"Corriere della Sera" sabato 14.02.2004 Fecondazione/Legge o referendum Gaspare Barbiellini Amidei, sul Corriere di giovedì, definisce un errore di metodo il clima di scontro che ha caratterizzato i lavori parlamentari relativi alla legge sulla procreazione medicalmente assistita, e conclude che, proprio per evitare ulteriori ragioni di scontro, "una legge può sempre essere migliorata..., senza ricorrere alla mannaia del referendum". Avendo noi dichiarato, all'indomani dell'approvazione della legge da parte del Senato che dopo il rifiuto di apportare al testo ogni modificazione, la strada referendaria ci appariva l'unica perseguibile, ci sia consentito di esporre le ragioni per cui riteniamo sia illusorio pensare ad una modifica per via legislativa delle norme approvate. Durante il dibattito al Senato era stata prospettata la necessità di modificare quelle disposizioni che rappresentavano elemento di discriminazione nei confronti delle coppie portatrici di malattie genetiche, o costituivano un pericolo per la salute della donna, o rischiavano di tradursi in un vincolo per la ricerca scientifica che avrebbe penalizzato l'Italia nei confronti di altri Paesi. Le proposte, anche le più moderate e ragionevoli, sono state tutte respinte da una trasversale maggioranza di parlamentari "cattolici" che non hanno voluto minimamente porsi come "elementi di conciliazione delle coscienze anche per rivali che sentono gli stessi valori" (per usare le parole di Barbiellini), ma si sono invece irrigiditi per affermare che i diritti della donna e della coppia dovevano essere sacrificati rispetto a quelli del concepito, rovesciando così un principio di valore costituzionale che era stato sancito dalla Consulta. L'incongruenza della normativa approvata era ed è di tale evidenza che la stessa ministro Prestigiacomo dichiara che il testo approvato è "orribile" e che devono essere previste delle deroghe. Ma poi nei fatti esclude ogni iniziativa governativa. Mentre altri sostenitori della legge dichiarano che qualora dalle valutazioni del mondo scientifico dovessero emergere gravi rischi e scarse possibilità di successo delle tecniche di procreazione assistita, si potrebbe intervenire anche modificando le disposizioni del presente testo. Ma allora sorge spontanea la domanda: perché nel corso della discussione si sono rifiutate tutte le indicazioni provenienti dal mondo scientifico? E quale affidamento può essere dato che gli stessi parlamentari che si sono irrigiditi nella difesa del ne varietur rispetto al testo inizialmente approvato alla Camera, spontaneamente ritrovino la capacità di cogliere, non diremo le altrui ragioni, ma almeno quelle del diritto e della scienza? L'esperienza dice nessuna. Non vogliamo rievocare le stagioni dei referendum che contrapponevano credenti e non credenti, ma vogliamo scegliere l'unico strumento che può realisticamente consentire di modificare una legge che, come è stato detto dagli scienziati stranieri auditi dalla Commissione Sanità del Senato, "farà percepire dal mondo accademico ed intellettuale esterno l'Italia come un Paese completamente in ritardo". Antonio Del Pennino (Senatore Pri) Daniele Capezzone (Segretario Radicali italiani) |