"Una è la credenza, l'azione, la bandiera" di Giovanni Postorino "Che faccio? Sto zitto così pensano che sono un idiota, oppure parlo così tolgo ogni dubbio?". Di certo questo pensiero non ha sfiorato la mente di chi nei giorni scorsi ha, più che profanato la memoria dei nostri caduti in Iraq attribuendo al Governo Berlusconi la responsabilità della loro morte, detto una stupidaggine degna del peggior demagogo. Un conto è avere delle riserve sull'intervento in Iraq, un conto è esserne fermamente contrario tanto da votare contro il rifinanziamento della missione, ma tutt'altra cosa è giungere a pronunciare frasi simili a quelle che si stanno udendo in certi ambienti del centro-sinistra al solo scopo di inseguire la scia dei movimenti e dei no-global. Un simile irresponsabile comportamento, tanto più se messo in atto da illustri esponenti di quella che vorrebbe diventare la futura maggioranza di governo dell'Italia, è solo sintomo di scarsa serietà politica. Come ha sostenuto il Presidente della Camera, la commozione scaturita in seguito all'attentato di Nassiriya lo scorso novembre è stata forse l'esempio più alto di solidarietà, dignità, compostezza di un intero popolo che reagiva compatto contro la vile logica dei terroristi. Ma sono bastati alcuni mesi a far dimenticare quell'emozione e a far gettare la maschera senza il minimo scrupolo a politici il cui radicato antiatlantismo li porta a sconcertanti cadute di stile utili solo a denunciare, in tutta la sua drammaticità, la clamorosa assenza di una linea in politica estera. La pace va costruita quotidianamente, con costanza e con pazienza, non con atteggiamenti alla Ponzio Pilato. Ritirarsi ora, infatti, vorrebbe dire lasciare il campo ai fondamentalisti islamici, ai terroristi, ai diversi gruppi tribali ed etnici, al caos e alla guerra civile. E poi, fin quando l'ONU non sarà rifondato nessuno può credibilmente sostenerne un ruolo che ormai la Storia gli ha tolto. A questo punto, con queste diverse parole noi ci rivolgiamo ai nostri soldati: "La vita vi fu dunque data da Dio perché ne usiate a benefizio dell'Umanità (...) In qualunque terra voi siate, dovunque un uomo combatte pel diritto, pel giusto, pel vero, ivi è un vostro fratello: dovunque un uomo soffre, tormentato dall'errore, dall'ingiustizia, dalla tirannide, ivi è un vostro fratello. Liberi e schiavi, siete tutti fratelli. Una è la credenza, una l'azione, una la bandiera sotto cui militate" (G. Mazzini, "Doveri dell'Uomo"). Voi siete la speranza per i nostri fratelli iracheni che hanno sofferto e che soffrono a causa di ingiustizie ed oppressioni. Voi rappresentate qualcosa di più di un governo, o di una maggioranza, o di uno Stato. Voi rappresentate la libertà e la democrazia: è questa la nostra bandiera. |