Le prospettive dei repubblicani/La funzione rilevante che assumerà il nuovo Congresso Eredità mazziniana ed Europa: fra radici e futuro di Rocco Casciana* Dopo il Consiglio Nazionale del Partito dello scorso 15 gennaio, e a seguito della presa di posizione dell'amico Torchia su "La Voce Repubblicana" dell'11 gennaio, e delle decisioni nel Consiglio Nazionale di indire il Congresso del Partito per la prossima primavera, pare che si intensifichino le iniziative per cercare di porre fine a quella diaspora che fu determinata dalla decisione che portò l'Edera Repubblicana nel congresso di Bari nel centrodestra e, di conseguenza, a partecipare al governo Berlusconi. Questa decisione non trovò l'adesione di moltissimi amici che, con il tempo, sconfortati, hanno trovato in altri movimenti politici una ritenuta più consona collocazione politica o, come moltissimi altri, si sono ritirati a vita privata pur rimanendo nell'anima e nel cuore Repubblicani per le tante battaglie sostenute per il trionfo del pensiero Mazziniano e Repubblicano. Certamente, il prossimo Congresso dovrà segnare un momento storico del partito, che deve comprendere che quella svolta ha portato lo scompiglio tra le file degli amici; occorre una profonda disamina politica ed una iniziativa coraggiosa per porre fine alle incomprensioni che hanno quasi determinato la scomparsa nell'agone politico nazionale. Ben venga il Congresso ma con esso, come ho detto, con un profondo esame politico, una rivisitazione dei temi politici del movimento repubblicano e mazziniano, tenendo conto dei problemi e delle esigenze derivanti da una appartenenza ad una liberaldemocrazia italiana ed europea a cui il Partito ha sempre fatto riferimento con la partecipazione al gruppo dell'Eldr, al parlamento Europeo. Il Congresso deve altresì porre la sua attenzione a che tutte le componenti abbiano a ritrovare in esso la propria fede ed il proprio credo, certi di essere propugnatori di un pensiero che, se non ci fosse, sarebbe necessario creare e che pur essendo di una matrice storica radiata all'inizio del diciannovesimo secolo è di una modernità e di una socialità invidiabile ancora al nostro tempo. Il Congresso dovrà affrontare tutti questi problemi facendo attenzione a che la propria decisione sappia richiamare tutti quegli amici perduti in questi ultimi tempi e sappia convincere quei repubblicani istintivi, come io li definisco, ad essere tali, e di porli di fronte al loro istintivo senso della giustizia nella libertà, nella democrazia, nell'associazionismo, che rende uguali i cittadini nello svolgimento del proprio lavoro. Non sono solo questi i principi che fanno di un cittadino un repubblicano, ma questi sono i presupposti, il resto sta a noi: dobbiamo farci capire pubblicando un manifesto con pochi punti caratteristici e caratterizzanti del nostro storico programma che ci pone in primo piano nella difesa dei diritti del cittadino. La Direzione è chiamata nei prossimi giorni a decidere data e località dove tenere il Congresso. Al Consiglio Nazionale, ho espresso la convinzione di tenere il Congresso a Roma: è la capitale di questa nostra cara Italia. Il motivo di tale richiesta - so che è un sacrificio - è determinato dal fatto che Roma è il centro delle attività politiche e amministrative più significative, è la città dove il partito era considerato per i suoi principi, i suoi programmi e la sua moralità, tanto da portare in Consiglio Comunale uno o più consiglieri, e che ebbe in Ernesto Nathan il suo Sindaco mai dimenticato e dove ora, alle ultime elezioni amministrative, non si è più riusciti neppure a presentare la lista. A Roma il Partito da un po' di anni a questa parte è praticamente scomparso, anche se i repubblicani ci sono, e sono certo che basta un "fischio, un richiamo, un appiglio", per rivederli fiduciosi a riprendere il proprio posto nella battaglia per riconquistare il posto perduto. Il Partito di conseguenza dovrà fare un enorme sforzo politico e organizzativo pubblicando per l'occasione, per riprendere il contatto con Roma e con la cittadinanza, un manifesto di pochi punti chiari e caratterizzanti: laicismo, scuola, riforme scientifiche, riforme liberiste, riesame delle fonti di energia con il ritorno al nucleare, nuova spinta costruttiva alla Costituzione dell'Europa ed una giusta equità fiscale, con un afflato umano di libertà nella sostanza e nelle parole. Occorre invitare al Congresso e organizzare in Campidoglio la partecipazione e la visita della Presidente e dei personaggi più rappresentativi dell'Eldr, in occasione del cinquantesimo anniversario della firma del trattato di Roma per la costituzione dell'Unione Europea. Di quella Europa che Mazzini aveva sognato: l'Europa dei popoli e non delle Nazioni, e di questo principio i repubblicani devono fare motivo di propaganda e di distinzione. Insomma, con le discussioni politiche dobbiamo ritrovare l'orgoglio per una grande festa: la festa della riunificazione, quella riunificazione, non fittizia, sentita e sostanziale per cui "Riscossa Repubblicana" si è battuta e si batte nella speranza di ricreare, con programmi moderni, i principi sociali di una liberaldemocrazia, in cui quelli Mazziniani e Repubblicani sono un tutt'uno in un partito moderno e volto al miglioramento della società e del Paese. Il Congresso infine non potrà dimenticare una nuova legge elettorale che dia la possibilità a tutte le formazioni politiche del Paese di essere rappresentate in Parlamento. *Consigliere Nazionale del Pri |