Dal congresso regionale del Pri unanimi consensi per la linea dettata da Nucara e qualche rimprovero a Chiaravalloti

Ribadita la scelta del centrodestra ma…

Eletti i 39 componenti la direzione che il 16 febbraio sceglieranno il segretario

Reggio Calabria ­ Si erano lasciati nel dicembre del 1989. L'ultimo congresso regionale dei repubblicani si era svolto a Catanzaro e aveva visto l'elezione di Salvatore Zoccali. A distanza di poco più di tredici anni il Pri si ritrova a ranghi compatti a Pentimele, nel salone dell'Ente Fiera, per il 13° congresso della sua storia. Una storia le cui pagine recenti più importanti sono state scritte nella nostra regione dove i risultati delle ultime consultazioni e le recenti adesioni hanno segnato una notevole crescita del partito. Se l'Edera ha resistito, se il Pri non è stato travolto e affossato dagli eventi politico-giudiziari dell'ultimo decennio il merito va sicuramente ascritto a un gruppo di dirigenti guidati dall'on. Francesco Nucara, attuale segretario nazionale del partito e sottosegretario all'Ambiente.

E di questo ha parlato il segretario regionale uscente Giovanni Rizzica, ripercorrendo le tappe successive al congresso di Catanzaro, nel periodo in cui Nucara era sottosegretario ai Lavori Pubblici del governo Andreotti e il Pri era presente in tutte le istituzioni della Calabria.

"Avevamo una diffusione notevole ­ ha ricordato Rizzica ­ i repubblicani stringevano alleanze con i partiti moderati di centro e della sinistra. Poi, a partire dal 1992, l'inizio del declino. Senza responsabilità del Pri. Comincia da parte delle forze politiche maggiori, nella fattispecie l'allora Pds, la strategia di distruzione e fagocitazione dei piccoli partiti".

Rizzica ha aggiunto: "Il nostro partito ha resistito grazie a pochi repubblicani calabresi che venivano giudicati folli e inadeguati politicamente perché già dal 1993, all'avvento del maggioritario, suggerivano la collocazione nello schieramento di centrodestra".

Pochi repubblicani che nel 1995 scelsero di candidarsi alle regionali in piena autonomia: "Dimostrammo al centrosinistra ­ ha aggiunto Rizzica ­ che senza i nostri voti si perdeva il governo alla regione". Si arriva alle regionali del 2000: "I pochi repubblicani calabresi ­ ha proseguito il segretario uscente ­ si schieravano con il centrodestra, anticipando la scelta dei congressi nazionali di Bari e Fiuggi, dove è giunta la condivisione della scelta da parte della direzione nazionale del partito che, dopo aver verificato ancora una volta l'impraticabilità dell'alleanza del centrosinistra, ha seguito il nostro percorso".

Una scelta motivata con quello che viene definito "il tradimento dei valori" da parte del centrosinistra ("sulla giustizia ha abbandonato posizioni di garantismo per diventare giustizialista"). La relazione di Rizzica è stata approvata dal congresso che nella mozione conclusiva ha ribadito, la leale collocazione tra le forze della Casa delle Libertà: "In questa direzione ­ si legge nel documento ­ i repubblicani calabresi esprimono pieno apprezzamento per le iniziative e l'azione di governo a favore della Calabria, del sottosegretario Nucara che sulla politica dell'ambiente, quale fattore di sviluppo sostenibile e sull'utilizzazione delle risorse idriche e sulle scelte di politiche industriali (Porto di Gioia) sta operando in maniera incisiva e concreta".

Il documento continua: "Il congresso esprime il saluto degli iscritti repubblicani calabresi che hanno combattuto una dura battaglia per assicurare la sopravvivenza e l'autonomia del partito, a quegli esponenti di altre forze politiche che liberamente e autonomamente hanno scelto il Pri, partito laico e aperto, per continuare la loro militanza politica, senza dover compiere abiure o ristrutturazioni per precedenti esperienze politiche".

L'adesione di Enzo Pisano ha consentito al Pri di tornare a essere presente in Consiglio regionale. E sulla situazione politica alla Regione il congresso ha confermato: "La scelta di Chiaravalloti di non tener conto della tradizione e della cultura di governo del Pri ha finito per indebolire la fisionomia politica della coalizione e il ruolo della stessa giunta che non sta dimostrando incisività e reale capacità di governo dei problemi della Calabria. Nonostante tali carenze il Pri ricercherà un rapporto costruttivo con le forze politiche della CdL e con lo stesso governo regionale". Nel caso in cui non dovesse essere trovata un'intesa, "attesa l'impraticabilità dell'alleanza di centrosinistra il Pri potrebbe giungere alla determinazione di correre in futuro da solo".

Sono intervenuti nel dibattito, il presidente del Consiglio regionale Luigi Fedele, Paolo Arilotta (Udc), Giuseppe Naim (FI), Giuseppe Mazzotta (Margherita), Aurelio Chizzoniti (Patto), Enzo Pisano, Tonino Perna, Michele Pochiero, Caterina Salerno ed Enzo Mazzei.

I lavori sono stati conclusi dall'on. Nucara: "La scelta compiuta dal Pri a favore del centrodestra è derivata anche dall'incapacità della sinistra italiana di attuare riforme indifferibili, in primo luogo la giustizia, isolando le sue frange estremiste e i movimenti alternativi".

Sulla politica regionale Nucara ha precisato: "Resta alla dirigenza che uscirà da questo congresso il compito di definire un rapporto più costruttivo con le forze di maggioranza. A me resta il rammarico di non essere riuscito a stabilire nell'attività di governo, che ha trovato consensi nello stesso Berlusconi, un raccordo operativo con il presidente Chiaravalloti, per tramutare in iniziative concrete le decisioni presi negli incontri romani".

Il congresso ha eletto i 39 membri del direttivo, che si riuniranno il 16 febbraio a Cosenza, in occasione del congresso provinciale bruzio, per l'elezione di segretario e ufficio di segreteria.

Paolo Toscano "Gazzetta del Sud" 3 febbraio 2003