Consiglio Nazionale: Documento della maggioranza Il Consiglio Nazionale del PRI, convocato a Milano per il giorno 8 marzo 2003 per discutere il tema dell'università e della ricerca, riafferma l'impegno tradizionale del partito su questioni che sono cruciali per il futuro del paese. La collocazione internazionale dell'Italia tra le moderne società industriali può essere confermata e consolidata - nel mondo della globalizzazione - solo da una incisiva politica del futuro e del sapere. Il paese ha bisogno di recuperare il ritardo accumulato nell'ultimo decennio, sia attraverso interventi di natura strutturale sia con la mobilitazione di risorse aggiuntive, pubbliche e private. Il Consiglio Nazionale del PRI impegna il partito e i suoi rappresentanti
nelle istituzioni a favorire questo processo e a sostenere le iniziative
legislative e parlamentari assunte su questa fondamentale materia. Approvato all'unanimità con solo due astensioni Milano, 8 marzo 2003 Documento della minoranza Nell'ambito del Consiglio Nazionale che si è tenuto a Milano alcuni
amici a nome della minoranza del partito hanno presentato il documento
che segue. Su questo documento, che di comune accordo non è stato
messo in votazione, si è aperto un breve dibattito. "Il Consiglio Nazionale convocato a Milano per il giorno 08.03.2003 con un ordine del giorno tutto riservato a relazioni tematiche è un pregevole tentativo di approfondimento di argomenti interessanti e attuali, ma non possiamo ignorare il prolungato disimpegno che la segreteria manifesta nei confronti dei temi più propriamente politici. Dal Congresso di Fiuggi non ci sono state più occasioni per un dibattito serio e approfondito sulla politica del governo e tanto meno sulla situazione internazionale. E si che da ottobre cose di rilievo ne abbiamo viste tante scorrere sulla scena politica. Prima la finanziaria, con quella serie vergognosa di condoni che hanno visto la segreteria nazionale totalmente assente nel formulare qualche giudizio in merito. L'approvazione della Cirami, e via via fino alla crisi della Rai, della Fiat, le discussioni sull'indulto: sempre la segreteria è apparsa appiattita sulle posizioni del governo o ha parlato d'altro nei momenti più caldi delle vicende politiche più rilevanti. Il congresso dell'UDC, ad esempio, ha mostrato le difficoltà della coalizione di centrodestra coperte solo dalle difficoltà anche maggiori dell'Ulivo, ma il PRI con il suo segretario nazionale non ha mai svolto alcuna analisi complessiva completa della situazione dell'alleanza di governo. Fino ad arrivare al consiglio di oggi con una crisi internazionale gravissima della quale il PRI avrebbe il dovere di discutere per arrivare ad un documento dell'organismo politico per eccellenza, il Consiglio Nazionale appunto, che invece si occupa d'altro. Anche la gestione interna è profondamente insoddisfacente. Si ripropongono commissariamenti come quello di Carrara che non hanno alcun significato, se non quello di mettere sotto tutela una realtà locale che interpreta con autonomia il suo ruolo sul territorio. L'autonomia delle realtà locali in vista delle elezioni amministrative di primavera non viene considerata dalla segreteria, che nelle note ufficiali impone, senza alcun margine apparente, scelte locali fotocopia delle alleanze nazionali. La segreteria appare totalmente incapace di elaborare e proporre una linea politica autonoma ed originale all'esterno. All'interno si tenta di affermare un centralismo miope che non riesce a cogliere le difficoltà drammatiche in cui vive il partito specialmente al nord. L'assenza di una proposta politica articolata originale e aggiornata mortifica i tentativi di ripresa delle zone ove il partito di opinione degli anni 70 e 80 trovava ampi consensi. E' poi la collocazione politica che vanifica ulteriormente gli sforzi di ridare voce al PRI. All'interno di questa maggioranza in misura ancor maggiore di quando eravamo collocati nel centro sinistra il nostro ruolo non ha alcuna possibilità di essere evidenziato e colto dall'opinione pubblica per la natura stessa dell'alleanza oltre che per la mancanza di iniziative politiche. E poco ci può consolare il fatto che il centro sinistra sia una crisi totale di idee e di leadership perché in realtà la nostra collocazione non è né quella attuale né con questo centrosinistra. Dovremmo avere il coraggio di lavorare per la costituzione di una forza Repubblicana liberaldemocratica alternativa agli attuali poli. L'uscita dalla alleanza di centro destra e l'assunzione di una posizione autonoma dovrebbe essere la premessa per un credibile tentativo di creazione di una nuova area politica di cui peraltro si avvertono sempre più i segni di una reale esigenza diffusa fra i ceti più attenti ed avanzati del paese. Il cammino è difficile e privo di immediate soddisfazioni prevedibili ma è l'unica strada per riaffermare la validità della nostra scuola politica". Milano, 8 marzo 2003 |