La lettera di Savoldi portavoce di "Riscossa Repubblicana" al segretario nazionale Caro segretario, Ho atteso qualche giorno a scrivere questa nota nell’attesa di vedere sul sito o in altra magari più ampia sede valutazioni del partito in merito alle affermazioni sulla magistratura del presidente del consiglio dopo la condanna di Previti. Credo di non ricordare un attacco tanto violento ad un potere dello stato come quello che il presidente del consiglio ha sferrato nei giorni scorsi. Il Pri non ritiene di commentare questo fatto magari richiamando la assoluta necessità peraltro rivolta a tutti di mantenere nei confronti delle istituzioni un atteggiamento più consono ad un Paese di democrazia occidentale ? Non coglie il segretario la necessità al di là della fedeltà all’alleanza di governo di raccogliere gli appelli che da più parti giungono affinché le forze moderate e responsabili del centrodestra operino affinché si possa cercare di uscire da questo clima di scontro devastante fra poteri dello stato? Perché non raccogliere gli appelli del presidente della repubblica dimostrando che il PRI è fedele al paese prima ancora che ai propri alleati di governo? Eppoi vivaddio una reazione più dura e sdegnata nei confronti di chi ha accostato Ugo La Malfa a Fidel Castro credi che non fosse lecito aspettarsela da parte dei Repubblicani? Con spirito costruttivo come sempre nonostante tutto, Sergio Savoldi 8/5/2003 La risposta di Nucara alla lettera di Sergio Savoldi Caro Savoldi, la linea del Pri è stata sempre quella di non commentare vicende giudiziarie o intervenire in polemiche ad esse collegate. Non ho comunque difficoltà ad affermare che Il presidente Berlusconi ha esaminato nella lettera al "Foglio", con toni accesi e anche risentiti, dieci anni della vita politica italiana durante la quale l'equilibrio tra i poteri dello Stato si è incrinato, facendo pendere la bilancia a favore dell'ordine giudiziario. La prima conseguenza di questo squilibrio è stata la scomparsa dei partiti storici che avevano contribuito ad instaurare in Italia, dopo il regime fascista, un sistema politico fondato sulla libertà e la democrazia. Da queste vicende, le cui cause sono ormai all'esame degli storici, derivano i problemi attuali che non possono essere affrontati sul piano politico (quello giudiziario deve essere lasciato all'autonomia dei giudici) con serenità perché una parte cospicua dell'opposizione ritiene il Presidente del Consiglio un usurpatore e il capo di una congrega di malfattori. La conseguenza è che ogni problema sul tappeto finisce per essere condizionato da pregiudizi che ne impediscono un esame di merito e bloccano la stessa dialettica tra la maggioranza e l'opposizione. In questa situazione i processi a Berlusconi e ai suoi amici sono un'occasione per una parte dell'opposizione di organizzare girotondi mentre un'altra, più ipocritamente, fa finta di non voler commentare le sentenze e invece porta avanti una sottile opera di delegittimazione dell'avversario. Berlusconi ha evidentemente colto questi aspetti e ha deciso di rompere gli indugi, usando come dicevo all'inizio " toni accesi". La durezza del linguaggio è servita anche a superare la situazione di stallo che si era determinata e che mirano al logoramento dell'equilibrio politico su cui si regge il Governo, che noi vogliamo difendere. A tale proposito ricordiamo che i repubblicani sono per costume "leali", mai subalterni e tantomeno pregiudizialmente "fedeli", appartenendo la fedeltà più alla sfera religiosa che a quella della politica. Su questi temi e sulla necessità di una radicale riforma della giustizia che ne riequilibri i poteri, abbiamo fatto e faremo sentire la voce del partito, mentre sulle questioni giudiziarie ancora aperte preferiamo aspettare le sentenze ed evitare realmente di commentarle. Per finire voglio ricordarti come la scomparsa dei partiti storici (il Pri sta combattendo una battaglia per sopravvivere iniziata da Giorgio La Malfa) sia stata determinata dalla fretta di condannare anzitempo una classe politica che successivamente gli stessi giudici hanno, molte volte, assolto. Per quanto riguarda la questione della tiepida reazione avuta per il riferimento di Ugo La Malfa, fatto dall'on. Rizzo dei comunisti italiani, nel dibattito sulla situazione cubana rimandiamo alla nota del partito, riportata dalle agenzie e pubblicata sul Sito con il titolo: Pri a Pdci: vergognatevi. Roma, 9 maggio 2003 |