La Malfa a Berlusconi

Positiva la politica estera del governo ma non quella economica

Quello che segue è il testo della lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, inviata dal presidente del Pri Giorgio La Malfa. La lettera è stata annunciata dallo stesso La Malfa nel corso della trasmissione di Rai 1 condotta da Pieluigi Battista, "Batti e Ribatti", mercoledì 26 marzo.

Caro Presidente, sono tre anni che il Partito Repubblicano ed io lavoriamo con Te nella maggioranza di governo. Era il 2001 quando decidemmo di stringere l'alleanza, e a convincerci furono due punti del Tuo programma: la politica estera e la politica economica.

Punto primo: sulla politica estera il nostro consenso è pieno. L'ho detto più volte. Ho molto apprezzato il Tuo discorso alle Camere, di ritorno dall'incontro con il segretario dell'ONU e il Presidente degli Stati Uniti. Un discorso da cui esce un'Italia pronta ad assumersi le sue responsabilità, fedele - finalmente senza tentennamenti - alle sue alleanze, decisa a continuare a sostenere il ruolo dell'ONU e a cercare di estendere il numero dei paesi disposti a impegnarsi nello sforzo per dare all'Iraq una prospettiva democratica. D'altra parte, una futura vittoria delle sinistre darebbe al nostro Paese una collocazione internazionale incerta e confusa: l'alleanza fra Ulivo, Rifondazione e gruppi dell'estrema sinistra renderebbe problematica persino la partecipazione a qualunque missione internazionale di pace, come si può vedere dalle dichiarazioni di questi giorni dell'onorevole Bertinotti. L'Italia finirebbe isolata, come non è mai stata dal dopoguerra ad oggi.

Mi auguro che non accada.

Punto secondo: l'economia, che sta molto a cuore al PRI, a me e soprattutto agli italiani. Qui le cose non vanno. Decisamente. Cito due problemi seri.

Il fisco. Ho appoggiato due mesi fa la Tua proposta di procedere ad una consistente riduzione della pressione fiscale ed ho anzi sostenuto che valeva la pena anche di aumentare il deficit per il primo anno pur di dare una spinta all'economia. Poi all'improvviso l'annuncio che non se ne faceva più nulla. Perché queste incertezze? Divisioni nella maggioranza? Conti che non tornano? Comunque a questo punto, quale è la strategia del governo in materia di politica economica?

Il risparmio. In questi anni i risparmiatori italiani hanno subito gravissime perdite: i bonds argentini, le obbligazioni Cirio, la Parmalat, la Banca 121 e molti altri casi. Per questo è venuta meno la fiducia nel sistema bancario italiano e negli organi di vigilanza che avrebbero dovuto tutelare il risparmio ed i risparmiatori. Questa situazione si riflette sulla credibilità del sistema economico e finanziario italiano. Che risposta tempestiva si vuol dare a questi problemi fondamentali?

Dunque il bilancio che noi facciamo della politica economica non è favorevole come avremmo voluto. Ci siamo tenuti distanti dalle tensioni che sono intervenute fra i partiti della maggioranza: con senso di responsabilità, ma con preoccupazione crescente perché il tempo corre.

Col medesimo spirito oggi diciamo che non è ulteriormente rinviabile l'individuazione e l'adozione immediata di una politica economica che risponda effettivamente alle esigenze degli italiani e li rassicuri sul futuro loro e dei loro figli.

La politica estera va bene, ma essa è comunque dura e difficile. La politica economica che deve dare respiro al Paese è assolutamente indispensabile.

Tanto Ti dovevo dire per massima chiarezza.

Giorgio La Malfa