Il presidente del Pri al "Corriere della Sera"

Intervista a Giorgio La Malfa pubblicata sul "Corriere della Sera" del 15 aprile 2005.

Onorevole La Malfa, anche il Partito repubblicano è pronto a chiedere la crisi come l'Udc e i socialisti?

"Neanche per sogno".

Siete attendisti come An?

"La crisi di governo poteva avere un senso se all'indomani del risultato deludente delle regionali si fosse voluta avere la controprova del voto. Ma Follini non ha chiesto le elezioni anticipate".

Ha chiesto di rafforzare il governo passando da una crisi parlamentare per dare un segnale di discontinuità agli elettori, non basta?

"Mi sembra che nel vertice di maggioranza abbia detto cose politicamente molto deboli e cioè: vuole la crisi ma dice che Berlusconi non è in discussione. Dunque non si cambia il premier: e allora come si fa a rafforzare un governo se già ci sono dentro tutti i leader di partito, da Fini a Follini, al vice di Bossi? Più forte di così…non saprei vederlo".

Allora se ci sarà un governo senza Follini sarà più debole. Sospetta che lui e Casini pensino ad un altro esito, non ad un Berlusconi – bis?

"La crisi di un governo di coalizione si fa perché un partito passa dall'altra parte, ma questa non mi sembra sia l'idea di Follini. Oppure si fa perché si cambia la guida del governo e Follini ha detto che Berlusconi non si cambia. Io capisco che in questo momento si debba dare un segnale di discontinuità politica agli elettori, ma non vedo in questo schema quale sia".

Berlusconi dice che la crisi non ci sarà, che sostituirà i ministri. E' plausibile?

"Il premier ha detto, come gli ha chiesto anche Gianfranco Fini, che farà una proposta programmatica di rilancio e che è disponibile ad aggiustamenti nella compagine del suo governo. Bene, faccia tutto questo…magari mette dentro anche noi…. Quanto alla fiducia, la può chiedere anche senza passare dalla crisi".