Chianciano Terme, seconda giornata/Si è parlato di euro, sviluppo e memoria storica Tecnicismi monetari e finanziamenti Ue sprecati Nuova giornata al Corso di formazione politica di Chianciano Terme dedicato ai giovani repubblicani, che ci hanno inviato un resoconto delle relazioni esposte dagli ospiti invitati. Anche oggi Chianciano si risveglia all’insegna dell’approfondimento politico e le avide menti dei partecipanti sono pronte ad affrontare la seconda giornata di studi. E’ il turno di un illustre esponente del PRI, il Prof. Bruno Trezza, docente di economia politica a La Sapienza, nonché ex consulente della Banca Mondiale. Si discute sull’economia italiana nel contesto europeo e globale. Negli anni ‘90, mentre negli USA l’onda della bolla speculativa portava nuovi capitali e crescita economica, in Europa ci si affannava per rientrare nei parametri imposti da Maastricht. Successivamente, la fine improvvisa della congiuntura positiva, ha confermato la fragilità dell’Europa per la sua incapacità di esprimere una forte ed efficace politica monetaria in grado di rilanciare l’economia. L’errore più grave è stato ritenere, secondo una concezione neoclassica, che la BCE potesse validamente reagire alle crisi asimmetriche con un tecnicismo monetario, garantendo esclusivamente uno stabile livello di prezzi. A riprova di tutto questo, ci sono le azioni di riduzione delle imposte, spesa pubblica e intervento sui tassi di interesse attuati dall’America in risposta ai medesimi problemi, le quali hanno quantomeno garantito la crescita dei profitti. Questo freno dell’Europa diventa maggiormente preoccupante se si considera il prepotente ingresso nel mercato della Cina e dell’India. Su questo tema il prof. Trezza ha giustamente sottolineato l’impressionante crescita demografica, la relativa manodopera a basso costo e la capacità di assimilare il know how occidentale con prontezza e velocità. Nel nostro caso, l’Italia sconta inoltre una costante fuga di talenti non incentivati e uno svilimento della ricerca ignorando il potenziale di nuovi settori trainanti come le bio e nanotecnologie, la gestione dei dati e i supercomputer, che costituiranno la prossima sfida del futuro. Non è ragionevole ipotizzare che alla luce del quadro descritto si possa aspettare che "il vento cambi da solo". Per recuperare il ritardo accumulato, dissentendo dalle ultime affermazioni fatte in Confindustria da Montezemolo, occorre agire contestualmente su due livelli. Sul piano nazionale è necessaria la creazione di un istituto capace di recuperare e valorizzare l’ingegno dei "cervelli fuggiti". Su quello europeo si deve trovare un’identità attraverso la capacità di collaborare con gli Stati Uniti ma anche considerare una cooperazione economica basata sullo sfruttamento delle risorse, delle tecnologie e delle strutture che la Russia sta svendendo o perdendo. Nel linguaggio universale dell’economia è oramai arcaico riferirsi alla Russia in contrapposizione agli Stati Uniti ma è invece sensato considerarla in un’ottica pro-europea. La mancanza di programmazione economica è il concetto ripreso, nel primo pomeriggio, dalla Prof.ssa Laura Montana in riferimento alle politiche europee di sviluppo. E’ riuscita con precisione e puntualità a chiarire tecnicamente le modalità con cui avvalersi dei fondi strutturali che vengono elargiti a seguito di idee e progetti riguardanti la formazione professionale, la riqualificazione ambientale e la riconversione industriale. L’Italia risulta però incapace di sfruttare appieno i finanziamenti, o per carenza di idee o per incapacità progettuale. Basti pensare che nel 2003 il 35% delle risorse non sfruttate dal nostro Paese è stato ritirato e riassegnato alla Spagna. Il 28% risultava incredibilmente inutilizzato nel Mezzogiorno. Infine, nel tardo pomeriggio il Dr. Massimo Scioscioli, ex funzionario della Camera dei Deputati, ha rievocato i nostri valori fondanti ripercorrendo cento anni di storia repubblicana e il ruolo del PRI. Ispiratore delle idee repubblicane è sicuramente G. Mazzini, figura spesso equivocata anche da pensatori quali Salvemini e Gentile, ma capace già nel 1834, individuando la necessità di fratellanza tra i popoli ordinati non solo per nazionalità ma anche omogenei per spirito democratico, di fondare la Giovine Europa. Infatti, tra le linee guida del suo pensiero troviamo l’idea di una alleanza tra Europa e Stati Uniti come base di una politica estera comune capace di unire il mondo intero. Abbiamo proseguito con un breve excursus storico sul ruolo del Partito Repubblicano partendo dagli ideali risorgimentali, proseguendo con l’analisi del sostegno fornito ai moti irredentisti sino alla questione dell’intervento nella Prima Guerra Mondiale. Dal contributo di sangue dato alla Resistenza antifascista, abbiamo sottolineato insieme al Dr. Scioscioli come i Repubblicani gettarono le basi per la genesi di un profondo rinnovamento democratico e civile del Paese, attraverso la figura storica dell’indimenticabile Ugo La Malfa (che animò profondamente la coscienza politica dei successivi periodi della storia democratica italiana). |