Intervento del segretario del Pri alla Convention di RC della Casa delle Libertà sulla legalità

Gli atti di violenza che in questi ultimi tempi hanno colpito cittadini inermi, operatori economici e amministratori dimostrano che il fenomeno mafioso, che sembrava essere stato arginato se non proprio debellato, ha ancora in Calabria una grande virulenza e una pericolosità che vanno affrontati dagli organi dello Stato e dalle forze politiche e sociali con grande determinazione .

I guasti sono devastanti e sono sotto gli occhi di tutti e qui a Reggio Calabria hanno assunto, con una serie crescente di violenze e di atti intimidatori, un livello di emergenza.

Il Pri ha sempre guardato con attenzione al tema della lotta alla mafia e a qualsiasi forma di criminalità organizzata, perché ritiene che la violenza degli attentati, assieme a quella più silenziosa e non meno devastante delle estorsioni, blocca ogni processo produttivo, mette in ginocchio l'economia regionale, impedisce qualsiasi forma di sviluppo civile ed economico, limita la libertà stessa dei cittadini.. Ma i repubblicani ritengono che perché questo impegno contro ogni forma di mafia possa essere efficace e dare risultati positivi, deve passare attraverso un buon funzionamento dello Stato e dei suoi organi, sia nell'azione di prevenzione che noi riteniamo essenziale, sia in quella non meno importante di repressione.

Negli anni a cavallo tra il 1970 e il 1980 il tema della lotta alla mafia fu oggetto da parte delle forze politiche e sociali di grandi dibattiti e convegni, di iniziative riprese dalla stampa e dai massa media che misero in evidenza tutti gli aspetti del fenomeno. Sembrava, anche per la legislazione d'emergenza varata dal Parlamento e per il fenomeno del "pentitismo", che fossero stati raggiunti risultati definitivi. Ma, purtroppo, non è stato così.

Anche se il quadro degli attentati ai cittadini e agli amministratori tocca l'intera regione calabrese, la situazione di Reggio Calabria è, per il radicamento "storico" della "ndranghita" e per la sua influenza sull'economia, particolare con riflessi negativi sulla stessa tenuta delle istituzioni democratiche. Bene ha fatto pertanto il Sindaco Scopelliti, dopo l'attentato alla casa comunale e indipendentemente dalla matrice di quell'atto, di interessare il Presidente della Commissione parlamentare antimafia on Centaro, come segnale visibile della gravità del fenomeno. L'esperienza di questi anni ha dimostrato che la mafia persegue i suoi disegni e colpisce al di là del colore politico dei Governi, delle Amministrazioni locali, delle Regioni e delle Province.

Questo comporta che la lotta alla mafia non può essere legata a valutazioni di schieramento, come negli ultimi tempi qualcuno, inopportunamente, ha tentato di fare.

. Occorre pertanto un grande sforzo delle forze dell'ordine per intensificare il lavoro che già stanno portando avanti con abnegazione e coraggio, un'azione sistematica della Magistratura assieme all'impegno unitario delle forze politiche , di quelle sociali, delle organizzazioni di categoria per ridare, ai cittadini quella fiducia verso lo Stato e le istituzioni democratiche che sembrano aver perduto.

In questa direzione l'impegno del Pri non mancherà.

Reggio Calabria, 6 febbraio 2003