Camera dei Deputati/Comunicazioni del Governo e discussione sugli sviluppi della crisi irachena

Intervento dell'on Giorgio La Malfa

Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, mi rivolgo ai colleghi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo, in particolare all'onorevole Pistelli che ha testé fatto un intervento molto ampio e meditato. A me pare di cogliere una contraddizione nella posizione di questi colleghi. Infatti essi sottoscrivono una mozione nella quale si esprime un giudizio positivo sulle conclusioni del Consiglio europeo di lunedì e, allora, mi domando come si può essere contrari ad una mozione della maggioranza che impegna il Governo a seguire le conclusioni del Consiglio europeo di lunedì scorso.

Il fatto è, onorevole Pistelli, che c'è una difficoltà di fondo nella posizione del centrosinistra che è stata acuita dalla manifestazione di sabato scorso, la grande manifestazione svoltasi in varie città del mondo, in particolare a Roma, e questa contraddizione è sintetizzata in una domanda che mi permetto di rivolgere ai colleghi: non c'è dubbio sulla forza del messaggio che indica la pace come un'aspirazione comune a tutti gli uomini di buona volontà; non c'è dubbio che la pace possa costituire un obiettivo assoluto ma il problema politico - e questo è un Parlamento, dunque un luogo di decisioni politiche - è attraverso quali vie può essere mantenuta la pace e se fra queste vie debba o possa o debba essere necessariamente contemplata la possibilità del ricorso alla forza, all'azione militare in vista del mantenimento della pace.

Il punto, onorevole Pistelli, è che deve essere sciolto il dilemma non se si sia a favore della pace ma se il rifiuto della guerra sia un rifiuto assoluto oppure relativo. L'una e l'altra posizione hanno un fondamento morale e una giustificazione politica ma io colgo, all'interno delle posizioni della sinistra ed nella stessa mozione da voi presentata, una contraddizione non sciolta su questo punto. La Francia e la Germania hanno sciolto quella contraddizione votando un documento comune nel Consiglio europeo e noi, od io, che considero difficilmente evitabile, di fronte alla tenacia del dittatore iracheno, il ricorso alle armi, valuto positivamente che paesi che vogliono la pace e vogliono evitare la guerra abbiano vincolato l'Unione europea e il mondo a fare tutti gli sforzi possibili. Ma voi, nel momento in cui condividete la posizione francese, tedesca e di tanta parte del mondo che vuole la pace, come potete togliere il vostro appoggio al Governo italiano nel momento in cui esso ha sottoscritto quella posizione internazionale? Ecco la contraddizione nella quale è la vostra mozione, dalla quale non siete usciti nel precedente dibattito parlamentare e nemmeno, con mio dispiacere, nel dibattito odierno. La contraddizione fra rifiuto della guerra come fatto assoluto e rifiuto della guerra come fatto relativo. Questa è la ragione per la quale il Presidente del Consiglio avrà la nostra fiducia nel continuare nella linea prudente e ferma che egli aveva illustrato nel precedente dibattito parlamentare, che ha portato avanti nella riunione di Bruxelles e che ha illustrato oggi stesso.

Dichiarazione di voto

Signor Presidente, mentre voterò a favore della risoluzione presentata dall'onorevole Elio Vito ed altri n. 6-00051, nel testo riformulato, che approva l'operato del Governo, mi permetto di attirare l'attenzione di tutti i colleghi della Camera sul fatto che l'eventuale approvazione della mozione Volontè n. 1-00161 rischia di creare una qualche confusione a conclusione di questo nostro importantissimo e, mi pare, civilissimo, dibattito. Il dispositivo di quella mozione, infatti, impegnerebbe il Governo a sostenere, nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU, l'esilio del dittatore e un'amministrazione fiduciaria da parte dell'ONU dell'Iraq, amministrazione fiduciaria che non è neanche prevista, credo, dalla Carta dell'ONU.

Ciascun paese può perseguire anche questo obiettivo politico, su cui il ministro degli esteri, peraltro, ha riferito e che si dice anche oggetto delle iniziative della Santa Sede; tuttavia, non è stato questo l'oggetto delle deliberazioni e delle conclusioni del Consiglio europeo le quali, desidero sottolinearlo, sono giudicate positivamente sia dalla maggioranza sia dai principali movimenti dell'opposizione di questo Parlamento.

L'onorevole Rutelli ha detto, nel suo intervento, che il riferimento a quel documento europeo è il solo punto di contatto di tutto il Parlamento: è, ha detto, il sottile filo rosso tra maggioranza e opposizione e sarebbe paradossale, onorevoli colleghi, che su questo esile filo rosso ci dividessimo e ci unissimo su una politica che non è all'ordine del giorno né della maggioranza né dell'opposizione.

Per queste ragioni, Presidente, per la chiarezza di questo dibattito e delle sue conclusioni, mi permetto di auspicare che quel documento venga ritirato e non posto in votazione.