Senato, 12 maggio 2004, seduta antimeridiana Intervento e dichiarazione di voto del senatore Antonio del Pennino sulla istituzione della Provincia di Monza e della Brianza Signor Presidente, gli emendamenti a mia firma si ispirano ad una logica radicalmente diversa da quella che stava alla base degli interventi con i quali ieri è stata manifestata contrarietà all'istituzione della Provincia di Monza e della Brianza e delle altre due nuove Province, da parte dei senatori che hanno parlato nel corso della discussione generale. I colleghi che sono intervenuti contro questi provvedimenti hanno sostenuto che fosse ingiusto dare la priorità a tali Province senza prendere in considerazione una serie di altre richieste contenute nei disegni di legge da loro presentati, quasi come se questo fosse "l'ultimo treno per Iuma" sulla strada della realizzazione di nuove Province e vi fosse il pericolo che a questo treno non si agganciassero altri vagoncini. Io sono contrario, invece, all'istituzione di nuove Province tout court, siano quelle oggi presentate, siano quelle nuove richieste da altri colleghi. Infatti, nel nostro ordinamento l'ente Provincia ha una scarsa funzionalità, e i suoi costi sono assai superiori ai benefici che apportano alle comunità locali. Nel dibattito successivo mi soffermerò su quel mostrum rappresentato dalla Provincia tricipite di Barletta - Andria - Trani. Ora, per quanto riguarda la Provincia di Monza ci troviamo dinanzi ad una inversione di ogni procedimento logico. Nella Costituzione abbiamo introdotto una norma che prevede la dignità costituzionale dell'ente Città metropolitana. Non vi è dubbio che Milano e l'area milanese rappresentano una delle quattro grandi aree del nostro Paese degne di essere definite Città metropolitane. Quindi, la logica vorrebbe che prima si definisse l'ambito territoriale della Città metropolitana, si istituisse l'ente Città metropolitana sostitutivo anche della Provincia di Milano e successivamente si individuassero le aree che non rientrano nell'ambito della Città metropolitana e che, pertanto, possano dare vita alla realizzazione di nuove Province. Approvando prima la Provincia di Monza, invertiremmo il procedimento logico. Questo è un primo motivo per cui non ritengo opportuno tale provvedimento. La seconda considerazione è che diversi Comuni indicati come costituenti la nuova Provincia di Monza e della Brianza - in particolare i Comuni di Agrate Brianza, Aicurzio, Bellusco, Cavenago di Brianza, Mezzago, Usmate, Velate, Sulbiate e Vimercate - hanno dichiarato, con delibere dei Consigli comunali, la loro volontà di non appartenere alla nuova Provincia. Con buona pace del senatore Cesarino Monti e della senatrice Baio Dossi, è evidente che in questo modo non realizziamo una procedura democratica andando incontro alla volontà dei Comuni, ma imponiamo ad alcuni Consigli comunali che si sono espressi in modo difforme l'aggregazione alla nuova Provincia, e ciò avviene per rispondere non alle esigenze della popolazione bensì a quelle di un certo ceto politico locale. Di seguito riportiamo la dichiarazione di voto. Signor Presidente, malgrado l'appassionato intervento della senatrice Teodolinda Baio Dossi e il tentativo del senatore Monti di porsi la Corona Ferrea in testa, devo annunciare il mio voto contrario su questo provvedimento per le ragioni che ho già espresso nell'illustrare gli emendamenti. Non si risolve infatti il problema di un corretto governo del territorio attraverso l'istituzione di una nuova Provincia anziché attraverso la realizzazione della Città metropolitana, anche perché l'esigenza di decentramento dei servizi di competenza statale, come ha riconosciuto la stessa senatrice Baio Dossi, è già risolta in quell'area. Quindi, creare la Provincia significa solo creare un ente inutile in più. |