"Corriere della Sera" 24 aprile L'INTERVISTA/"Il governo segue una politica estera saggia. I prigionieri? Incredibile mancanza di prudenza"

La Malfa: restiamo in Iraq, il Parlamento decida presto

ROMA - "Appena si risolve la questione degli ostaggi, bisogna aprire un dibattito in Parlamento sull'Iraq", propone il repubblicano Giorgio La Malfa, che per le Europee si è alleato con Vittorio Sgarbi. Una "strana coppia" nata col proposito di intercettare i voti degli scontenti dei due poli. "Dobbiamo andare in Parlamento per votare sì al prolungamento della missione dopo il 30 giugno. E lì la sinistra si spacca. Non è in grado di votare un documento unico. Fassino si ritrova alla guida di due partiti. Un po' meno della metà dei Ds sta con Bertinotti".

Perché bisogna rimanere in Iraq?

"Andare via lasciando gli americani soli per dimostrare che avevano sbagliato sarebbe l'ultimo atto di irresponsabilità dell'Occidente. Due regimi orribili sono stati abbattuti in Afghanistan e Iraq. Mentre la nuova situazione sta spingendo Paesi come Libia, Siria e Iran ad assumere atteggiamenti più costruttivi. Non è poco".

Nel frattempo, però, la Spagna si ritira.

"Ed è una pazzia. Nemmeno al tempo dell'Unione Sovietica l' Occidente si è diviso in modo così preoccupante. La colpa ricade tutta su un uomo irresponsabile che si chiama Chirac e incarna una versione mediocre del gollismo. De Gaulle uscì dalla Nato ma nelle sue memorie dice chiaramente che se l' America chiama, noi saremo al suo fianco. Chirac non ha capito questa lezione, che l'autonomia va bene, ma non deve mai mettere in discussione l'alleanza".

Zapatero dice appunto di volersi collegare a Francia e Germania.

"Il rischio è che uno alla volta si finisca sulle posizioni di Chirac. L' America se ne può dispiacere, ma non rischia molto. Chi rischia grosso è l' Europa, da sola sarà alla mercé di tutti. La stessa Francia si è resa conto della follia: ha tolto il ministero degli Esteri a De Villepin che diceva un mucchio di stupidaggini. Mentre in questo quadro disastroso devo dare atto al governo italiano di attuare una politica estera saggia. Berlusconi sta puntando su due pilastri, l' Europa ma anche l'Alleanza atlantica, il rapporto stretto con l'America. E' nella tradizione della politica estera italiana e su questo non merita le aspre critiche della sinistra".

Invece sulla questione degli ostaggi come valuta il comportamento del governo?

"Stento a capire le chiacchiere dei giorni scorsi. Si è annunciata la liberazione vicina. Una mancanza di prudenza incredibile. Ci vuole riserbo assoluto. Oltretutto non si sapeva cosa veniva chiesto per il rilascio. Se i terroristi pretendevano un cambiamento della politica italiana, il governo sarebbe stato costretto a dire no. E forse a sinistra solo Rutelli, che mi pare il più serio in fatto di politica estera, avrebbe convenuto che non si poteva trattare. Mentre Prodi fa dichiarazioni irresponsabili e introduce elementi di confusione in un'Europa già disorientata".

Marco Nese