Future sfide economiche

Le risorse che devono essere valorizzate nella competizione globale

Riproduciamo l'intervento pronunziato dal segretario nazionale del Pri Francesco Nucara durante la conferenza stampa sul tema "Una proposta per il Mezzogiorno", Reggio Calabria, 5 giugno 2004.

di Francesco Nucara

L'Italia deve affrontare nei prossimi anni la sfida della sua permanenza nel club dei primi Paesi in un contesto europeo e globale caratterizzato da formidabili dinamiche della distribuzione internazionale del lavoro, con la presenza di competitori agguerriti e dotati di grandi potenzialità.

La ricetta, a livello nazionale, per affrontare questa sfida è ormai nota: recuperare la capacità di fare sistema puntando sull'innovazione, sulla conoscenza, sulla produttività globale, sulla valorizzazione della cultura e dello stile italiano sia come valore aggiunto dei suoi prodotti e dei suoi servizi, sia come fattore di attrazione dei flussi turistici. Il tutto da sviluppare con uno spirito di cooperazione fra le parti sociali e di collaborazione fra tutte le aree del Paese, simile a quello degli anni del "miracolo economico".

In questo contesto riemerge in modo imperioso la questione del Meridione, un'area grande e popolosa più di molte delle nuove Nazioni che sono entrate a tutti gli effetti nell'Europa Unita dal 1° maggio 2004, caratterizzata dalla presenza di ingenti potenziali risorse che non possiamo più permetterci di tenere sotto utilizzate.

Il problema del Mezzogiorno si conferma problema dell'Italia, perché ne condiziona la sopravvivenza nella storia. Problema italiano, dunque, e proprio per questo problema europeo. Verso la sua soluzione devono confluire le migliori energie del Paese e i molti capitali in giro per il mondo in cerca di impieghi produttivi.

Il riposizionamento del Mezzogiorno nei programmi di investimento nazionali e internazionali richiede una forte ed esplicita volontà politica volta ad incidere profondamente sui fattori che hanno sinora scoraggiato o addirittura punito le localizzazioni produttive nel Sud.

Le principali risorse del Meridione da valorizzare sono il fattore umano e il territorio.

Oggi i giovani del Mezzogiorno rappresentano quasi la metà dei giovani italiani per una popolazione che supera di poco 1/3 del totale: basta questo semplice dato demografico a dare un quadro delle enormi potenzialità sotto utilizzate del meridione.

E' necessaria l'immediata attivazione di un programma di consolidamento e ampliamento della base produttiva in grado di avvicinare il tasso di disoccupazione del Sud ai valori del Centro-Nord, il che richiede la creazione di centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro. Bisogna assicurare le condizioni perché le risorse siano inserite in un contesto ad elevata produttività globale, assicurata dalle infrastrutture materiali ed immateriali.

Il Mezzogiorno presenta forti squilibri nella dotazione infrastrutturale, tanto al suo interno quanto verso l'Italia in generale e il Centro-Nord in particolare.

Se l'indice generale rivela un livello di dotazione pari appena al 78% rispetto ad una media di 100 per l'Italia nel suo complesso, le note si fanno assai più dolenti passando ad esaminare le singole infrastrutture: per quelle idriche, siamo appena alla metà dei valori medi nazionali; per le comunicazioni, siamo ai tre quinti e per l'energia non si raggiungono i tre quarti. Se poi si ha riguardo all'estensione della rete ferroviaria - Ferrovie dello Stato più ferrovie in concessione - il Sud rappresenta solo il 40,4% del totale italiano.

Sono problemi che hanno duramente penalizzato il Mezzogiorno in passato, quando i principali mercati di sbocco dei prodotti industriali erano i Paesi forti dell'Europa Settentrionale e delle Americhe, così lontani e così poco raggiungibili.

Sono problemi che, se non adeguatamente compensati, rischiano di penalizzarlo ancor più in futuro rispetto ai mercati emergenti del bacino Mediterraneo, dell'Europa orientale e dell'Asia, verso i quali il Mezzogiorno potrebbe rappresentare un ponte naturale a disposizione dell'intera Unione europea.

Naturalmente, non si tratta solo di ripianare il deficit pregresso di infrastrutture fisiche: occorre anche puntare sul rapido sviluppo delle nuove infrastrutture immateriali come le reti telematiche, le strutture educative e di ricerca, le tecnologie per la salvaguardia ambientale.

Un fattore di squilibrio è legato alla ricerca. Sono noti i preoccupanti dati nazionali a confronto con quelli dei paesi con cui dobbiamo competere. La situazione del Mezzogiorno risulta a dir poco catastrofica se evidenziamo lo squilibrio di spese, Centri ed Istituti e Personale di Ricerca tra Mezzogiorno e resto del Paese.

Secondo dati recenti, la spesa per la Ricerca è localizzata per il 93,4% nel Centro-Nord e per il 6,6% nel Mezzogiorno così come lo era diversi anni fa. Il Personale di Ricerca è localizzato per il 92,4% nel Centro-Nord e per il 7,6% nel Mezzogiorno. Per ogni 100.000 abitanti vi sono 243 Ricercatori nel Centro-Nord e 35 nel Sud. Vi è poi uno squilibrio interno allo stesso Mezzogiorno; se in fatto di Personale di Ricerca il rapporto Centro-Nord e Mezzogiorno è di 7:1, tra Campania e Calabria è di 6:1 e tra Centro-Nord e Calabria, di 24:1. Nell'ambito della Ricerca non universitaria, la Ricerca privata è ancora più squilibrata: assorbe solo il 3% della spesa complessiva ed il 4% del personale, percentuali, queste, inferiori a quelle della Ricerca pubblica che sono dell'8.7% e del 9%, rispettivamente.

La tutela e la valorizzazione del territorio è l'altra grande opportunità del Meridione. La situazione attuale dell'ambiente nel meridione è variegata e richiede l'utilizzo di forme di intervento diverse che possono essere di tutela, di valorizzazione, di infrastrutturazione, ecc. quali:

- difesa del suolo, sistemazione idrogeologica, forestazioni protettive;

- salvaguardia delle coste, infrastrutturazione portuale mirata ed efficiente;

- razionalizzazione dei sistemi urbani e recupero dei centri storici;

- valorizzazione delle aree interne nei loro multiformi aspetti di potenzialità inespresse e di marginalità;

- salvaguardia dei beni culturali ed ambientali.

Questi obiettivi sono perseguibili con il rilancio della Programmazione democratica e con uno strumento operativo autorevole che coordini in modo efficiente le risorse necessarie e raccordi le azioni dei Soggetti locali che devono essere i protagonisti del nuovo rilancio del Mezzogiorno.

Il Ministero per il Mezzogiorno risponde a questa esigenza.