Le due Italie si vedono anche dai vagoni dei treni

Il presidente del Pri Giorgio La Malfa ha inviato la seguente lettera al dott. Elio Catania, Presidente Ferrovie dello Stato.

Gentile Presidente, ho avuto occasione andando da Roma a Chiusi e da Chiusi a Roma, lunedì 13 dicembre di quest’anno, di viaggiare con Trenitalia, per cui desidero darLe questo resoconto.

In partenza da Roma ho preso un treno regionale delle 13.14 che doveva arrivare alle 15.01 a Chiusi. E’ partito puntuale, ma, arrivato alla stazione di Orte, ha fatto una fermata piuttosto lunga il che mi ha fatto pensare ci fosse qualche problema. Ho chiesto notizie ad un ferroviere il quale mi ha risposto che si era rotto il locomotore e che si stava provvedendo a sostituirlo. E’ stato annunciato in quel momento il passaggio per Orte dell’intercity da Roma delle 12.47 che aveva 55 minuti di ritardo sul quale mi sono spostato e che mi ha fatto arrivare più o meno all’ora in cui dovevo essere a Chiusi.

Al ritorno, avendo un impegno a Roma alle 21.00, dovevo prendere il treno delle 19.01 da Chiusi con arrivo a Roma Termini alle 20.48; alla stazione di Chiusi ho letto che aveva 40 minuti di ritardo. A questo treno, visto il ritardo, vi erano due alternative:

l’intercity che doveva passare a Chiusi alle 19.49 e che aveva già 10 minuti di ritardo;

il treno di lunga percorrenza Milano-Agrigento numero 823 delle ore 19.38 con arrivo a Roma Tiburtina alle 20.48. Essendo esso in orario l’ho preso.

Io penso che Lei debba fare un viaggio sul treno 823 e constatare, come io ho constatato, quanto segue:

il materiale ferroviario è vecchissimo, non so se abbia 30 o 40 anni e, comunque, in condizioni da essere definite indecenti;

sono divelte una serie di porte di comunicazione fra le varie vetture;

le porte di molte toilette sono aperte e da esse esce un fetore insopportabile;

vi sono molti finestrini aperti nei corridoi e pur non avendo constatato personalmente, molti di essi sono incastrati;

nella carrozza delle cuccette ho visto i controllori, per altro cortesissimi, affannarsi attorno ad un pannello elettrico ed avendo chiesto di che si trattasse mi hanno detto che la carrozza con le cuccette, essendo rotto il riscaldamento, era gelata con proteste ovvie dei viaggiatori. Mi è stato altresì detto che questa carrozza è rotta da settimane e che, nonostante i regolari rapporti fatti all’arrivo, essa viene rimessa, non aggiustata, sia nel treno ad Agrigento sia a quello di Milano. I conduttori si preparavano a chiedere a tutti i passeggeri delle cuccette di spostarsi in un altra carrozza nella quale vi erano posti liberi.

In sostanza, l’impressione era di una condizione di totale abbandono di un sistema ferroviario indegno di un paese civile. Usando spesso il treno anche per distanze più lunghe, Venezia o Milano, tendo a vedere soltanto i treni eurostar. Avere constatato una condizione di degrado di questo genere mi induce ad inviarLe questa lettera che spero venga letta nella certezza che Lei vorrà assumere degli impegni a difesa dei poveri utenti di questo servizio e dei ferrovieri che fanno il loro dovere su questo treno.

Molto cordialmente,

Giorgio La Malfa