"La Stampa" 28 gennaio 2004/La Malfa accusa "Fazio? Difesa preoccupante" Durissimo, impietoso, è il commento del presidente della Commissione Finanze della Camera Giorgio La Malfa all'audizione di Antonio Fazio, con cui ha duramente duellato. ""Mi ha molto colpito - spiega - una sua frase cruciale: ovvero, che le stesse banche finanziatrici siano state indotte in gravi errori di valutazione. Mi pare una difesa debole, non utile, del sistema bancario. Sono affermazioni preoccupanti". Perché preoccupanti? "La mia valutazione è che dobbiamo partire dal danno gigantesco che è stato creato ai risparmiatori, ma soprattutto alla credibilità del sistema finanziario italiano, dai casi Cirio, Parmalat, bond argentini. Se le banche sono state indotte in errore, allora a chi è affidato il risparmio? E se invece sapevano come stavano le cose, e hanno traslato consapevolmente il rischio sui risparmiatori, che cosa si è fatto per evitarlo? Che immagine emerge del sistema bancario italiano? Che banche abbiamo in questo paese, se si può indurle in simili "errori di valutazione"? Alle banche sono affidati i depositi dei risparmiatori, e queste ne fanno un utilizzo simile? Se a fare un'affermazione di questo tipo fosse stato il presidente dell'Abi, la si sarebbe potuta considerare una comprensibile difesa d'ufficio; ma se a parlare è il governatore della Banca d'Italia, che gode di penetranti poteri di controllo sul sistema, c'è da rimanere perplessi". Il governatore, in replica, ha innanzitutto sottolineato che tradizionalmente Bankitalia ha saputo difendere con successo la stabilità del sistema creditizio. Poi, ha ribadito che gli istituti hanno perduto somme importanti nell'affare Parmalat. Infine, ha dichiarato che se qualcuno era a conoscenza (ovvero il governo) di questi problemi, doveva dirlo... "Come, doveva dirlo? Chi doveva sapere come stavano le cose, se non le banche? Ripeto: è una difesa che io considero molto preoccupante. Ma è credibile che le banche non avessero idea di quel che bolliva in pentola, che siano semplici vittime? Non so cosa sia peggio: che siano state vittime, o che sapessero che qualcosa non andava. Scelga il governatore, ma resta una cosa molto grave". Dunque, lei si considera insoddisfatto. "Più che insoddisfatto, sono allarmato. Fazio ha ripetuto che gli italiani che hanno depositato i loro risparmi in banca non hanno perduto nulla. Ma i cittadini italiani, i contribuenti? I depositanti del Banco di Napoli, per fare un esempio, non ci hanno rimesso; ma alle casse dello Stato il bad banking del Banco di Napoli costò, mi pare di ricordare, 16.000 miliardi di vecchie lire. E poi, insisto: la competitività del sistema finanziario italiano nel suo complesso (la cui tutela è anch'essa affidata dalla legge bancaria alla Banca d'Italia) è stata seriamente danneggiata. Si può accettare che la Banca d'Italia si limiti a tutelare la stabilità delle banche, anche se tutto il resto va in malora? Oggi ci sono decine di imprese sane che si trovano impossibilitate a piazzare bond sui mercati. Le parole del governatore aprono dubbi molto forti". Lei ha parlato di perdita del ruolo "morale" da parte di Bankitalia. "Per me è una affermazione molto dolorosa, anche perché io e Fazio ci conosciamo dal 1966. Se trent'anni fa fosse accaduto un caso del genere, tutti avremmo detto "bisogna dare più poteri alla Banca d'Italia". Oggi, tutti dicono "diamo poteri alla Consob". Per questo dico che Via Nazionale ha perso l'high moral ground, il suo rappresentare la difesa assoluta del valore del risparmio". Roberto Giovannini |