Ai giovani repubblicani In politica non c'è spazio per gli egoismi di Francesco Nucara Il seminario di Fiuggi, organizzato dal Pri e dalla Fgr, ha portato aria nuova, fresca, nel Partito repubblicano. Abbiamo apprezzato molto la tenacia e la voglia di capire storia ed attualità del repubblicanesimo. Al di là delle intemperanze giovanili, più apparenti che reali, bisogna lavorare su un terreno fertile e trovare i semi giusti per la crescita di piante rigogliose e forti. Ci permettiamo qualche piccolo suggerimento, diretto alla ricerca di un giusto e maturo altruismo in politica. Il prolungarsi, in età adulta, dell'atteggiamento egoistico e talvolta capriccioso, proprio della prima infanzia, causa un difficile adattamento all'ambiente, sia esso politico o sociale più in generale. Se si permane, in età adulta, nell'incapacità di considerare altri centri equivalenti di prospettive, che non siano riferiti a se stessi, si continua nell'incapacità di differenziare l'ego dalla realtà esterna. E' come se per tutta la vita si mirasse, come esclusiva forma di "soddisfazione", al monologo, a parlare con se stessi ed a convincersi che le proprie teorie non hanno bisogno di confronto per essere accettate e condivise. In poche parole, l'autoreferenzialità rappresenta il cancro della politica, se è usata nel dibattito o nei processi formativi dell'individuo. E' comprensibile, nonché ammissibile, che persone che dovrebbero avere la capacità mentale di stabilire rapporti coinvolgenti, al servizio di idee, di valori, vivano la loro vita politica chiudendosi al confronto di interessi altruisti e collettivi? A nostro avviso, se in età adulta, la personalità dei giovani repubblicani non riuscirà a raggiungere questo livello, permarrà sicuramente immatura ed ipoevoluta. La società in generale, e la società politica in particolare, si dovrebbe preoccupare di eliminare i comportamenti egoistici, per difendere la propria compagine e dar modo a ciascuno di raggiungere la massima soddisfazione in attività che contemperino gli interessi di tutti, compresi quelli del singolo. Non c'è battaglia politica che si possa condurre da soli. Per quanto bravi e carismatici si possa pensare di essere, bisogna sempre considerare che, se il carisma non è riconoscibile e riconosciuto, di fatto non esiste. Tutti si devono impegnare per vincere la partita dell'avvenire e in modo particolare i giovani. Essi per primi si devono lanciare nell'arena della politica giocando la loro partita, ben sapendo che per stare in modo intelligente nel gioco della politica, bisogna farlo dentro una squadra. I giovani repubblicani, come e più di chiunque altro, devono lottare per realizzare una società nella quale la competitività ed i traguardi siano garantiti a tutti, nella quale ogni cittadino viva nella pienezza della propria libertà, nella quale ci sia spazio e futuro per le idee repubblicane. Per raggiungere questi obiettivi non si vive di rendita bensì di duro lavoro sul campo. Roma, 6 dicembre 2006 |