Dichiarazione di voto del sen. Del Pennino sul disegno di legge "Disposizioni per l'adeguamento dell'ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale

Signor Presidente, esprimerò un voto favorevole al disegno di legge al nostro esame, ma non posso esimermi da alcune riflessioni, anche critiche. La prima riguarda la natura di questo stesso disegno di legge.

Certo, siamo in presenza di un testo articolato e ben scritto, ma che mantiene il limite di una legge di procedure, resa necessaria per disciplinare la fase transitoria e consentire la messa a regime del nuovo assetto istituzionale. Il disegno rappresenta un passo avanti rispetto alla legge costituzionale n. 3 del 2001, la cui diretta ed immediata applicazione aveva creato non pochi problemi, ma io non posso non ribadire la convinzione, già espressa in sede di udienze conoscitive e di dibattito in 1a Commissione, che la legge costituzionale sopracitata meriti più correzioni che non attuazione. È una legge che presenta forti elementi di confusione e di contrasto, a partire dalla cosiddetta legislazione concorrente, sulla quale apprendo con piacere che il Ministro intende introdurre elementi correttivi.

Proprio in materia di legislazione concorrente non posso non richiamare l'attenzione del Ministro su un punto che a mio avviso rappresenta, uno degli aspetti più delicati e più complessi. Tra le materie di legislazione concorrente figura oggi anche la protezione civile. Tecnicamente la cosa lascerebbe quasi increduli, giacché le calamità naturali sono ormai occasione di solidarietà addirittura internazionale. Di fronte alla possibile enormità di un disastro naturale è letteralmente un non senso attribuirne prevenzione e gestione ad una struttura intermedia qual è la Regione. Oltretutto, la competenza regionale in materia creerebbe inaccettabili disparità di trattamento tra i cittadini in emergenze attinenti agli interessi primari dell'uomo. Avevamo presentato su questo punto un emendamento, che è stato giudicato inammissibile dalla Presidenza, perché non rientrava nella materia. Ci premeva però sottolineare questo aspetto e ci preme ribadirlo in questa dichiarazione di voto, perché siamo convinti che è materia su cui il Governo ed il Parlamento dovranno intervenire in fase di revisione della legislazione concorrente.

La seconda ed ultima considerazione che vorrei fare è relativa all'andamento di questo dibattito e alle correzioni che sono state apportate al testo del disegno di legge, così come era stato presentato dal Governo.

Gli emendamenti che noi avevamo presentato andavano esattamente nella direzione opposta a quella degli emendamenti che sono stati approvati. Da questo punto di vista, non possiamo non giudicare il testo che uscirà dal voto del Senato come un testo peggiorativo rispetto a quello iniziale del Governo, e ne attribuiamo la responsabilità ai colleghi dell'opposizione: ancora una volta, la deriva pararegionalista ha travolto alcuni paletti che erano stati messi nel disegno di legge originario.

Ebbene, io credo che questo sia un argomento.

Ieri, intervenendo nel dibattito sulle questioni istituzionali, citavo un recente articolo di un autorevole politologo, Ernesto Galli Della Loggia, il quale aveva detto che sono venuti meno tre punti centrali che avevano garantito l'equilibrio e lo sviluppo della società italiana in questi anni : lo Stato, l'industria e i partiti.

Ieri mi sono dilungato nell'analisi del problema dei partiti.

Vorrei oggi toccare, sia pure brevemente, il tema dello Stato, per riproporre un interrogativo posto da Galli Della Loggia che, anche per il modo in cui è stato corretto questo disegno di legge dal voto che il Senato ha espresso sugli emendamenti, è reso più pressante.

Affermava Galli Della Loggia : "Con le Regioni siamo ora consegnati ad un'autorità divisa e diversa da luogo a luogo, che avvertiamo, ed è, perlopiù inesperta, senza neppure quel po' di tradizione e di prestigio che aveva il vecchio Stato", e si chiedeva:"riusciranno le Regioni ad assolvere ai loro nuovi compiti?". Ecco, credo che emendamenti e correzioni al disegno di legge come quelli che sono stati fatti introdurre dai colleghi dell'opposizione non aiutino a dare una risposta positiva a questo interrogativo.