"Panorama" 26 febbraio/L'opinione di Giorgio La Malfa "Lo schiaffo di Maranghi a Fazio" Il governatore non dovrebbe porgere l'altra guancia. Ma almeno smentire credibilmente Caro direttore, L'accusa a Maranghi di avere trescato contro gli azionisti italiani riuniti nel Patto di sindacato di Mediobanca per favorire una presa di controllo delle due società da parte di azionisti francesi era molto precisa. Essa è vera o è falsa. Maranghi ha risposto che è falsa ed ha ricostruito minuziosamente quegli avvenimenti. Ha scritto: "La ricostruzione che Ella [Fazio] ha fatto delle vicende occorse nel 2003 in Mediobanca e Generali è inveritiera." Maranghi dice cioè chiaro e tondo che il Governatore della Banca d'Italia ha detto una bugia al Parlamento. Ha anche rivelato che il Governatore gli chiese di favorire la nomina di un Presidente di Mediobanca, un'iniziativa, se vera, del tutto impropria da parte del Governatore che non ha questi poteri, e dovrebbe, per potere svolgere con equilibrio il compito della vigilanza, essere estraneo alle nomine nei vertici bancari. Se fossi il Governatore, e, ovviamente, se non avessi detto una bugia, di fronte a una accusa così grave avrei chiesto anzi preteso di essere immediatamente riascoltato dal Parlamento per ribadire solennemente le mie affermazioni e offrire tutta la documentazione a supporto della mia tesi. Non mi sarei tenuto uno schiaffo di questa portata. Ma forse Fazio non è in grado di controbattere alle accuse di Maranghi. Lo provano due passaggi essenziali della sua lettera. Il primo. Il Governatore nota che il dr. Maranghi avrebbe scritto la sua lettera "ricavando da una bozza provvisoria del resoconto della mia recente audizione sul caso Parmalat alcune considerazioni…" Bisogna fermarsi su questa frase. Che vuol dire il riferimento a una bozza provvisoria? Esso non può che voler dire che la versione "definitiva" sarebbe stata differente, anzi così differente da non consentire al dr. Maranghi di svolgere le considerazioni o alcune delle considerazioni contenute nella sua lettera. A questo punto diviene necessario chiedere al Governatore che cosa vuol dire l'affermazione che la bozza era provvisoria. Vuol egli dire che gli uffici stenografici del Senato hanno riferito scorrettamente le sue parole? Oppure vuol dire che, ripensandoci a mente fredda, egli si è reso conto di avere detto una cosa sbagliata? In ambo i casi vuol dire che Fazio non è in grado di contestare la lettera del dr. Maranghi. Il quale ha dunque ragione. Il secondo: "Per la restante parte - scrive Fazio - la lettera contiene argomenti incompleti o destituiti di fondamento ovvero, ancora, senza alcuna rilevanza per i punti centrali della vicenda trattata". Dunque neppure per il Governatore tutto quello che Maranghi ha scritto è falso: qualcosa "è destituita di fondamento", qualche altra è vera ma parziale ed altra ancora, vera ma irrilevante. Quali dei molti fatti ricostruiti da Maranghi appartiene all'una, all'altra o alla terza categoria? E qui se il Governatore non sente l'esigenza di parlare, forse dovrebbe essere il Parlamento, che una volta tanto riesce meritoriamente a penetrare i misteri della finanza, a volere approfondire. Se invece una maggioranza del Parlamento - sia a destra come a sinistra - non lo vuole fare, non sarò io ad insistere. Lo scambio di lettere fra Maranghi e Fazio è agli atti del Parlamento e ciascuno può formarsi l'opinione su queste vicende e sulle persone. Vorrei concludere osservando che la Banca d'Italia come istituzione paga il prezzo più alto per l'atteggiamento del Governatore. La conferma è proprio in questo scambio di lettere. |