Intervento dell'on. Giorgio La Malfa sulla informativa urgente del Governo sull'attuale situazione in Iraq (7 aprile 2004)

Signor Presidente, signor ministro, onorevoli colleghi, a chi è stato contrario alla guerra, a chi è stato contrario anche alla partecipazione italiana alla ricostruzione postbellica in Iraq, a chi è stato contrario al finanziamento della missione italiana, appare comprensibile e legittimo chiedere, oggi, che, di fronte ad una situazione indubbiamente più grave, l'Italia si ritiri. Perciò, capisco bene la posizione dei colleghi di Rifondazione comunista, dei Comunisti italiani, dei Verdi e di quanti sostengono, appunto, tale tesi. Tuttavia, signor Presidente, signor ministro, questa è la posizione di una minoranza dell'opposizione. Il dibattito odierno ci offre l'occasione di constatare che dai colleghi che rappresentano la maggioranza dell'opposizione non viene la richiesta di un ritiro immediato. Ovviamente, vengono usati toni diversi: l'onorevole Violante non ha indicato una data, ma un'iniziativa politica; l'onorevole Castagnetti ha affermato che, se quell'iniziativa non avrà luogo entro il 30 giugno, allora ci si dovrà ritirare; gli onorevole Intini e Potenza, invece, hanno detto che sarebbe sbagliato ritirarsi, mentre il professor Prodi, che dovrebbe essere il leader della coalizione, ha dichiarato testualmente: andarsene adesso non è possibile e sarebbe sbagliato. Ad ogni modo, si tratta di posizioni molto diverse. Ciò costituirà un problema per l'opposizione quando, alle prossime elezioni, o alle future elezioni politiche, vorrà presentarsi come uno schieramento pur essendo così divisa su temi fondamentali di politica estera. Tuttavia, non è questo, oggi, il tema. Oggi, a mio avviso, il Governo può prendere atto che una larga parte del Parlamento è contraria ad un immediato ritiro. Dunque, da questo dibattito emerge che una larga maggioranza del Parlamento ritiene che sarebbe un disonore per l'Italia ritirarsi e che il Governo fa bene a seguire la via dell'onore, a non ritirarsi dall'Iraq e ad agire per coinvolgere l'Onu, la Nato e la comunità internazionale. Per questo motivo, signor ministro, forte di questa mia valutazione, i deputati repubblicani non possono che confermare molto fermamente il consenso per l'azione che il Governo sta svolgendo.