Intervista a Emma Bonino/L'impegno europeista dei Radicali italiani rimane una costante Non rinunciare al processo di integrazione dell'Ue di Riccardo Bruno Il ministro Bonino è ormai impegnata su tutti i fronti che concernono sia la sua stretta carica di governo sia il dibattito politico che si svolge all'interno della maggioranza. E' uno dei ministri più ambiti dall'opinione pubblica e nello stesso tempo oggetto di attacco, per le sue posizioni sempre coraggiose, da parte di coloro che dovrebbero esserle alleati. Con grande nostro piacere tra un impegno e l'altro è riuscita a rilasciarci questa intervista. Non potendo sostenerla, come vorremmo, con il nostro voto, per ragioni squisitamente politiche, esprimiamo tutta la nostra solidarietà. Signor ministro, avevamo letto che al vertice di Caserta avrebbe posto il problema dei rapporti Abertis-Autostrade e delle posizioni del ministro Di Pietro sulla vicenda Il chiarimento è avvenuto? A Caserta ho posto una questione di merito sul nostro stare in Europa. Ritengo infatti che il nostro governo presenti un tasso di europeismo "vissuto" molto importante, tale da nutrire l'ambizione di concorrere a determinare il senso di marcia del processo d'integrazione. Uno status quindi incompatibile con assurde quanto erratiche contestazioni di norme di diritto comunitario che si è contribuito ad approvare con gli altri Stati membri, o con continue lamentazioni pubbliche antieuropee, o magari con l'evocazione costante di presunti complotti ai danni dell'Italia. Tutto ciò indebolisce la nostra capacità di influenzare i meccanismi decisionali dell'Unione europea. Credo che questo messaggio sia giunto. Peraltro, alla luce della decisione presa dalla Commissione europea su Autostrade, non mi sembra che avessi del tutto torto a dire che alcuni aspetti andavano trattati in maniera diversa… Adriana Cerretelli sul "Sole 24Ore" parla di "un fragile europeismo di un governo europeista". Non teme ora una delusione per le aspettative che si erano poste nei rapporti fra l'Italia e l'Europa, con il governo Prodi? Gli ultimi segnali che giungono da Bruxelles ridimensionano molto questo giudizio. Le liberalizzazioni varate giovedì scorso dal Consiglio del Ministri e che, tra l'altro, toccano aspetti essenziali della Strategia di Lisbona e sanano varie procedure di infrazione, dimostrano che l'Europa resta un punto di riferimento essenziale dell'azione di questo governo. Il ministro Padoa Schioppa ha tenuto una bellissima lezione sulla figura di Altiero Spinelli all'Università di Torino, e ha ricevuto in compenso i fischi e le uova dei no global e dai militanti comunisti. Non c'è il rischio di un clima sempre più pesante dentro la maggioranza per le differenze politiche culturali che la segnano? Il clima si alleggerisce se ognuno rinuncia a riaffermare ad ogni pie' sospinto posizioni di nicchia, magari per darsi un po' di visibilità in vista delle elezioni amministrative. Penso al comportamento di totale chiusura dei ministri della cosiddetta sinistra radicale sull'Afghanistan oppure a quello di Mastella sui Pacs, entrambe questioni che devono trovare soluzioni in uno spirito di compromesso. Il presidente della Commissione attività produttive della Camera, l'onorevole Capezzone, ha espresso un giudizio molto critico sulla proposta previdenziale di Rifondazione comunista. Lei ritiene che sarà possibile in queste condizioni, per il governo, trovare una posizione univoca sulle pensioni? Continuo a sperarlo, anche se constato molte rigidità. Da parte mia, forte anche degli ammonimenti che ci giungono dall'Unione Europea e da altre istituzioni internazionali, nonché da studi che indicano quanto costerebbe all'economia nazionale abolire lo scalone, continuerò a battermi perché questo governo affronti con decisione e consapevolezza la questione delle pensioni. Inoltre, come tutti sanno, ritengo che non sia più giustificabile l'attuale differenza sull'età pensionabile tra uomo e donna. Le liberalizzazioni. E' sicuramente importante che Prodi abbia detto che le vuole fare. Ma chi è che davvero frena all'interno del governo o della maggioranza? Le ultime decisioni del governo, insieme ai provvedimenti già adottati, danno un quadro di liberalizzazioni molto ampio, anche se non sufficiente. La volontà del governo è chiara. Si può certo fare di più – e io sono al governo proprio per premere che ciò avvenga - ma intanto credo che si sia compiuto un passo avanti. Sfido chiunque a far paragoni con quanto fatto negli anni precedenti, quando la maggioranza di allora aveva ben altre forze. Pannella al vertice di Caserta ha fatto un'azione di trasparenza nei confronti della pubblica opinione che merita un certo apprezzamento. Ma non è che con la sua intraprendenza ha anche voluto segnare la distanza tra il movimento radicale, il suo spirito liberale, e la maggioranza che pure sostiene? Si è trattato di un'azione di trasparenza, come dice lei. Ricordo che quando Radio Radicale cominciò a mandare in diretta le sedute della Camera, ci fu più di una levata di scudi: bisognerebbe ringraziare quelle azioni "pirata" se oggi è diventata prassi.L'abbiamo vista in prima linea nel riconoscimento dei diritti del malato ed in difesa di Welby. E' possibile che il governo riesca a produrre una proposta di legge su questa materia? In Parlamento è già aperta la discussione sul testamento biologico e sono depositate altre proposte di legge. Mi auguro vadano avanti e oltre. E' sbagliata l'impressione, che pure sussiste in alcuni ambienti dell'opinione pubblica, di scarsa sensibilità per i diritti civili in alcune componenti di questa maggioranza? E' innegabile che ci siano anche nel centro-sinistra delle forti componenti conservatrici e clericali. Ciò premesso, a me pare che i diritti civili costituiscano una dimensione importante del dibattito politico. Una prova è il disegno di legge sui Pacs e, più in generale, il confronto su tanti altri temi che a noi stanno a cuore – a cominciare dai diritti del malato - e che possono costituire, accanto alle riforme e al risanamento dei conti pubblici, un aspetto significativo dell'azione riformatrice del governo e della maggioranza. |