1901, ma all'epoca del terremoto, essendo mio nonno ferroviere in servizio a Messina, la famiglia si era trasferita nella città dello Stretto. Mamma aveva allora sette anni e raccontava sempre questa catastrofe, dalla quale è uscita viva per miracolo. Con questi precedenti, si figuri che milanese possa essere io... Sono un uomo del Sud. La questione meridionale è sempre al centro della mia politica, ereditando un po' quella che era la concezione di mio padre Ugo. Che è stato uno dei grandi promotori dell'istituzione della famosa Cassa per il Mezzogiorno. Un'invenzione positiva. Ancora non capisco perché la sinistra si è accanita contro la Cassa. Fu un errore cancellarla. Venne definita allora solo una forma di assistenzialismo. Non sono convinto che la Cassa per il Mezzogiorno fosse solo assistenzialismo. Garantiva lavoro, ha fatto costruire strade e altre infrastrutture, era veramente un'istituzione importante. Alle regionali di questa primavera è venuta fuori una situazione ormai chiara: tutte le Regioni del Sud, tranne la Sicilia dove non si è votato, sono ormai del Centrosinistra. Molti meridionalisti leggono questo risultato come opposizione alla scelta leghista del governo. Sbagliato. Questo governo ha dirottato al Sud tantissime risorse, come nessun'altro. Forse non sono state indirizzate nella maniera giusta. Ma adesso la musica è cambiata, la gente avrà modo di capire che questo governo non trascura il Sud. Lei parla di musica cambiata. In che senso? Il primo segnale viene dall'istituzione del ministero che si occupa del Mezzogiorno affidato all'on. Miccichè. Un ministero che ha il compito di organizzare, appunto, una politica meridionale che possa incidere sul territorio. E poi il governo, proprio nell'ultima seduta, ha deciso di muoversi secondo le direttive che il Pri andava ripetendo da anni. E cioè? In pratica si tratta di puntare su tre obiettivi di fondo che servono per avviare una vera e propria politica di sviluppo: incentivi per le industrie; investire in maniera decisa sulle infrastrutture; puntare sulla ricerca scientifica, dove la disparità tra Nord e Sud è enorme. I finanziamenti che lo Stato investe per la ricerca scientifica stanno in questa proporzione: 95 per cento per il Nord e solo il 5 per cento per il Sud. E proprio nell'ultima seduta del Consiglio dei ministri si è deciso di invertire la tendenza. Ma basterà, c'è il tempo per recuperare in meno di un anno? Nel 2000 il centrodestra vinse le regionali e si capiva che il vento stava cambiando, tanto è vero che alle elezioni politiche del 2001 si è ripetuto lo stesso risultato. Adesso mi sento di sostenere, nonostante il vistoso successo del centrosinistra, che non è affatto scontato che il risultato del 2006 alle politiche possa essere lo stesso. Non c'è stato in queste regionali, contrariamente a quanto è avvenuto nel 2000, un segnale di cambiamento del vento.... E allora come spiega questa affermazione a tappeto dell'Unione del Centrosinistra che sta vincendo ovunque si voti? La risposta a questa sua domanda l'ha data Massimo D'Alema nella sua rivista "Italiani europei", laddove ha riconosciuto che il centrosinistra in queste regionali non ha ottenuto un voto in più rispetto alle precedenti elezioni. Ma i voti sono venuti a mancare al centrodestra, per effetto dell'astensionismo, qualcosa come due milioni di voti. E questo non è un segnale di vento che cambia bensì della delusione degli elettori della CdL, i quali non sono andati a votare, ma sono pronti a farlo alle politiche se il governo, come sono convinto, darà prova di produrre risultati concreti e soprattutto di saper proporre un programma per il futuro. Ancora del centrosinistra non ho letto una sola riga di programma. Quale potrebbe essere la strategia vincente per la CdL? Comportarsi in questo ultimo anno come se si trattasse del primo della prossima legislatura, presentando agli italiani un programma credibile ed efficace con tempi, modi e scadenze. Questo vado ripetendo da tempo e questo progetto è partito nell'ultimo Consiglio dei ministri. Ma con quale guida. C'è chi mette in discussione nella CdL la stessa leadership di Berlusconi. Berlusconi è oggi un leader insostituibile. Senza di lui non si va da nessuna parte. Piuttosto il centrodestra con Berlusconi è una coalizione credibile, l'Unione di Centrosinistra di Prodi un "caravanserraglio" senza una logica di programma. Tornando a parlare della questione Sud, c'è la devolution della Lega che non è stata affatto gradita dai meridionali. Bisogna saper parlare ai meridionali. Nella precedente legislatura, il centrosinistra, nell'ultimo giorno utile prima dello scioglimento delle Camere, ha modificato il Titolo Quinto della Costituzione con soli quattro voti in più, creando, come ha riconosciuto all'epoca l'attuale governatore della Calabria, Agazio Loiero, un precedente pericoloso.... Ma se ha sbagliato allora il centrosinistra, perché deve farlo ora il centrodestra? Quella che tutti chiamano devolution, io preferisco definirla con il suo giusto nome: regionalismo. E sono convinto che la CdL non ha sbagliato nulla. Il nostro intervento sin qui è servito a correggere l'errore fatto da quelli del centrosinistra che penalizzava veramente il Mezzogiorno. Intanto come primo punto abbiamo introdotto la nozione "interesse nazionale" e ridotto le "aree della legislazione concorrente" che consente di restringere notevolmente le conflittualità tra Stato e Regione. E poi per alcuni settori di grande interesse, come l'energia, la competenza è rimasta nazionale. Ma è l'idea del federalismo fiscale che rischia di mettere in crisi le Regioni più deboli per quanto riguarda settori cruciali come la sanità e la scuola... Su questo punto si potrà discutere più a fondo per inserire quei principi di solidarietà che al momento sono all'attenzione della CdL. Quali prospettive per la Calabria? Il governo sta pensando a qualcosa di particolare? Da ministro per le Politiche comunitarie è in grado di fare il punto sui fondi strutturali? La Calabria è inserita ovviamente nel contesto del progetto per il rilancio del Sud. Quindi godrà di una serie di iniziative che riguardano gli incentivi alle industrie, gli investimenti per la ricerca e il potenziamento delle infrastrutture. Alcune ci sono e vanno valorizzate. Prenda il Porto di Gioia Tauro. È una realtà che però va legata al territorio. Per quanto riguarda i fondi strutturali, sto facendo un giro d'orizzonte per avere dall'Unione europea la situazione esatta, soprattutto quella delle regioni meridionali. (a cura di Tonio Licordari) |